La lettera

“Agiamo in via penale e civile: lo dobbiamo ai nostri nonni e papà”

Appello. “Si indaghi, oltre le pressioni”

Di Comitato “Noi DenunceremoVerità e Giustizia per le Vittime Covid19”
3 Giugno 2020

Era il 22 marzo, quando in quattro abbiamo deciso da Bergamo di costituire il gruppo Facebook “Noi Denunceremo”, che conta oggi più di 55.000 followers.

La nascita del gruppo ha unito forze centripete e contrastanti, il dolore, la rabbia. Ha creato legami, permettendo la nascita di nuovi rapporti tra le persone. Persone con visioni politiche agli antipodi che si sono incontrate e comprese su un comune terreno: quello del senso civico, della condivisione, della solidarietà. Il terreno in cui sono cresciuti i nostri genitori, i nostri nonni, proprio le generazioni falciate dal virus. Chi ha sviluppato la propria vita politica a sinistra ha trovato un’intesa profonda con “quelli di destra”, a dimostrazione che la voglia di buon governo e di giustizia unisce, e non divide.

Tutto in nome delle domande che devono avere risposta. Chi doveva fare, ha fatto? Chi doveva vigilare, ha vigilato? Chi doveva difendere, ha difeso?

Quello che pretendiamo come comitato no- proft “Noi Denunceremo: Verità e Giustizia per le Vittime Covid-19” – nato quasi naturalmente dal gruppo social, il 29 aprile – è che l’autorità giudiziaria indaghi a 360°, noncurante delle pressioni politiche, sulla strage che ha colpito la Lombardia in particolare, ma anche tutto il nostro Paese.

Chiediamo che le Procure incarnino quell’obbligo morale di cui sono investite da tutti i cittadini italiani.

Vogliamo, per coloro che hanno dato mandato al Comitato di agire in sede prima in sede penale, e poi civile, verità e giustizia per le migliaia di morti, per molti versi inspiegabili, dei nostri genitori e dei nostri nonni.

E, nel nome di questa generazione scomparsa, non ci fermeremo finché non saranno acclarate e determinate le responsabilità delle amministrazioni locali – in particolare quelle regionali, poiché è alle Regioni che la nostra Costituzione demanda la gestione della sanità – e del governo centrale.

Ecco perché il 10 giugno decine di aderenti al Comitato attenderanno pazientemente il proprio turno per depositare, davanti alla Procura delle Repubblica di Bergamo, le denunce che come Comitato, assieme ai nostri legali, abbiamo preparato. Non smetteremo di chiedere conto a quella politica che non è stata capace di tutelare la salute dei propri cittadini, i diritti della persona ed il bene comune, tradendo i valori su cui la nostra Costituzione si impernia, finché non avremo risposta.

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