Dopo il focolaio la polemica: la Sardegna non ci sta a essere additata come “l’isola dei contagiati” e rispedisce al mittente tutte le accuse e soprattutto l’ipotesi di una chiusura totale. L’insofferenza delle Regioni che hanno avuto casi positivi al rientro dalle vacanze nell’isola però è palpabile. Bloccato il cluster de La Maddalena, dove un resort è stato “quarantenato” per giorni insieme ai suoi 457 ospiti e dipendenti, preoccupa il focolaio di giovani romani in vacanza a Porto Rotondo: nella Capitale c’è preoccupazione anche perché non tutti si sarebbero fatti testare. Con 37 nuovi casi in un giorno, mercoledì la Sardegna è ritornata ai livelli del lockdown, quando era la regione stessa a voler bloccare gli arrivi sull’isola. “Il mancato rispetto delle regole nei locali della movida in Sardegna rischia di far esplodere una bomba virale”, spara l’assessore Pd della Sanità del Lazio Alessio D’Amato, che chiede “test agli imbarchi”. Immediata la reazione del governatore leghista Christian Solinas: “Volevo i tamponi per i turisti, se il governo avesse accettato non avremmo recrudescenza del virus, ma tutti mi vennero contro per riproporli oggi con colpevole ritardo. Qui ci sono solo casi di importazione o di ritorno, persone già positive testate una volta nell’isola o sardi infettati in vacanza all’estero”.
E se fossero partiti già positivi? Il punto è proprio questo. Per avere un’idea, al porto di Ischia nel weekend dell’8 agosto sono arrivate 36.500 persone mentre 28 mila sono partite. A Ferragosto sono stati circa 60 mila i turisti in partenza o in arrivo coi traghetti nel porto di Genova. A Ponza si sono registrate 20.000 presenze. A Livorno la Filcams-Cigl ha già denunciato la situazione: “Nelle aree di imbarco passeggeri le misure anti Coronavirus non sono rispettate”. A oggi i porti di Ancona e Pesaro effettuano tamponi ai viaggiatori, ma solo a quelli in arrivo. Non nasconde la preoccupazione il sindaco di Civitavecchia, Ernesto Tedesco, che ha inviato una lettera al ministro Roberto Speranza e alla ministra dei Trasporti Paola De Micheli: “La nostra città ospita l’arrivo giornaliero di numerosi traghetti dalla Sardegna, per questo sono a chiedervi di predisporre tutte le opportune iniziative affinché sia garantita una corretta prevenzione già in fase di partenza verso la nostra città e i necessari controlli”. In sintesi, tamponi per tutti prima di partire non dopo quando si arriva. Una linea condivisa dal mondo scientifico. “A mio giudizio nessuno deve entrare in navi, treni o aerei se non ha effettuato in loco questi tamponi, se mi imbarco devo essere certo che tutti coloro che sono con me sono negativi, il modo per esserlo è associare al biglietto, il tampone”. Per Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani, è questa l’unica maniera per evitare che i contagi continuino a salire. Tamponi ovunque, non solo negli aeroporti come avviene oggi, ma anche nei porti.
Ma soprattutto a chiunque: non solo a chi arriva da uno dei quattro paesi indicati dall’ordinanza del ministro della Salute (Spagna, Grecia, Croazia, Malta) ma a chi parte, direttamente in loco se possibile. Una visione condivisa nel mondo scientifico, “Dobbiamo controllare queste persone che tornano in Italia, servono i tamponi in partenza prima che si imbarchino su voli o navi”, sottolinea Massimo Clementi, direttore del laboratorio di Microbiologia e Virologia all’ospedale San Raffaele di Milano- “vediamo l’andamento che stanno avendo altri paesi in Europa, la Spagna è arrivata all’apice con 3mila contagi e così anche altri nostri vicini. La popolazione andava indirizzata nella scelta delle vacanze, c’era una situazione in evoluzione in molti paesi limitrofi, questo ha portato ad avere focolai anche da noi”.