Se passeggiando per strada a Milano, a Roma o a Napoli, vedete in questi giorni una locandina multicolore, come quella della foto, appesa ad un palo, potete star certi che lì, l’8 febbraio scorso, un cittadino scienziato ha installato un “campionatore passivo”, ovvero una provetta che per quattro settimane ha misurato la qualità dell’aria. Un piccolo ma attendibile strumento che quest’anno ha consentito a circa 2000 cittadini italiani, nelle tre maggiori aree metropolitane del paese, di partecipare alla terza edizione del progetto di scienza partecipata “NO2 NO GRAZIE”, promosso da Cittadini per l’aria, monitorando le concentrazioni di biossido di azoto davanti a casa, davanti alla scuola o l’asilo dei figli. Il biossido di azoto (NO2) è un inquinante di cui si parla poco nonostante, nelle nostre grandi città, abbia concentrazioni medie annue una volta e mezza più elevata del limite di legge. Un inquinante prodotto per la grandissima parte dai veicoli diesel: furgoni, camion, automobili non solo di vecchia generazione. Test condotti su strada indicano che una gran parte dei veicoli diesel euro 6, ha emissioni che mediamente superano di quattro volte il limite fissato dalla legge per tale categoria di veicoli.
Il biossido di azoto questo sconosciuto
Il biossido di azoto, prodotto durante i processi di combustione dalla reazione tra azoto (N2) e ossigeno (O2), è un gas fortemente irritante, capace di danneggiare le membrane cellulari e le proteine. A concentrazioni elevate, come quelle che si registrano nelle nostre città, causa infiammazioni delle vie aeree (tosse, bronchiti, oppressione toracica e difficoltà di respirazione), e può portare al restringimento delle vie aeree polmonari, in particolare tra le persone con asma preesistente. E’ associato alla riduzione dello sviluppo polmonare e cognitivo dei bambini, e all’incremento di BPCO e tumori. Non solo, ricerche recenti indicano che la presenza nell’aria di biossido di azoto è associata a concentrazioni altrettanto elevate di polveri ultra fini, quelle più nocive per la nostra salute ma che sfuggono ancora ad una regolamentazione, e di black carbon, la cd fuliggine o nero carbone, una sostanza altamente cancerogena che proviene dalla combustione incompleta dei carburanti fossili.
Le mappe dei cittadini: Milano, Roma, Napoli
Nonostante la parziale coincidenza della campagna di monitoraggio con l’inizio della pandemia e quindi del lockdown i cittadini delle tre città, che nel caso di Milano e Napoli comprendevano le rispettive aree metropolitane, oltre alla provincia di Monza e Caserta, si sono fatti in quattro per riuscire a restituire i loro campionatori passivi. Questo impegno ha reso possibile la pubblicazione, a fine luglio, delle tre mappe interattive che riportano i dati del monitoraggio. Milano e le zone monitorate in Lombardia hanno, come prevedibile, i dati peggiori. I dati qui sono stati influenzati dal fatto che, qualche giorno prima della conclusione del monitoraggio, era state attivate le prime misure regionali di lockdown. La riduzione del traffico determinata dalle primissime misure di lockdown durante gli ultimi giorni del monitoraggio è stata capace di determinare una riduzione delle concentrazioni che si stima di almeno il 10-18%. Su base mensile a Milano il 94% dei campionatori ha superato il limite (annuo) di 40 μg/m³, quasi il 53% ha oltrepassato i 50 μg/m³, il 13% ha segnato oltre 60 μg/m³. E il 100% dei campionatori rivela livelli di biossido di azoto superiori alla soglia annuale di 20 μg/m³ che i ricercatori dell’OMS indicano quale valore da cui si verifica un impatto sulla salute umana.
Anche le mappe di Roma e Napoli – dove alle emissioni del traffico veicolare si aggiungono quelle prodotte dai camini delle navi, grandissime produttrici di questo inquinante – ci dicono che la nostra salute è messa a rischio dalla presenza quasi ubiqua di questo gas a concentrazioni spesso elevatissime. A partire dalle vie dello shopping, per arrivare ai tanti punti di monitoraggio in prossimità di arterie di traffico o in vie che, per la loro struttura a canyon, finiscono per trattenere al proprio interno gli inquinanti atmosferici che faticano a disperdersi.
I cittadini protagonisti del cambiamento: hai già scritto al tuo sindaco?
Se il biossido di azoto si riduce facilmente modificando la mobilità urbana, e innanzitutto vietando al più presto i veicoli diesel anche delle categorie più recenti e riducendo il più possibile il traffico, il ruolo dei cittadini nel far pressione su chi amministra è cruciale. Ecco perché, partendo dalle mappe sul sito di Cittadini per l’aria, chiunque ha la possibilità di scrivere agli amministratori locali competenti per la qualità dell’aria – il sindaco per le misure locali e il governatore al quale spetta la pianificazione regionale – chiedendo che si adottino misure più incisive.
L’aria pulita e un ambiente migliore nelle nostre città non devono essere prerogativa e solo un ricordo del lockdown. Tante città in Europa lo stanno dimostrando con misure coraggiose che sono a portata di mano. Si può fare anche da noi!