“E invece è importante sapere che io ero astemio.
– E ci doveva restare astemio.
– E si fa presto a dire! Sei mesi chiuso in cantina.
– E che faceva chiuso in cantina?
– La guerra!
– In cantina?
– Sì! Mentre il mondo combatteva io resistevo chiuso, in cantina. Solo, senza luce, senza acqua. Sempre vino, solo vino.
– Ed è uscito quando è finita la guerra.
– No, quando è finito il vino!” (Accadde al penitenziario).
“Che fai, prima spari e poi dici chi va là?” (La grande guerra).
“Vallo a raccoglie’, va” (Una vita difficile).
“Quando la vecchia sta davanti al televisore dice guarda Corrado poverello… tutti se la prendono con Corrado, e lui buono buono non dice niente. Quanto è simpatico Corrado, dice la vecchia. E la televisione ti riconferma. E la vecchia è contenta. La giovane, un po’ meno… ma per la televisione quella che conta è la vecchia”
(Studio Uno, in tv).
“Io le brutte abitudini le prendo subito” (La più bella serata della mia vita).
“- Tersilli, ricordi: i poveri pagano sempre meglio.
– Quante cose devo imparare da lei, professore” (Il medico della mutua).
Sordi spiega alla troupe: “A me nun po’ succede niente perché se me fermo io nun magnate più nessuno” (Lo sceicco bianco).
“Signorina, capisco che un animo come il suo possa turbarsi, ma non il funzionario deve impressionarla, bensì l’uomo (Il commissario).
Sordi impiegato finge di essere malato e il capoufficio, pur sapendo della bugia, lo fa ricoverare. Sul lettino in sala operatoria lo aspettano due chirurghi, padre e figlio. Il padre chiede al figlio: “Bisturi corto”. Il figlio: “Quello lungo va bene uguale, papà?”. E Sordi: “Ma se papà te chiede de daje quello corto, daje quello corto! E dai retta a papà che c’ha molta più esperienza de te!” (Un eroe dei nostri giorni).
“- I viaggi sono belli solo nei ricordi, perché tutto sembra bello nei ricordi.
– Allora accosta e fai riposare ’a machina, perché se si fonde er motore sai quante risate che ce facciamo l’anno prossimo quanno ce lo ricordamo?” (Una botta di vita).
“Io non so niente, se lo sapessi ve lo direi, io so’ un vigliacco, lo sanno tutti” (La grande guerra).
“Ho sognato che ero rimasto vedovo: io camminavo dietro al feretro e, mentre tutti piangevano, io solo ridevo. Poi mentre calavano la bara giù, nella fossa, ho sentito come un colpetto qui dietro alla nuca. Tac! Anche abbastanza forte… Mi sono svegliato nel mio letto; era mia moglie che mi diceva: ‘Cos’hai, cretinetti, ridi nel sonno?’” (Il vedovo).
“Ormai hai ventun’anni, è tempo che tu sappia di chi sei figlio” (Un americano a Roma).
“Mi dispiace. Ma io so’ io, e voi non siete un cazzo” (Il marchese del Grillo).
“Vedi, Paolino, tua madre è una grande donna, e noi dobbiamo avere per lei un grande rispetto. Ma ragiona come una donna” (Una vita difficile).
“Feci il navigatore solitario. Giorno e notte, fra cielo e mare, mare e cielo. In questa natura, padrone del mondo. Lei non sa cosa vuol dire il navigatore solitario. Solo, nell’immensità del mare, in assoluta meditazione, a contatto della natura più pura, è allora che capisci… quanto sei stronzo, a compiere queste imprese, che non servono a un cazzo” (I nuovi mostri).
“Negriero portoghese: Vegliaccos! Meteros em dois!
Sordi: E se eravamo tre, te menavamo in tre” (Riusciranno i nostri eroi…).
Quel bagno di Sordi “nella marrana” con i ragazzini che gridano “America’ facce tarzan!” (Un giorno in pretura).
“Cos’è, un dolce?” (Lo sceicco bianco, quando lei gli fa vedere il disegno, ndr).
“È meglio che ti ci abitui da piccolo alle ingiustizie, perché da grande non ti ci abitui più!” (Il vigile).
“Mo’ fa il fanatico perché c’ha i tori!” (Il Conte Max).