Onward. Letteralmente andiamo avanti, cioè guardiamo “in” avanti. Nessun titolo calza a pennello alla lungimiranza in salute quanto questo film della Pixar Animation Studios, che la consociata Disney ha deciso di lanciare sul grande schermo, e non sulla propria piattaforma web Disney+, divenuta la baby sitter da quarantena più gettonata. E questo perché è finalmente ora di (ri)pensare in big screen, e un blockbuster di qualità come è solito per i geni della lampada se lo merita tutto, prendendosi persino il rischio di una data caldissima: il proibitivo 22 luglio italiano dopo il duplice slittamento causa lockdown che faceva seguito alla première mondiale avvenuta all’ultima Berlinale.
Dunque anticipare di un mese una recensione non è poi un azzardo così surreale: nome omen, serve diventare onward a tutti i livelli. I cinema che hanno scelto di aprire godono già dell’attesa di accogliere famiglie trepidanti all’assalto di sale chirurgicamente sanificate. D’altra parte Onward – Oltre la magia (che non è neppure l’ultimo prodotto Pixar essendo in arrivo a fine anno il nuovissimo Soul, forgiato del “bollino Festival di Cannes 2020”) estremizza il classico tema della moderna animazione hollywoodiana: l’importanza dei legami familiari nel tradizionale percorso di un romanzo di formazione. Ma per farlo, il film diretto da Dan Scanlon (Monsters University) si appella alla magia, quella vera, fatta di incantesimi, maghi e creature di ogni fantasmagorica fattezza. Il tutto nella sapiente mescolanza di generi, registri e mille citazioni (proprie e non) come nel Dna della Factory fondata da John Lasseter. Se infatti il genre principale è il fantasy, a intrecciarsi sono il family, il Bildungsroman, il road quest e il cop movie a sfondo di una metropoli dai grattacieli a forma di torrioni medievali popolati da gnomi tecnologici.
Al centro è una simpatica famiglia di elfi (non dissimile dagli Incredibili ma dai caratteri assai diversi), i cui figli Ian e Barley sono orfani di un padre morto troppo giovane per lasciare tracce di memoria nei ragazzi, specie nel minore Ian. Così avviene che al suo 16° compleanno, la mamma gli consegni in dono un “oggetto magico” lasciato dal genitore scomparso per i figli una volta che entrambi avessero superato la soglia dei sedici anni.
Abbandonando trame e tentazioni da spoiler, ciò che avviene per i due fratelli oltrepassa chiaramente la loro stessa immaginazione, almeno quanto il depistaggio a cui sarà sottoposto un pubblico auspicabilmente spalmato su più generazioni. Mirabolante e acutamente “riciclante” (il senso della “memoria delle cose” è sempre topico per la Pixar), Onward – Oltre la magia sa dunque come guardare avanti ma anche indietro, alludendo con ironia ai classici (vedi Il Signore degli Anelli e Harry Potter in questi casi) per assurgere a classico di per sé. E la distanza fra opposti – come tra i due fratelli che più diversi non potrebbero essere – si riduce a un incantesimo senza tempo.