La casa di Paolo è un sogno. Come scrive Salvatore Borsellino nella prefazione che ci ha regalato. Ora La Casa di Paolo è anche un libro per ragazzi disponibile in tutte le librerie e anche nelle edicole con il Fatto Quotidiano. Da quando è nata Paper First, la nostra casa editrice, avevamo l’idea di scrivere un libro per ragazzi che spiegasse agli studenti italiani chi è stato Paolo Borsellino ma anche cosa ha lasciato di bello e positivo alle nuove generazioni.
Un paio di anni fa siamo entrati nella “Casa di Paolo”, in via della Vetriera 57 a Palermo, per intervistare il fratello Salvatore, in occasione dell’anniversario della strage di via D’Amelio, e il progetto ha cominciato a prendere forma. Salvatore ci portò sotto un dipinto che ritrae il fratello con un sorriso pieno di vita e ci disse: “Voglio farla qui l’intervista perché questo è il Paolo sorridente che io ricordo e che voglio far rivivere qui ogni giorno, in mezzo ai ragazzi”.
Effettivamente ci sono molti libri che raccontano la figura del giudice Borsellino, il suo sacrificio, la strage di via D’Amelio. Sono libri per grandi e spesso in copertina c’è la foto del giudice triste che cammina consapevolmente verso la morte.
Sotto quel dipinto con il volto sorridente di Borsellino, circondati dai ragazzi del quartiere e dai volontari che animano la Casa di Paolo, è nata l’idea di questo libro diverso. Non a caso in copertina c’è la foto di un Paolo Borsellino sorridente, come piace al fratello Salvatore.
Ci voleva l’autrice giusta, e l’abbiamo trovata in Sara Loffredi. Scrittrice di grandi romanzi (Fronte di scavo, uscito pochi mesi fa per Einaudi) ma anche di progetti di legalità per i piccoli (La Costituzione degli animali, Piemme-Battello a vapore), Sara ha accettato la sfida ed è riuscita nell’impresa.
Il libro spiega ai ragazzi in modo semplice tre cose: la vita del giudice Borsellino, il sogno del fratello Salvatore e il significato della “Casa di Paolo” per Palermo e non solo.
Nella sua prefazione, Salvatore Borsellino racconta come è nato il suo sogno: “La nostra vecchia farmacia non c’era più. (…) Era diventata la bottega di un fabbro, con i muri interni, una volta coperti dalle vetrine dei medicinali, spogli ed anneriti dal fumo. Non c’era più niente di tutto quello che ricordava i nostri giochi di bimbi su quelle balate, in mezzo a quelle scansie, non c’erano più le voci, non c’era più la vita in quella strada, non c’era più Paolo, non c’era più nulla.
È li che è nato il mio sogno.
In quella via Vetriera piena di ricordi, la “strada di Paolo”, nei locali dell’antica farmacia che quando nacque, ai primi del Novecento, si chiamava “Farmacia Paolo Borsellino” – dal nome di mio nonno – doveva nascere la Casa di Paolo. Un centro aperto a tutti ma soprattutto ai giovanissimi abitanti del quartiere, dove svolgere attività che potessero richiamarli, allontanandoli dalla perversa spirale di povertà, emarginazione e criminalità che spesso li trascina, e mantenere viva la memoria di Paolo e dei ragazzi che, insieme a lui, hanno sacrificato la vita per la nostra Palermo.
Questo era il mio sogno, fare tornare Paolo a Palermo, nella sua vecchia farmacia, nella sua Casa, dove la gente che varcherà la soglia di quella che una volta era la nostra vecchia farmacia possa trovare Paolo e sentire la forza del suo amore.
Ai ragazzi che spesso mi raccontano i loro sogni, di come vogliano seguire la strada di Paolo, studiare giurisprudenza e diventare magistrati, dico sempre che se nei sogni si crede veramente, con tutte le nostre forze, se non lasciamo che la vita ce li uccida, questi non possono non realizzarsi.
E la “Casa di Paolo”, il mio sogno, oggi vive, ed è piena dell’amore di Paolo e dei volontari cha danno ai bimbi, ai ragazzi che la riempiono quell’aiuto negli studi che a casa non riescono ad avere e quell’affetto che i genitori, spesso presi dai troppi problemi della loro vita, non riescono a dargli o a dargli abbastanza”.
Il narratore del racconto per ragazzi è un personaggio immaginario calato in una dimensione reale vissuta ogni anno da tanti studenti a Palermo: Lorenzo, 15 anni, va in gita con la scuola da Milano a Palermo e dorme nella “Casa di Paolo”, durante un progetto per la legalità organizzato dalla sua professoressa, la mitica e severa Ghidini. In quel viaggio conosce Tano e prende in mano la sua vita. Lorenzo fa leva sull’insegnamento di Paolo Borsellino per ribaltare il rapporto con il padre e diventare un piccolo uomo.
Durante la presentazione, in anteprima al Festival del Libro Possibile di Polignano a mare, l’11 luglio, Salvatore Borsellino ha detto: “Quando ho visto la copertina di questo libro mi sono detto: ‘Allora sì è vero, la casa di Paolo c’è’. Per me – che ho cominciato a vivere nei libri – nel momento in cui viene scritta in un libro, la Casa di Paolo comincia a vivere davvero e non morirà mai”.