Ci vuole davvero una grande abilità nel lanciare con entusiasmo “il nostro ultimo spot” ed essere subissati da insulti del tipo “Wow! Fantastico! Siete riusciti a restaurare un filmato dell’Istituto LUCE facendolo sembrare come nuovo! TOP” (e non è il più cattivo). Pare che stavolta Chanteclair Sgrassatore Universale abbia proprio sbagliato campagna. Aprire la loro pagina Facebook per credere. Anzi, no: i commenti negativi non sono più visibili. Nello spot lanciato il 6 luglio scorso, e postato in Rete, si vedono le “solite” donne che usano il detersivo per disinfettare la cucina, pre-trattare i capi da mettere in lavatrice e tirare fuori dagli scatoloni il flacone pronte a pulire la casa nella quale ci si è appena trasferite. E si vedono i “soliti” uomini che, con lo stesso smacchiatore, puliscono il bancone del proprio locale (quindi lavorano) o la propria bicicletta (quindi si divertono). Ah, ovviamente le donne hanno il sorriso in faccia e abbracciano lo smacchiatore quasi fosse l’amante di cui avevano bisogno. “Mi sento proprio una donnina pronta a sbiancare la camicia del mio uomo che va a lavoro. Grazie per questo spot attuale e contemporaneo”, “Donne a pulire la casa e uomini a pulire postazioni di lavoro e bici. Nel 1950 sarebbe stato uno spot carino”, scrivono le donne su Facebook. E per fortuna anche gli uomini: “Uno spot sessista e retrogrado. Anche un’azienda così famosa cade nel tranello di pubblicitari tipicamente italiani, abituati con la mamma cui sono destinati i lavori di casa e padri e figli maschi impegnati nei loro hobby. Siamo nel 2020, se riuscissimo a dare l’esempio ai maschietti italiani forse domani potremmo essere un paese migliore. Per il momento in famiglia eviteremo l’acquisto del vostro prodotto”. In quanti boicotteranno? Forse non tanti. Certo è che per un prodotto che vuole sgrassare, macchiarsi di sessismo è davvero il colmo.
Chanteclair: tanto sgrassò, che piovve (l’insulto) – Pubblicità Regresso