Per eliminare il vincolo architettonico e ricostruire lo stadio di Firenze, il Pd ha già promesso un emendamento in commissione, mentre per l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola voluto da Matteo Renzi e dal Giglio magico ci ha pensato direttamente il governo nel decreto Semplificazione. Un regalino che si cela tra le righe dell’articolo 50 scritto in estremo burocratese: con questa norma il governo estende agli aeroporti il modello di semplificazione che fino a pochi giorni valeva solo per le autorizzazioni dei porti. Secondo il decreto licenziato il 7 luglio dal Consiglio dei ministri, invece, le stesse norme potranno essere applicate anche “ai piani di sviluppo aeroportuali”.
In sintesi, tutta la partita si gioca sulle autorizzazioni: la Vas (Valutazione Ambientale Strategica) che riguarda l’iter del progetto e la Via (Valutazione di Impatto Ambientale) sulle singole opere. Fino a pochi giorni fa, queste due procedure dovevano essere approvate separatamente ma, con il nuovo decreto, per i Piani di sviluppo aeroportuale tutti gli elementi “già valutati in sede di Vas costituiscono dati acquisiti”. Non solo: la stessa Via si conclude con un unico provvedimento integrato. Peccato che la norma sembra scritta apposta per l’aeroporto di Firenze, le cui autorizzazioni negli ultimi anni sono state bocciate dai giudici amministrativi: prima la Vas rigettata dal Tar della Toscana nel 2016 e poi la Via su cui prima i giudici di primo grado e a poi anche il Consiglio di Stato hanno messo una pietra sopra. Con questa norma il progetto della nuova pista da 2.400 metri rinasce come l’araba fenice.
Dopo le elezioni regionali di settembre, infatti, la nuova giunta (al governo sperano targata Pd) non dovrà far ripartire il procedimento e approvare una nuova Vas ma solo la Via, evitando così di portare il dossier in consiglio regionale. Ed è uno snellimento sostanzioso, considerando che per la prima Vas la giunta Rossi ci aveva messo ben cinque anni e che adesso, rispetto al 2015, il peso delle forze politiche è cambiato notevolmente: buona parte del Pd zingarettiano è contrario all’ampliamento dell’aeroporto.
Sempre per velocizzare la procedura, il decreto ha anche ridotto i tempi – da 60 a 45 giorni – per dare modo ai cittadini e a tutti i soggetti interessati di presentare le proprie osservazioni. Non un bel segnale di trasparenza. “Per me l’articolo 50 è una porcata” dice Fabio Zita, del comitato “No aeroporto” che insieme ai comuni della piana fiorentina ha presentato i ricorsi ai giudici amministrativi. “Mi occupo di questa materia da 35 anni e non vedo la necessità di ridurre drasticamente i tempi – continua Zita – Se le opere non si realizzano non è per le procedure ma per colpa della politica”. Secondo gli attivisti, inoltre, c’è un mistero sulla norma perché nella bozza precedente era stata inserita all’articolo 37: l’ampliamento dai porti agli aeroporti però è stata inserita solo nell’ultima versione del decreto e non è chiaro di chi sia questa “manina”.
Nel frattempo, in Toscana gli attivisti del Movimento 5 Stelle, che da anni lottano contro la grande opera, sono sul piede di guerra contro il governo giallorosa. “Questa è una norma pericolosa – dice il consigliere regionale pentastellato, Andrea Quartini – la semplificazione delle procedure non deve diventare un modo per aggirare la salute dei cittadini”. Sulla stessa linea la candidata del M5S alle regionali, Irene Galletti: “Il progetto dell’aeroporto deve essere rifatto da cima a fondo – spiega al Fatto – Altro che Via semplificata. Non può essere una manina renziana a cancellare per decreto le sentenze dei tribunali. Sono certa che i nostri al governo e in Parlamento eliminino questa norma ad personam dal testo finale”.