Il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimi 48 dirigenti esterni della Regione Lazio, sottolineando anche che 27 sono in eccesso rispetto a quanto stabilito dalle norme nazionali e regionali. La sentenza conferma quella del Tar del 2015, inerente gli incarichi dirigenziali assegnati ad esterni dall’estate del 2013 in poi. Successivamente la Regione Lazio ha presentato appello per difetto di giurisdizione, ottenendo il diniego dalla Cassazione, e poi il Consiglio di Stato il 17 luglio ha confermato la sentenza del Tar, ribadendo le illegittimità denunciate circa sette anni fa dalla Fedirets DirerLazio, sindacato dei dirigenti regionali.
Dalla Regione Lazio sottolineano che “le questioni sollevate nel 2015 dal Tar sono state recepite dall’amministrazione e gli incarichi censurati dal Tribunale amministrativo sono ormai cessati”. Il sindacato però prepara un esposto alla Corte dei Conti per presunto danno erariale. “Oltre ai 48 incarichi illegittimi – spiega Roberta Bernardeschi, segretario regionale della Fedirets – che seppur parzialmente cessati comunque non erano regolari, vi sono gli incarichi successivi al 2015 che sono stati dati con le stesse modalità censurate dai giudici amministrativi in primo e secondo grado. Ovviamente sarà la magistratura contabile a stabilire l’entità dell’eventuale danno erariale ma, secondo i nostri calcoli parliamo di almeno 10 milioni di euro”.
Una stima in difetto del sindacato calcolando che ogni anno in Regione ci sono circa “60 dirigenti esterni reclutati con modalità non conformi alla legge, lo dimostra il fatto che la Regione ha presentato appello alla sentenza del Tar, non condividendo quindi le prescrizioni dei giudici del 2015”. “Altra conseguenza – conclude la Bernardeschi – saranno le eventuali richieste di risarcimento danni da parte dei dirigenti interni e quadri esclusi in questi anni, parliamo di decine di persone”.