Alla fine, il nostro libro – Covid segreto (Paper First) –, che fa chiarezza sulle cose non dette o dette male a proposito della pandemia di Covid-19, è arrivato in libreria contemporaneamente alla promulgazione del nuovo Dpcm deciso per contrastare la seconda emergenza in atto.
Una coincidenza certo, ma a suo modo significativa, vista la lunga e tormentata gestazione del provvedimento, che segna una svolta nella strategia di attacco al virus del governo. Perché ha avuto ragione il ministro della Salute Speranza a definire “terrificante” la situazione, nel senso dell’imponenza della crescita quotidiana di tutte le curve.
Da parte sua, il presidente del Consiglio Conte ha giustamente ribadito con forza che l’obiettivo di riferimento per tutti deve essere quello di cercare di evitare un nuovo lockdown generale. La giusta sintesi si è trovata nella scelta di modulare interventi mirati nelle zone, negli orari e sulle attività di volta in volta più a rischio. Anche perché ci siamo convinti, esperienza alla mano, che non si può puntare ad azzerare la curva del contagio, quanto piuttosto si deve mirare a piegarla e stabilizzarla.
Molti già giudicano troppi i tanti parametri presi in considerazione per identificare le diverse fasce regionali dove intervenire con misure diverse. Ma noi ci permettiamo di insistere sul fatto che una pandemia di lunga durata smette di essere un problema solo sanitario per diventare una sfida umana, sociale, economica e politica. Nel senso di una scelta di valori guida.
Pensiamo al dibattito sulla “produttività” degli anziani come criterio per la graduazione degli interventi. Non appartiene alla nostra civiltà la distinzione fra cittadini “utili” e “inutili”. Tutti vanno protetti col medesimo impegno, anzi gli anziani ancor di più per la loro oggettiva vulnerabilità. E comunque i nostri vecchi sono tutt’altro che improduttivi. La cosiddetta silver economy concorre in modo decisivo alla composizione della ricchezza nazionale.
Insomma, come indichiamo nel nostro libro, la sfida al Covid-19 si vince sul periodo medio lungo e con una visione d’insieme. Dobbiamo farci guidare come sempre, prima di tutto, dai dati scientifici e da quelli sanitari più sensibili, poi da quelli sui deceduti e sull’occupazione delle terapie intensive. Ma dobbiamo sempre più considerare le sofferenze degli italiani, confusi da troppe voci e troppi dati, a cui garantire indennizzi e sostegni materiali, ma anche attenzioni nuove di carattere morale. Nel senso dei ripetuti appelli del Presidente Mattarella, per recuperare una nuova concordia nel segno del senso della Patria. E dell’invito di Papa Francesco a costruire insieme, pur nelle diversità, un nuovo futuro comune in nome della fratellanza necessaria nei momenti più difficili.