C’è un giallo insulare dove a dominare è il profilo delle montagne, anziché l’orizzonte del mare. Sono i misteri della Sardegna in nero, sviscerati quest’estate da una folta schiera di autori. L’avvocato Alessandro Gordiani, per esempio, è ben felice di vivere e lavorare a Roma. Ma la consuetudine vacanziera con l’isola gli procura un incarico che fa vacillare la sua coscienza di legale: difendere un pregiudicato accusato di aver ucciso un ragazzino appena quindicenne. Una sola fucilata al petto. La vicenda è ambientata nel Nuorese: a Fonni, “il paese più in alto della Sardegna”, ovviamente “annidato ai piedi del massiccio del Gennargentu”, e si basa sulle faide familiari scandite nei decenni dall’atavico codice barbaricino. Solo Dio è innocente è un serrato legal-thriller del penalista Michele Navarra.
Poi ci sono i dieci racconti di Giallo Sardo (Piemme, 327 pagine, 17,50 euro) che assembla scrittori di rango, tutti autoctoni: Marcello Fois, Francesco Abate, Ciro Auriemma & Renato Troffa, Eleonora Carta, Fabio Delizzos, Elias Mandreu, Carlo A. Melis Costa, Piergiorgio Pulixi, Ilenia Zedda, Gavino Zucca. La citata Eleonora Carta, infine, è in libreria dalla settimana scorsa con Piani inclinati in cui il Male è rappresentato nel suo aspetto peggiore: il rapimento e l’omicidio dei bimbi. A indagare nella Sardegna settentrionale, tra monti e costa, è il maggiore del Ros Linda De Falco, con il supporto decisivo di Daniele Fois, ispettore della Forestale. De Falco, come già il Gordiani di Navarra, arriva da Roma e uno dei tratti prevalenti della narrazione è il contrasto cromatico e acustico tra la Capitale e l’isola.
Viola, invece, è una giornalista romana che vive a Palermo. Altra isola, altro giallo insulare. Hanno ammazzato una ragazza ventenne, Romina. Strangolata. Conosci l’estate?(Sellerio, 271 pagine, 14 euro) ha l’io narrante di una figura classica del genere: la cronista investigatrice alla ricerca dell’assassino. Questo è il primo caso di Viola, scritto da Simona Tanzini, a sua volta giornalista della Capitale trasferitasi in Sicilia. Ma il titolo più originale dell’isolitudine trasfigurata in mistero è quello della catanese Marilina Giaquinta: Non rompere niente . Già dirigente della Polizia, Giaquinta ambienta in un’isoletta senza nome un giallo dominato dalla parola, con lunghi e anarchici monologhi dei protagonisti in una lingua meticcia, rinforzata da rimandi letterari e cinematografici. Il personaggio principale è il commissario Anastasio Ventura che rientra nell’ampia casistica dei poliziotti carismatici e solitari. In coppia o quasi, professionalmente parlando, con l’agente Maria Lo Faro risolverà l’enigma di un tentato omicidio in una villa maledetta.
Risalendo l’italica penisola, c’è l’immaginario paesino calabrese di San Telesforo Jonico, tra Catanzaro e Crotone. Gori Misticò, maresciallo che legge Topolino, è in aspettativa per curare un cancro ma non può fare a meno di aiutare il suo sostituto alla stazione dei carabinieri, il brigadiere Federico Costantino. L’omicidio di un nobile è il gancio narrativo per raccontare una regione meravigliosa ma deturpata da un potere avido e corrotto. La mezzaluna di sabbia (Bompiani, 398 pagine, 18 euro) è un noir di grande umanità vergato da Fausto Vitaliano, scrittore e sceneggiatore. La questione meridionale a tinte gialle prosegue con La ferita del tempo di Franco Festa. Stavolta siamo ad Avellino, dove il tremendo terremoto dell’Ottanta è ancora un buco nero di degrado e speculazioni. Un vecchio delitto passionale del 1975 vede sulla scena due commissari: il primo in servizio, Gabriele Matarazzo, il secondo in pensione, Mario Melillo. Lo sfondo della montagna “sacra” di Montevergine ne fa un giallo appenninico che si muove tra malaffare politico e coincidenze da tragedia greca. Al filone montuoso, ma decisamente più cupo, appartiene Gli scomparsi dell’esordiente Alessia Tripaldi (Rizzoli, 396 pagine, 19 euro). In un centro dell’Abruzzo viene ritrovato un ragazzo rapito lustri prima. C’è anche il cadavere di quello che lui chiamava “Padre” (un po’ come nella recente trilogia di Sandrone Dazieri).
Ma la novità del romanzo è la comparsa di Marco Lombroso, discendente del famoso Cesare e ossessionato dalla criminologia come il suo avo. A chiedere il suo aiuto per il “ragazzo dei boschi” sarà il commissario Lucia Pacinotti, suo amore tormentato ai tempi dell’università di Torino. Arrivando al nord, a Bologna quest’estate c’è stato un ritorno atteso: quello di Giorgia Cantini l’investigatrice privata di Quo vadis, baby?, indimenticato successo di Grazia Verasani. In Come la pioggia sul cellofan (Marsilio, 175 pagine, 15 euro) tutto inizia con la stalker di un cantautore al crepuscolo. Il mare, per chiudere. Quello di Trieste, dove il commissario Renzo De Stefano trova due corpi a bordo di un’imbarcazione: è Il violino della salvezza di Salvo Bilardello (Libro/Mania, 345 pagine, 9,90 euro).