Che paura, la proposta di Beppe Grillo. L’ex comico, lo sappiamo, si presta agli insulti e agli sberleffi o, addirittura, ai ribaltamenti di significato. Ma lo scandalo provocato dalla proposta di “una rete unica” va al di là del dileggio. Se sul Corriere della Sera la notizia è tradotta in un “Grillo lancia l’assalto alle telecomunicazioni”, sul Foglio si dilettano a scrivere di un’idea “ispirata dal Venezuela”: “Addio a Rousseau e alla democrazia diretta, entrano Putin e Chávez”. Chissà perché si esclude una propensione statalista di Rousseau, ma fa niente.
La verità non sta nelle battute di Stefano Cingolani riportate sopra, ma nell’annotazione che nell’articolo sotto fa il liberista Carlo Stagnaro: “Grillo evoca l’istinto statalista più belluino del M5S”. Belluino significa “bestiale” e non c’è sorpresa nel constatare che chi affiderebbe la propria vita al libero mercato possa considerare con orrore uno Stato che si occupa dei gangli nevralgici. E siccome la prospettiva fa paura, si devono evocare Putin e Chávez (che però è morto, oggi c’è Maduro), salutare Rousseau, invocare la giungla.
Poi c’è la stravaganza de la Verità che paragona la proposta – belluinamente statalista – a quella di Massimo D’Alema del 1999, che però fece il contrario. Prese un’azienda già privatizzata – anche con il suo contributo da leader del Pds nel governo Prodi – e quando arrivò a Palazzo Chigi diede il via libera all’assalto degli allora “capitani coraggiosi” che riempirono di debiti la Telecom proprio attraverso una scalata fatta senza un soldo in tasca.
Oggi, invece, si propone un ruolo attivo dello Stato che, tra l’altro, al di là delle ipocrisie e delle finzioni, quel ruolo, sia pure indiretto e limitato solo al giro elitario delle nomine, lo ha già essendo il vero controllore di Open Fiber (tramite Enel e Cassa Depositi e Prestiti) che non a caso ha come presidente Franco Bassanini, abbonato a vita agli incarichi di nomina politica.
Il punto è che lo Stato, in realtà, non farà che accrescere il proprio ruolo nei prossimi anni, perché la crisi mostrerà che il libero mercato non ce la farà, come non ce l’ha mai fatta (né nel 1929 né nel 2008) e spingerà le imprese a battere cassa. Solo che, per i liberisti all’italiana, lo Stato è buono solo quando lo chiedono loro. Altrimenti puzza di socialismo. Ecco, Grillo socialista ancora manca alla lista degli insulti.