A pochi mesi dalle elezioni presidenziali di novembre, negli Stati Uniti il picco di popolarità di Joe Biden sta spingendo gli analisti di Wall Street a fare previsioni sull’impatto che una vittoria dell’ex vicepresidente di Barack Obama potrebbe avere sul mercato.
Nell’ultimo mese in particolare, la popolarità di Biden è cresciuta sulla scia delle critiche alla gestione del coronavirus da parte dell’amministrazione di Donald Trump e delle reazioni al modo in cui il presidente ha trattato le proteste del movimento Black Lives Matter.
Secondo le medie compilate da RealClearPolitics, venerdì scorso sul mercato delle scommesse la vittoria presidenziale dell’ex senatore del Delaware era data a più del 59 per cento, a un passo dal record toccato a inizio settimana e a 23 punti di vantaggio su Trump.
Anche le previsioni degli investitori sono cambiate. Un sondaggio di Citigroup tra 140 gestori di fondi, pubblicato questa settimana, rileva che il 62 per cento degli intervistati crede nella vittoria di Biden. È una netta inversione di tendenza rispetto a dicembre, quando il 70 per cento dava per certa la vittoria di Trump.
Le aspettative su Biden aumentano e alcuni analisti pensano addirittura che il Partito democratico potrebbe riuscire a guadagnare la maggioranza in entrambe le camere del Congresso.
“Dopo il Trump bump (la “scossa” rappresentata dalla vittoria Trump) gli investitori si stanno preparando a un salto verso un nuovo ordine”, commenta Susan Schmidt, responsabile del capitale azionario statunitense per l’asset manager Aviva Investors.
Per alcuni analisti una presidenza Biden porterà con sé un aumento delle tasse. Nel 2016, dopo la vittoria di Trump, i prezzi delle azioni schizzarono in alto perché gli investitori capitalizzavano sull’arrivo di una stagione di regole soft e una diminuzione dell’aliquota d’imposta sulle società: promessa mantenuta dall’attuale amministrazione, che l’ha tagliata dal 35 al 21 per cento nel 2018. Adesso Goldman Sachs stima che una marcia indietro anche parziale, che riporti l’aliquota al 28 per cento, sottrarrebbe da sola alle società quotate all’S&P 500 (esclusi dunque aumenti di altre aliquote) circa il 12 per cento degli utili per azione del 2021. “L’impatto sarebbe enorme – ritiene Susan Schmidt – perché la norma non riguarda un settore specifico ma sarebbe generalizzata”.
Dopo anni in cui le azioni statunitensi hanno registrato performance migliori di tutti gli altri mercati sviluppati, una mossa come questa potrebbe avere il risultato di aumentare l’attrattiva delle azioni all’estero, come conferma Chris Dyer, a capo della sezione global equity del gestore di fondi statunitense Eaton Vance: “È prudente per gli investitori cominciare a diversificare rispetto a ciò che ha funzionato nell’ultimo decennio”.
Il programma di Biden include tra le altre cose l’innalzamento del salario minimo a 15 dollari, misura che probabilmente andrebbe a intaccare i profitti delle grandi aziende di retail, il cui business si fonda sull’impiego di manodopera a basso costo. Ma ad attirare la maggior parte dell’attenzione di Wall Street sono le politiche sulla sanità e l’energia pulita, fortemente spinte dall’ala sinistra dei Democratici. In aprile, Biden ha annunciato un piano per espandere l’accesso degli americani al Medicare, la copertura assicurativa sanitaria nazionale di base, e ha sostenuto apertamente gli sforzi per rinegoziare i prezzi pagati dal governo ai gruppi farmaceutici per le cure rimborsabili.
Inoltre, lunedì scorso Ron Wyden, senatore democratico dell’Oregon, ha ritirato il suo appoggio alla versione emendata di un disegno di legge bipartisan sui prezzi dei farmaci, che sosteneva dall’anno scorso. “È una mossa che dimostra che i Democratici sono sempre più fiduciosi nelle loro possibilità di vincere tutto alle prossime elezioni”, scrivevano la settimana scorsa gli analisti del gruppo di ricerca Strategas, alludendo a una vittoria democratica alla Casa Bianca e in entrambe le Camere del Congresso.
Secondo le stime degli analisti di CreditSights, specializzata in analisi del debito, la spinta ambientalista di Biden, che si prefigge l’obiettivo di traghettare gli Stati Uniti verso le zero emissioni nette di carbonio entro il 2050, dovrebbe aumentare le quotazioni del settore dell’energia pulita e degli exchange-traded fund.
In questo senso, Kristina Hooper, principale stratega dei mercati globali per Invesco, ritiene che una presidenza Biden rappresenterebbe “un vero e proprio giro di boa per l’energia pulita rispetto all’amministrazione di Trump”, che invece ha ritirato gli incentivi al settore delle rinnovabili.
D’altra parte, un settore in cui gli investitori apprezzerebbero maggiore chiarezza da parte di Biden è invece quello della tecnologia. Le big tech sono tra le aziende più grandi del mercato azionario statunitense e il settore quest’anno ha registrato le performance migliori della Borsa, trainando la ripresa dopo il tracollo di marzo.
Negli ultimi anni i giganti dei social media hanno dovuto affrontare diverse critiche sulle loro capacità di proteggere i dati personali degli utenti e di contrastare i discorsi d’odio pubblicati sulle loro piattaforme. Alle critiche si è aggiunta, la settimana scorsa, la scelta delle grandi ammiraglie della Borsa statunitense di avviare di comune accordo un boicottaggio pubblicitario contro provider come Facebook e Twitter.
L’anno scorso la senatrice del Massachusetts ed ex candidata democratica alla presidenza Elizabeth Warren aveva inserito nel suo programma l’obiettivo di “spacchettare” i monopoli di Amazon, Google e Facebook con nuove norme antitrust. Biden ha criticato Facebook per la disinformazione che circola sulla piattaforma, ma è stato meno chiaro sulla questione del monopolio, limitandosi a dichiarare, l’anno scorso, che “si tratta di un tema cui dovremmo prestare la massima attenzione”. “In questo momento il settore tecnologico è il grande punto interrogativo – conferma la Hooper – Non è per niente chiaro cosa potrebbe accadere sotto una presidenza Biden”.
Altri strateghi del mercato, infine, concentrano le loro previsioni su possibili futuri cambiamenti di rotta della Federal Reserve. Di recente, grazie a una serie di interventi per spingere l’aumento dei prezzi, la banca centrale statunitense ha permesso al mercato azionario di registrare il suo miglior trimestre dal 1998. Come ricorda Patrick Leary, senior market strategist di Incapital, il partito democratico “vorrebbe che la Fed usasse più poteri per aiutare l’economia e facilitare l’accesso al credito”.
Ha collaborato Katie Martin, da Londra
traduzione di Riccardo Antoniucci