“Saremo uguali, soltanto un po’ peggiori”, leggiamo a firma Michel Houellebecq, in contemporanea su Repubblica e Corriere della Sera (forse l’epifania del nuovo gruppo Stampubblica della Sera?), e nella prosa di un grande scrittore troviamo la conferma di quanto più modestamente avevamo già avuto sentore.
Infatti, mentre in piena pandemia l’avvento di un mondo migliore veniva annunciato nei sogni premonitori dei tanti profeti costretti a deambulare dal tinello alla cucina (“La Ragione sarà sostituita dalla Rivelazione”: Robert Hughes), sui social non toccati dalla pace nel mondo si susseguivano le risse più sanguinose (perfino sulle prime righe di un mio articolo che evidentemente non meritava di essere letto per intero, e me ne scuso). Senza contare che il minaccioso diverbio Donald Trump-Cina, ci sembra un tantino più preoccupante della, diciamo così, divergenza d’opinioni tra Luca Bizzarri e Dino Giarrusso sulla figura di Silvio Berlusconi. Che, sì proprio lui, meriterebbe invece una menzione tra i pochissimi che nella catastrofe virus si sono comportati un po’ meglio di come li avevamo lasciati.
Mentre infatti la destra soffiava allegramente sul fuoco, lui pur rimarcando le “differenze con il governo Conte”, se ne è uscito con questa frase: “Nell’emergenza, essendo un’opposizione responsabile, si lavora uniti intorno alle istituzioni mettendo da parte la polemica politica”.
Ora noi più che compiacerci del senso di responsabilità dell’ex Cavaliere abbiamo perfidamente pensato alle facce dei Sallusti, Porro, Del Debbio, Giordano e soci. Impegnati incessantemente a descrivere Giuseppe Conte come una sciagura perfino peggiore del Covid-19, e che si ritrovano un editore, e leader politico, che predica spirito collaborativo tra opposizione e governo. Eh sì, la vita dei giornalisti della destra è davvero piena di tribolazioni.