“Se non state pagando qualcosa, non siete un cliente, siete il prodotto che stanno vendendo”. La nota a pagina 174 sembra ritagliata per i quattro miliardi di persone, utenti di Internet, che fruiscono di siti web, social media, prodotti digitali di vario tipo. Siamo in un’epoca nuova, ne sappiamo qualcosa noi che facciamo giornali di carta i quali, tra il 2010 e il 2018, hanno perso la metà dei propri lettori. Lo smartphone ha messo in tasca, letteralmente, un caleidoscopio di voci e input di inusitata potenza.
Giovanni Solimine, docente alla Sapienza dove dirige il Dipartimento di Lettere e Culture moderne, e Giorgio Zanchini, voce conosciuta della radio e giornalista di spessore, indagano il come e quanto si legge, si guardano le serie tv, si ascolta la musica, si fruisce di informazione. Pubblicano dati e fanno paragoni. Non presentano tesi bell’e pronte, inducono a riflettere su un fenomeno che modifica in profondità abitudini consolidate. Siamo soggetti attivi oppure, per tornare alla citazione iniziale, siamo solamente un prodotto di Facebook o Instagram? E se lo siamo qual è il nostro ruolo. La “cultura orizzontale”, lo scambio illimitato tra pari può fare a meno di quella “verticale” basata su intellettuali o docenti? Il dibattito non è chiuso, ma lo “sciame” del web ha un effetto che non può essere sottaciuto: “L’incessante ronzio dello sciame che riempie la rete dell’interconnessione globale non può non influire sul dialogo che ognuno ha con se stesso”. Per Platone quel dialogo era il luogo di formazione del pensiero, per Habermas la “sfera privata” era precondizione di una “sfera pubblica” fatta di un pubblico colto e critico. Ecco, rimanere sempre connessi quanto tempo toglie al pensiero critico, alla riflessione, alla critica? Rispondendo a questa domanda troveremmo una chiave per le porte del futuro.
La cultura orizzontale Giovanni Solimine e Giorgio Zanchini – Pagine: 186 – Prezzo: 14 – Editore: Laterza