Eh no, caro Giuseppe Conte, questa proprio non me l’aspettavo da lei (e da Casalino), fondare un partito senza dirmi nulla, tenermi fuori da “CON-TE” (capito l’arguto calembour?), così si chiamerà (leggo in un pezzo molto informato di Stefano Zurlo sul Giornale), così vi chiamerete perché a ’sto punto state bene come state e non contate più su di me. E che cavolo, neppure un sms, che so’ una cartolina per avvertirmi, mentre Alessandro Fusacchia (“a suo tempo ghostwriter di Emma Bonino”) è già dentro e magari dietro una scrivania.
Erano mesi che ogni mattina speranzoso mi affacciavo nella stanza di Marco Travaglio. “Novità?”. E lui: “Niente”. E io: “Sei sicuro che se lo fa ci chiama?”. E lui: “Sicuro”. E io: “Mi fai sapere, posso fidarmi?”. E lui. “Fidati”. Adesso mi sente: caro Marco, scegli tu o non conti niente o per caso stai facendo il furbetto con me? Del resto, fondatore una cippa, sono sempre l’ultimo a sapere le cose. Siamo sull’orlo della guerra civile, gli italiani si stanno armando, su quotidiani e tv scontri e insurrezioni sono preannunciati dalle Alpi ad Agrigento, e sul Fatto neanche una riga: la solita censura imposta, immagino, da Palazzo Chigi.
E come la mettiamo, mi duole dirlo, con i molteplici scoop (sempre altrui) sulla caduta imminente del caro avvocato, che forse è già caduto ma non per il nostro giornale che insiste a chiamarlo premier. E no, dopo tutto quello che abbiamo fatto per questo signore ora che fa, chiama De Falco (l’eroe del “salga a bordo cz”), chiama Angelo Sanza (che ricordo ai tempi del governo Pella), chiama Sali &Tabacci e Fioramontichi, ma si dimentica degli amici. Leggo di “un contenitore a sua immagine e somiglianza”, di “Giuseppi che cospira con due mani” (non con le consuete quattro), di “dieci circoli già in cantiere”, e mi interrogo sulla possibilità di fare pace “CON-TE”.
Scordiamoci del passato caro Presidente e pensiamo piuttosto a mettere su il circolo “CON-FATTO”, con Wanda Osiris, Pluto e i Fratelli Bandiera.