“In questo periodo è inutile leggere romanzi distopici o di fantascienza, perché si è ribaltato il rapporto tra realtà e finzione. Meglio tornare ad altri mondi”. Teresa Ciabatti è, come tutti, costretta all’isolamento con marito e figlia di 10 anni in casa, “che andrà riabituata allo stare fuori, una volta finita l’emergenza”. E se lei, scrittrice finalista allo Strega 2017 con La più amata, è per mestiere costretta alla lettura, durante queste settimane di reclusione domestica vive un fenomeno particolare.
Quale?
Mi costruisco mappe nuove.
Ci spieghi meglio.
Le faccio un esempio. Ho appena letto il nuovo Walter Siti, La natura è innocente, nel quale vengono raccontate le vicende vere di un matricida e di un arrampicatore sociale, uno che attraverso il porno diventa ricco. Una sorta di Bel Ami contemporaneo. Siti costruisce mondi iperrealisti, storie che fino a un mese fa sarebbero state possibili, mentre oggi ci sembrano fantascienza.
E che c’entra la mappa?
Mi sono andata a rileggere Bel Ami! In questo periodo, la lettura permette di tracciare collegamenti che con l’urgenza del lavoro non ti puoi concedere. Qualcosa di appena uscito ti riporta ad altre letture.
Un secondo esempio?
Suite per Barbara Loden di Nathalie Léger, appena pubblicato da La Nuova Frontiera. La protagonista è stata un’attrice americana, che non tutti conoscono, seconda moglie di Elia Kazan. Nel 1964, Barbara recitò nel ruolo di “Maggie” nel dramma di Arthur Miller Dopo la caduta. Miller era stato a sua volta fino al ’61 marito di Marilyn Monroe.
Un intreccio contorto.
“Maggie” era chiaramente ispirata all’ex moglie morta e Barbara sembrava la Marilyn sbiadita. Ma questo mi ha portato a rileggere – e qui la mappa – Blonde, la biografia romanzata della Monroe scritta da Joyce Carol Oates. Un capolavoro.
Altri link?
Virginia di Emmanuelle Favier (Guanda): una bio, anch’essa romanzata, meravigliosa. E ora voglio riprendere tutta Virginia Wolf: un desiderio mai potuto realizzare per la mancanza di tempo.
E se dovesse suggerire un classico, invece?
(ride) Charles Dickens.
E perché ride?
Perché lo ripeto sempre, ma io per prima lo rileggo in continuazione, con trasporto, in modo ossessivo. Grandi speranze lo rileggo una volta ogni due anni e ci trovo sempre qualcosa di nuovo. Lo stesso vale per Alice o per il Giovane Holden (ride nuovamente).
Non è un romanzo divertente.
È un capolavoro. Sono io che sono una cretina.
Si butta giù?
L’avevo letto a vent’anni e avevo pensato: sì, carino. Non avevo colto nulla, tutti i rimandi, i sottintesi… Se non coglievo quelle cose pensa la vita…
I libri cambiano a seconda dell’età in cui li si legge.
(torna seria) Cambiamo noi, ed è per questo che andrebbero letti una volta ogni dieci anni.
La quarantena avvicinerà alla lettura?
Me lo auguro. Certo, è vero che le persone in questa condizione leggono, guardano film, organizzano uno spazio e un tempo che prima non avevano.
Sua figlia come la sta vivendo?
L’ha presa benissimo. Fino a un mese fa aveva paure, controllava tutto, temeva che i personaggi potessero uscire dallo schermo; adesso di colpo le ansie sono sparite. All’inizio ho pensato che questa situazione stesse mettendo a fuoco il fatto che i bambini vogliono tempo da passare con i genitori. Chiuse a casa, le persone che amano non sono in pericolo. Mi sembrava una risposta.
E invece?
Il sollievo è durato un giorno, perché mi sono resa conto che si tratta di una regressione. Ciò che fa paura è fuori e, se la quarantena durerà a lungo, una volta usciti avranno ancora più paura. È un benessere illusorio.
Vale anche per noi adulti?
Un adulto dovrebbe aver capito la differenza tra dentro e fuori, dovrebbe sapere che le paure e le angosce dipendono da quello che non si conosce. Per un bambino è diverso. Ho sempre cercato di abituare mia figlia al mondo e il mondo procura ansia, conflitti, però è esperienza.
Cosa consiglierebbe di leggere a un bambino in questo periodo?
Harry Potter, sempre per il discorso del ribaltamento.
Senta, i suoi rapporti con i social sono sempre stati conflittuali. Il 19 marzo è tornata su Facebook. Voglia di “contatti”?
Dovevo presentare un libro su Facebook! Non c’era altro modo. Richiuderò presto il profilo: mi affatica, non ho niente da dire. Mi sembra tutto così fuori logo.
Però ce lo confessi: sta scrivendo un nuovo libro?
Sì. È previsto per l’inizio del prossimo anno.