L’analisi

I sindaci giallorosa: giovani professionisti (e fuori dalla politica)

Identikit dei vincitori

Di Gia.Sal.
9 Ottobre 2020

Giovani, con nessuna (o quasi) esperienza politica alle spalle e un passato nel mondo delle professioni e della scuola. Sono loro i nuovi sindaci giallorosa che – da Faenza (Ravenna) a Termini Imerese (Palermo) – sono stati eletti tra il primo turno e il ballottaggio. Solo Massimo Isola, 46 anni e un passato da giornalista nelle cronache locali, faceva politica dal 2015 come vicesindaco Pd nel Comune emiliano, ma tutti gli altri sono professionisti o dipendenti pubblici: Domenico Bennardi neo sindaco di Matera, dopo anni passati a restaurare opere e catalogare documenti in giro per l’Italia ha deciso di fare il grande passo candidandosi nella sua città per strapparla al centrodestra. Bennardi, 45 anni, ha fatto lo stesso percorso di molti studenti del meridione: laureato in Scienze della Formazione a Firenze, ha girato molte università d’Italia tra cui la Sapienza di Roma, quella del Salento e di Camerino prima di tornare nella città dei Sassi dove si è sposato e ha iniziato a lavorare al “Museo virtuale per la Memoria Collettiva” per applicare all’arte il principio fondativo del grillismo: “La partecipazione sui social network”.

Tutto questo senza abbandonare la sua grande passione: scrivere romanzi. L’ultimo – “Il segreto delle nuove monache di Makkon” – è proprio ambientato a Matera e per questo i suoi concittadini hanno iniziato a chiamarlo, tra il serio e il faceto, “lo scrittore”. L’altro volto della vittoria Pd-M5S è quello di Maria Terranova, eletta a Termini Imerese, già ribattezzata la “sindaca ragazzina”. Sia per l’età – 34 anni appena compiuti – che per l’ascesa rapidissima (è iscritta al M5S dal 2017). Quando nella sua città gli operai della Fiat facevano i picchetti davanti alla fabbrica, lei era ancora al Liceo. Papà medico e mamma insegnante, dopo la laurea in Giurisprudenza decide di iniziare la scuola Notarile a Napoli ma dopo il concorso fallito torna in Sicilia e si butta in politica come consigliera comunale.

Dopo le dimissioni del sindaco Francesco Giunta decide di candidarsi sindaca nonostante una certa timidezza: “Non avevo mai preso un microfono in mano nemmeno per il karaoke” racconta oggi. Ma in campagna elettorale si trasforma in una candidata agguerrita vincendo al primo turno con il 41% dei voti. Dal mondo della Scuola e dell’Università arrivano Enzo Falco, sindaco di Caivano con un passato da professore in vari Istituti Tecnici cittadini, il primo cittadino di Pomigliano Gianluca Del Mastro, associato di Papirologia alla Vanvitelli di Napoli che gira il mondo per raccontare i reperti di Napoli e Pompei, ma anche Michelangelo Betti, nuovo sindaco di Cascina, cittadina nel pisano governata fino al 2019 dalla leghista Susanna Ceccardi: laureato in Lingue, è un anglofilo e non voleva lasciare i suoi studenti dell’Istituto “Pesenti” di Cascina. Oltre alla nuova generazione di sindaci giallorosa, restano i numeri che rafforzano l’alleanza: secondo un sondaggio dell’Istituto Cattaneo, gli elettori di Pd e M5S hanno già immaginato un’alleanza strutturale. La base sostiene (61% i 5S e 55% i dem) che la collaborazione debba andare avanti “dopo aver governato insieme” e che serva per combattere la destra. Non solo: “Sono gli elettori 5 Stelle ad aver interiorizzato in quota maggiore agli elettori Pd un’opinione favorevole verso l’alleanza”. Come dire: la distanza tra la classe dirigente M5S e la sua base ormai è diventata un fossato.

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