La pallina di Dudù, l’intimità di Emilio Fede, la furbizia di Ruby, le cene eleganti, la spallata di Renzi… La conversazione rubata con Amedeo Franco e Cosimo Ferri ci consegna un altro prezioso romanzetto berlusconiano. Una fotografia della sua ultima stagione, quella della sconfitta. Il 6 febbraio 2014, quando riceve i due magistrati a Palazzo Grazioli, il Cavaliere è un uomo amareggiato. Condannato, destituito dal Senato, in procinto di essere assegnato ai servizi sociali a Cesano Boscone. Berlusconi straparla e racconta la sua versione della storia, una perla di comicità e malinconia.
Maledetto Dudù. Silvio è malconcio: “Sono caduto su una scala, ho fatto un volo di quattro metri, ma guardi che roba qua”. Evidentemente mostra i lividi agli interlocutori. “Ho messo il piede su quelle palle che do al mio cagnolino, mi piace che le lanci e torna indietro”.
Le tisane. Palazzo Grazioli ha visto tempi migliori. Cene eleganti, clima frizzantino, discreta gradazione alcolica. Ferri e Franco invece chiedono a Berlusconi soltanto una tisana. Tre uomini di una certa età che bevono un infuso. Silvio non nasconde un comprensibile amarezza: “Era meglio altro, ma la linea… devo prepararmi per andare in televisione”.
Cene eleganti. Berlusconi ci mette la mano sul fuoco: tutto il filone delle escort e dei suoi rapporti a luci rosse è un ridicolo teorema della magistratura. “Le invenzioni delle mie cene con il club delle ragazze, che non c’è stato un atto… ho giurato su tutto quello che ho di più caro, che non ho mai visto un atto che potesse essere inelegante”.
La nipote di Mubarak. E poi c’è lei: “La ragazza Ruby dichiarava a tutti di avere 24 anni, ha un’intelligenza e una furbizia riconosciuta anche dalla Boccassini”. Berlusconi assicura che Ruby l’ha fregato: “Lei si era dichiarata figlia di una famosa cantante egiziana, parente di Mubarak e noi le abbiamo… creduto”. Tanto che ne ha parlato con lui in persona: “Io faccio un summit con Mubarak, a Villa Madama e verso la fine della colazione (…) gli ho detto: ‘Ho conosciuto una ragazza egiziana, dice di essere tua parente’”.
Con Mubarak d’altra parte c’era grande confidenza: “Ci davamo del tu, veniva ogni anno nove giorni in vacanza da me in Sardegna, e io gli lasciavo casa. Gli dico: ‘Questa ragazza ha detto di essere figlia di questa cantante’. Mubarak conosceva benissimo la cantante, e guarda caso era anche vero che fosse una sua… nella sua cerchia familiare’”. Mubarak dice di non conoscere Ruby, ma Silvio è convinto sia una bugia. Quando la ragazza finisce nei guai, quindi, alza il telefono e chiama la Questura di Milano (“Quel giorno a me passa nella testa: ‘Oddio, faccio un incidente diplomatico con Mubarak?’”).
Com’è cambiata Nicole. Come noto a prendere Ruby in Questura ci va la Minetti. Berlusconi è deluso: “La Minetti allora era, per noi, una bravissima ragazza, presentata da Don Verzé, poi è diventata… il successo le ha dato alla testa”.
Filantropia. Berlusconi è incredulo: come fanno a processarlo per aver dato una mano a giovani donne in difficoltà? Come ripete ai suoi interlocutori, non le pagava per testimoniare il falso, ma per senso di colpa: “Ho ritenuto, a un certo punto, che queste ragazze avessero bisogno di essere aiutate, perché? Perché hanno avuto la vita devastata (…) Di fronte a una cosa di questo genere, e ai carichi di tutte queste ragazze che non riuscivano a trovare lavoro, io cosa dovevo fare? Cosa avevano fatto ste ragazze? Avevano accettato un invito a cena rivolto da un amico… per andare a cena dal presidente del Consiglio”.
Gli attributi di Emilio. Qui il racconto di Berlusconi ha un passaggio fantasmagorico: “Sei testimoni hanno detto invece che le ragazze estraevano il pisello di Fede, 82 anni, Presidente (si rivolge a Franco), mi autorizza a dire pubblicamente che per trovare il pisello a lui, specie dopo la mezzanotte, occorre organizzare una regolare caccia al tesoro. Ma se lo vede, uno che va lì e… trenta persone, una che va lì e tira fuori il pisello?”.
Bastava l’iPad. Silvio insiste: “Perché io avevo bisogno del signor Tarantini per portarmi due escort? Ma basta prendere l’iPad, si fa così… Roma… ma ci sono anche Busto Arsizio, Monza, hanno le loro escort, con anche il prezzo, per partecipare a una cena 150 euro. Io posso portarmi 24 escort, basta che telefoni alle due, alle tre del pomeriggio, le invito qua. Ho bisogno di andare… di prendere Tarantini? Ma cose da pazzi!”.
La faccia di De Gregorio. Altro giro, altro processo: la compravendita di senatori per far cadere il governo Prodi. E i soldi dati a De Gregorio: “Come mai (De Gregorio) si è deciso a fare questa confessione spontanea? Dice che gli è apparso in sogno il padre. Basta guardarlo in faccia, questo qui è una cosa… è una persona immonda, ecco”.
Nostradamus. Finite le lamentazioni sui suoi guai giudiziari, Berlusconi fa un pronostico politico: “Adesso vediamo cosa fa Renzi, accetto scommesse, entro il 20 di febbraio manda a casa questo governo (quello guidato da Enrico Letta, ndr) e si mette lui presidente del Consiglio”. Era il 6 febbraio, una settimana dopo Letta si dimette. Il 17 febbraio Renzi riceve l’incarico da Napolitano.