Contro la recessione innescata dalla pandemia il decreto liquidità, in vigore da ieri, eroga 400 miliardi a imprese, professionisti, titolari di partita Iva. Sace emetterà garanzie pubbliche per 200 miliardi a fronte delle quali le banche erogheranno credito. Di questi aiuti, 30 miliardi andranno al Fondo piccole e medie imprese (Pmi). Ecco un primo vademecum.
Fondo per le Pmi. Il Fondo di garanzia per le Pmi del MedioCredito Centrale erogherà garanzie fino a 5 milioni a imprese sino a 499 dipendenti. La garanzia diretta è alzata sino al 90% dei finanziamenti e la riassicurazione al 100% dell’importo garantito da Confidi o altri fondi di garanzia. Fino al via libera Ue, le percentuali sono alzate all’80% per la garanzia diretta e al 90% per la riassicurazione.
Garanzia Pmi. Per le imprese con fatturato sino a 3,2 milioni la garanzia coprirà il 25% dei ricavi: 800mila euro. Sarà concessa anche a imprese con “inadempienze probabili” o “scaduti o sconfinamenti deteriorati” con le banche, purché siano stati classificati così dopo il 31 gennaio. Garantite anche le imprese in concordato con continuità, con accordi di ristrutturazione del debito o piani attestati dopo il 31 dicembre purché, al 9 aprile, i loro rapporti bancari non siano classificati “esposizioni deteriorate”, non abbiano arretrati e “la banca possa presumere che vi sarà il rimborso integrale”. Escluse le imprese con sofferenze bancarie.
Soggetti ammessi. Ammessi sino al 100% i nuovi finanziamenti sino a 25mila euro a Pmi e persone fisiche che esercitano imprese, arti o professioni che autocertificheranno danni dall’emergenza Covid19, con durata sino a 6 anni e preammortamento non inferiore a 24 mesi, importo non superiore al 25% dei ricavi del beneficiario in base all’ultimo bilancio depositato o all’ultima dichiarazione fiscale o, per quelli costituiti dopo il 1° gennaio 2019, anche su autocertificazione.
Tasso. Non sono previste commissioni. La banca che chiederà la garanzia al Fondo deve applicare un tasso di interesse “che tiene conto della sola copertura dei costi di istruttoria e di gestione dell’operazione”. Il tasso non dovrà superare il Rendistato tra 4 anni e 7 mesi a 6 anni e 6 mesi maggiorato della differenza tra costo della raccolta bancaria e costo dei titoli di Stato più uno spread dello 0,2%.
Rilascio. È gratuito e automatico. La banca erogherà i finanziamenti “con la sola verifica formale dei requisiti, senza attendere l’istruttoria del Fondo”. Se la documentazione antimafia non è ottenibile, l’aiuto è concesso ma l’agevolazione sarà revocata se emergeranno causa di interdittiva.
Garanzie Sace. Saranno erogate alle imprese di ogni dimensione localizzate in Italia. In base alle norme Ue sugli aiuti di Stato, i beneficiari al 31 dicembre non devono essere state classificati tra le “imprese in difficoltà” e al 29 febbraio non devono aver avuto esposizioni bancarie deteriorate. Ciascuna impresa o gruppo avrà una sola garanzia ma nel 2020 non potrà distribuire dividendi o riacquistare azioni e dovrà gestire l’occupazione attraverso accordi sindacali.
Finanziamenti. Sono garantiti quelli erogati entro il prossimo 31 dicembre di durata massima di 6 anni compresi eventuali preammortamenti fino a 24 mesi. L’ammontare non può superare il 25% del fatturato 2019 in Italia (in base al bilancio approvato o alla dichiarazione fiscale) o il doppio dei “costi del personale” nel 2019 realizzati in Italia o su base consolidata. I finanziamenti erogati dovranno superare il totale di quelli al 9 aprile e sostenere costi del personale, investimenti o “capitale circolante”. Da capire se i nuovi finanziamenti potranno sostituire precedenti crediti.
Oneri bancari. Le commissioni chieste dalle banche devono limitarsi ai costi delle pratiche. Il tasso d’interesse pagato alla banca per i finanziamenti “deve essere inferiore a quello che sarebbe chiesto dalla banca per operazioni non garantite con le medesime caratteristiche”. Secondo i dati Abi, a gennaio in Italia il tasso era dell’1,87% per nuovi prestiti alle imprese sotto il milione e dello 0,77% per cifre superiori, con una media dell’1,26% a febbraio. I dati cambiano con la durata del prestito, la banca e il cliente.
Commissioni Sace. Per la garanzia le imprese dovranno pagare alla Sace delle commissioni annuali. Per i finanziamenti alle Pmi queste saranno pari allo 0,25% nel primo anno, 0,5% il secondo e terzo anno, 1% nel quarto, quinto e sesto anno, per le altre imprese 0,5% il primo anno, 1% il secondo e terzo anno, 2% nel quarto, quinto e sesto anno.
Contratti e comunicazioni. Potranno essere conclusi tra banche e clienti anche tramite mail non certificata purché accompagnati da copia di un documento di riconoscimento.
Tempi. Sace e Fondo Pmi devono realizzare le piattaforme online e informatiche, le procedure e i moduli. Anche le banche devono attivare personale e procedure per gestire le domande. L’Abi si sta coordinando con Sace ma l’emergenza non aiuta. Farà testo la data della domanda. Ma le imprese hanno fretta. I danni sono immediati. Se i fondi arriveranno tardi non le salveranno.