Dopo quattro anni di carcere nel più famigerato penitenziario di Teheran, il 47enne ricercatore iraniano naturalizzato svedese, Ahmadreza Djalali, ieri ha fatto una delle rare telefonate concesse alla moglie Vida. Non per aggiornarla sulle proprie condizioni di salute, compromesse dalla durissima detenzione e da un lungo sciopero della fame, né per annunciarle la liberazione, bensì […]
Caso Djalali, Teheran mette in allerta il boia
Il ricatto - Il ricercatore in isolamento, anticamera della pena capitale. È accusato di cospirare per la Svezia. Il regime cerca lo scambio con connazionali detenuti all’estero