Bologna sarà la prima città ad avere un’intera via intestata a una persona trans: l’indimenticabile Marcella Di Folco. In tutta Europa non ci sono esempi, solo a New York esiste un “angolo” di strada dedicato a Sylvia Rivera, transgender americana nota, anche, per i moti di Stonewall.
Una vita di prime volte per colei che fu Marcello, come il titolo del libro dedicatole da Bianca Berlinguer l’anno scorso. Attrice, attivista, politica: dai film con Federico Fellini allo scranno in Consiglio comunale a Bologna. Di Folco è stata la prima persona trans a ricoprire una carica elettiva, era il 1995 e si era candidata con i Verdi.
È stata la prima donna apertamente sottopostasi a un’operazione per il cambio di sesso a coprire una carica pubblica al mondo. A Casablanca nel 1980. Anche grazie a lei, due anni dopo, e al Movimento Italiano Transessuali venne stilata una delle leggi più avanzate per il riconoscimento dell’identità di genere e il cambio di sesso. Lunedì 7 settembre ricorre il decimo anniversario della scomparsa di Marcella Di Folco, un periodo congruo secondo le regole della commissione toponomastica del Comune di Bologna per l’intitolazione di una strada o una piazza. “Questo è il frutto di una lotta che Marcella ha fatto, illuminando il buio e la marginalizzazione in cui troppe persone trans ancora vivono” sottolinea Cathy La Torre, promotrice nove anni fa insieme a Sergio Lo Giudice (ai tempi la prima capogruppo di “Con Amelia per Bologna con Vendola” e il secondo del Pd) dell’ordine del giorno dedicato. Odg che in questi giorni hanno riportato alla ribalta chiedendo conferma al primo cittadino Virginio Merola. “Se Bologna è all’avanguardia su questo terreno, è grazie alle conquiste di persone come lei – ha ricordato il sindaco – anche la presenza del primo consultorio pubblico per la salute delle persone trans, ne è testimonianza”. Ora si tratta solo di decidere la via.