Il terzo giorno di vertice si apre con un nuovo incontro in nottata a formati variabili. Inizio e fine giornata di questo Consiglio europeo sfumano l’uno nell’altra senza soluzione di continuità, con un breve intermezzo tra le 3 di notte e le 9 mattina per riprendere fiato.
Fino a mezzanotte di sabato Merkel e Macron incontrano il premier olandese e i frugali. La cancelliera è infastidita dell’inflessibilità di Rutte. I Paesi del nord non si sono mossi di un centimetro nelle trattative. Anche Macron è innervosito da tanta intransigenza e allerta l’equipaggio in aeroporto per un ritorno anticipato, ma all’ultimo tutto rientra. Dopo l’incontro si torna in albergo. Ma non è finita. Li aspetta il premier Conte, che dopo l’ormai canonica conferenza di mezzanotte con la stampa italiana in cui sottolinea che “la partita è ancora aperta”, rifiata al bar. “O vincono tutti o non vince nessuno” dice il premier prima di lasciare i giornalisti. Per la seconda notte consecutiva si ripete lo stesso schema: di fronte a un drink riprendono i colloqui tra Merkel, Conte e Macron. Stavolta si aggiunge anche la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Alle 2:30 il terzetto si scioglie e il presidente saluta la stampa con un paterno: “Andate a dormire che è tardi”. Alle 9 di mattina del terzo giorno, che tutti si augurano sia quello decisivo, Merkel riapre le danze con un nuovo statement, seguita da Macron. Entrambi si appellano alla buona volontà dei partecipanti. “Bisogna trovare dei buoni compromessi nelle prossime ore e credo sia ancora possibile, ma questi non si possono fare a spese dell’ambizione europea”, tuona retorico il presidente francese. Ma è un augurio. Quando a fine mattina circola un twitter che riferisce che lo staff di Rutte ha rinnovato le prenotazioni in albergo, le speranze si infrangono: la fine del vertice è tutt’altro che vicina. E infatti le trattative riprendono su tutti i dossier e in tutti i formati senza che trapelino passi avanti: il premier Conte e lo spagnolo Sanchez incontrano di nuovo ma ufficialmente Merkel, Macron e Von der leyen, poi è la volta di Conte insieme all’omologo greco Mitsotakis per confrontarsi con i capi di governo dei Frugali, in un classico match nord-sud, poi è il turno del confronto est-ovest, con il presidente del Consiglio europeo Michel e la presidente della Commissione Ue Von der Leyen che incontrano i 4 Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) e poi i tre Paesi Baltici. Sulla stampa tedesca trapela una frase del premier ungherese che avrebbe detto: “Perchè Rutte odia tanto l’Ungheria e me?”.
Un vertice a 27, che richiede una soluzione all’unanimità su fondi e bilancio settennale – e quindi mette le mani nel portafoglio di ciascun paese – è tutt’altro che una cena di gala. Dopo una riunione plenaria che inizia con diverse ore di ritardo, il motore dei negoziati sembra ripartire. Fonti di governo fanno sapere che Conte si sia rivolto direttamente a Rutte per dire che i nordici si stanno illudendo che la partita non li riguardi. Se lasciamo che il mercato unico venga distrutto, dice il premier rivolgendosi direttamente a Rutte “tu sarai forse l’eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere davanti ai cittadini europei per avere compromesso un’adeguata ed efficace reazione europea”. Ma le trattative vanno avanti ancora dopo cena, fino a notte. Quando il Fatto va in stampa non è ancora chiaro se domani ci sveglieremo con un accordo.