Se la politica istituzionale leggesse saggi come quello di Costantino Mortati, il dibattito pubblico sarebbe bonificato.
La ripubblicazione de La legge elettorale cecoslovacca si deve alla cura di Fulco Lanchester, professore di Diritto costituzionale e comparato alla Sapienza di Roma, che a Mortati ha dedicato gran parte dei propri studi. Il testo era stato edito nel 1946 dal ministero per la Costituente e rappresentava il tentativo del costituzionalista, forse il più rilevante della storia italiana, di spingere il dibattito post-bellico su alcune linee guida. La centralità di una legge elettorale proporzionale, il ruolo pubblicistico dei partiti in quanto strumenti necessari per manifestare, come scrive Lanchester, “le fratture e gli interessi sociali nel politico”.
Il sistema proporzionale è l’unico modo per “assicurare l’intervento nella gestione della cosa pubblica delle varie correnti politiche”, l’unico a non violare nella sostanza “il principio maggioritario” (e in effetti solo con le leggi proporzionali governa chi ha la maggioranza assoluta dei voti). Mortati è contrario alle preferenze, in ossequio a una concezione organica della rappresentanza basata soprattutto su programmi. Ma ha il culto del “riconoscimento dei partiti”, per il quale si batterà anche in Costituente, sostenendo la massima trasparenza di questi soprattutto nel processo di formazione delle liste. Fino all’idea, che a molti appare oggi blasfema, della “decadenza del mandato politico in conseguenza dell’espulsione decretata da un partito contro un deputato riuscito eletto nelle liste presentate” sempre però in presenza di “apposite procedure e quindi di regolamenti interni”. Dopo il referendum, la lettura del saggio di Morati farebbe bene a molti.
La legge elettorale cecoslovacca Costantino Mortati – Pagine: 96 – Prezzo: 11 – Editore: Giuffrè Francis Lefebvre