Vincenzo De Luca in Campania ha vietato tutto quello che era vietabile durante l’emergenza: le passeggiate, una corsetta sotto casa. Più che autorevole, è sembrato autoritario. C’è chi lo ha denunciato per violazione di libertà costituzionali insopprimibili anche in tempi di pandemia. Erri De Luca, lei che ne pensa?
La persona ha un suo culto della personalità e un carattere autoritario. Nei mesi dello stato di eccezione ha approfittato della grande partecipazione civile alle restrizioni di movimento per presentarsi come il tutore della disciplina, esasperando i toni. Non era ovviamente lui il cordone sanitario, ma i cittadini stessi che hanno condiviso le regole comuni al resto d’Italia. Non credo invece che ci sia stata in Italia una violazione di libertà costituzionali relative alla questione della libertà di movimento. In ogni epidemia della storia del mondo le comunità si sono difese isolandosi temporaneamente. Ci sono state violazioni di libertà invece in Ungheria con l’assegnazione al primo ministro anche della facoltà di censura. Il diritto principale di una democrazia si fonda sulla libertà di espressione e da noi non è stata in discussione e non è alla portata di un governatore di regione.
Cosa ha pensato guardando De Luca minacciare l’invio dei “carabinieri col lanciafiamme”?
Battuta da guappo di cartone, fatta per suscitare impressione. Ma siamo in un periodo di frasi a effetto che suscitano il consenso di un’ora. Penso che solo un anno fa era ministro dell’Interno il capofila delle frasi da fanfarone e che i sondaggi gli lisciavano il pelo. Se si suscitano umori, basta poi un cambio di vento a ritrovarsi scaduto.
Ora De Luca è andato all’attacco della movida al grido “basta rincretinirsi con alcol e droga”. Non è sembrato un ragionamento antiassembramento e anticontagio, ma di tipo etico. Concorda?
L’alcol, dalla gradazione di una birra in su, è una bevanda legale, la droga no: metterle insieme è fare accozzaglia. Il messaggio vuole essere quello repressivo del proibizionismo, ma senza il potere per imporlo. Il termine che lo identifica è velleità.
Che ripercussioni avrà l’emergenza Covid al Sud?
Il meridione d’Italia (non il Sud che è area del mondo) è geograficamente e storicamente un territorio aperto. La sua variegata bellezza attira visite dal mondo e così dovrà riproporsi questa estate. Si passa alla fase di apertura e a molto giova il dato che il meridione è stata zona a scarsa presa di epidemia, un presidio sanitario. Il meridione è sano, questa è la sua specialità supplementare oggi. L’amico Luca Mascolo, sindaco di Agerola, mi diceva qualche giorno fa che da loro non c’è stato nessun caso. È notizia da far valere pubblicamente per gran parte del meridione.
De Luca è la causa o l’effetto della deriva populista in atto? E perché nei momenti difficili l’italiano torna a cercare “l’uomo forte” coi toni “da balcone”?
È un concorrente dello scaduto ministro degli Interni del governo precedente e ha spesso polemizzato con quello, presentandosi come la sua controfigura meridionale. Non vedo una ricerca dell’uomo della provvidenza in questo periodo, anzi il consenso registrato dal governo, il cui capo si mantiene al riparo da toni esclamativi, dimostra una ricerca dell’uomo sobrio. I toni da balcone cominciano a stufare anche nei dibattiti televisivi.