Motti fascisti, allusioni erotiche, interviste pittoresche. Sarà il bisogno di ottenere preferenze, ma per farsi ricordare dai cittadini c’è chi è disposto a spararla davvero grossa in campagna elettorale.
In Campania, per esempio, Ciro Attanasio ha scelto di citare un boss della camorra (seppur fittizio): video-spot in bianco e nero, grafica da macho (“dignità e rispetto”) e quel “Mo ce ripigliamm’ tutt’ chell che è ‘o nuost” divenuto simbolo di don Savastano e Gomorra.
Come Attanasio, sosterrà Vincenzo De Luca anche Carmine Mocerino che invece, pensando di far cosa gradita, ha inserito nel manifesto una frase di Napule è di Pino Daniele: “E tu saje ca nun si sulo”, e tu sai che non sei solo. Certo, peccato che la famiglia del cantante non l’abbia presa affatto bene: “Mocerino non utilizzi Pino per prendere voti”.
Restando in Campania, fucina di emozioni, spicca anche Gimmi Cangiano (FdI) che, giusto per non alimentare le accuse di vicinanza all’estrema destra rivolte al suo partito, ha scelto direttamente uno slogan fascista: “Me ne frego”. D’altra parte lo stesso FdI attacca De Luca citando il Ventennio: “L’aeroporto dei sogni: promesso da De Luca, fatto ai tempi di Mussolini nel 1926. Vota la destra sociale”.
Più istrionico, in Toscana, il massese Stefano Benedetti, che sfida il dem Eugenio Giani e per il manifesto ha pensato a un barbagianni vestito con gli abiti – per così dire – usati proprio da Giani per il tradizionale tuffo in Arno: “Non fare il barbaGiani”. Alleato di Benedetti è Francesco Torselli, che punta sull’identità tradita: “Lorenzo Hu Magnifico. Hu è primo cognome del quartiere 5, siamo a Firenze o a Pechino?”. Notevole anche il fotomontaggio.
Sensuale invece il messaggio scelto da Caterina Zilio a Laterza (Taranto) per la corsa alle Comunali. Décolleté in vista e mano poggiata su un seno, la candidata ammicca agli elettori: “Cerco te! Se hai voglia di cambiare contattami…”.
Non ha invece bisogno di una locandina per farsi notare Franco Bruno, candidato a Trento. In una intervista per una rivista locale, si è scatenato: “Famiglia? Sono solo, niente da fare con le donne di oggi: molte fumano, si drogano, non fanno figli, non fanno da mangiare. Per questo l’Italia va male, non si fanno più figli”. E ancora: “Viaggi? Andavo spesso in Romania e Austria (che lì qualche ragazza si trovava). Il libro che sto leggendo? No, non leggo. Squadra del cuore? Tifo solo per la f…”. Una franchezza che in molti avrebbero preteso da Gabriele Buonanno, candidato alle Regionali in Campania (ancora) col Partito Animalista. Problema: si è scoperto che Buonanno lavora per Osci, un marchio che si vanta di produrre borse di “pregiate pelli italiane”. Lui, giura, è lì “solo con compiti contabili”, ma il partito pare non aver gradito granché.