Cosa ci fanno un giaguaro nella bistecca, un gorilla nella pizza o una tigre nel caffè? La natura che ci sembra tanto lontana, in realtà si nasconde dietro le nostre scelte di consumo. A mostrarlo il recente report pubblicato dal WWF Italia “Quanta foresta avete mangiato, usato o indossato oggi?”, che svela gli esempi di deforestazione “incorporata” in molti prodotti e i legami fra la perdita impressionante di ecosistemi e i nostri gesti quotidiani. L’80% della deforestazione mondiale avviene per fare posto ai pascoli per la produzione di carne, alle piantagioni di soia e olio di palma richiesti dai Paesi occidentali che consumano e sprecano sempre di più. I consumi europei sono responsabili del 10% della deforestazione globale.
Il rito quotidiano del caffè è un primo esempio: nel mondo se ne bevono circa 2,5 miliardi di tazze al giorno e al primo posto per il suo consumo c’è l’Europa. Per soddisfare la richiesta globale di caffè, entro il 2050 la produzione dovrebbe triplicare, ma ancora oggi il 60% dell’area idonea a coltivare caffè è coperta da foreste e la sua produzione graverebbe su specie già a rischio estinzione, come la tigre di Sumatra in Indonesia.
Al secondo posto fra le maggiori cause di deforestazione al mondo, dopo l’allevamento di bovini, c’è la soia, la cui produzione è aumentata di 15 volte in 70 anni, a causa di un maggior consumo di carni e derivati. Il 97% delle farine di soia finisce nei mangimi animali e il Brasile ne è il maggiore produttore al mondo. Un quinto della soia importata in Ue dal Brasile (prodotta in Amazzonia e Cerrado) è legata a deforestazione illegale e la sua coltivazione sta devastando Amazzonia, Cerrado, Gran Chaco e Pantanal dove vive più del 10% di tutte le specie animali conosciute, tra cui il giaguaro. Il consumo di soia di un europeo è di 61 kg l’anno, di cui oltre il 90% proviene indirettamente dai mangimi destinati agli animali per ottenere carne, pesce, uova, yogurt e altri prodotti. L’ Italia è il 3° maggiore importatore in Ue di farina di soia e responsabile di una deforestazione media di circa 16.000 ettari l’anno.
Non tutti sanno, poi, che in Brasile una delle cause di deforestazione è legata all’allevamento dello zebù e che le sue cosce congelate possono diventare bresaola. Non è una truffa (lo consente ad oggi il disciplinare di produzione) ma di sicuro non è noto che per produrre bresaola, talvolta anche con certificazione Igp, si possa utilizzare qualunque tipo di bovino. Il 36% delle colture e dei prodotti di origine animale associati a deforestazione è destinato al mercato europeo, il 60% di questi proviene dal Brasile e il 25% dall’Indonesia.
Ma la foresta non finisce solo nelle nostre tavole. In Italia, patria di calzature e borse firmate, il pellame bovino rappresenta il 70% delle materia prima utilizzata dall’industria conciaria. Il Brasile esporta l’80% delle pelli bovine che produce (40,7 mln di pelli in dieci anni). L’Ue ne acquista circa il 20% dell’import globale. L’Italia detiene anche il record mondiale di importazione di legna da ardere ed è il primo importatore europeo di pellet, che finiscono nei caminetti delle nostre case e nei forni per cuocere la pizza. Ma anche il boom della coltivazione di alberi da gomma (pneumatici e materassi) sta diventando un problema e l’avocado mania sta mettendo in crisi la farfalla monarca, essenziale impollinatore degli ecosistemi forestali.
Ogni anno perdiamo circa 10 milioni di ettari a causa della conversione di foreste in terreni agricoli, ma nelle foreste vive circa l’ 80% delle specie animali e vegetali terrestri del Pianeta e la loro perdita ha effetti diretti sul cambiamento climatico e sulla nostra stessa salute. Abbiamo una responsabilità enorme come consumatori: possiamo ridurre il consumo di carne, preferire caffè proveniente da aziende certificate (anche se al momento solo il 20% lo sono) e scegliere prodotti in pelle manufatti da aziende che investono in filiere trasparenti e forest-friendly, o che utilizzano materiali alternativi. La certificazione di prodotti di largo consumo, così come la riduzione di alimenti dentro i quali si nasconde la deforestazione, poi, è la strada da seguire. Oltre 1 milione di persone ha già partecipato alla campagna #Together4Forests per chiedere una legge europea contro la deforestazione. Firmando il modulo ognuno potrà firmare e fare la sua parte.
Per sostenere i progetti in difesa della biodiversità e in particolare delle foreste il Wwf ha anche lanciato la Campagna natalizia “A Natale mettici il cuore”: con l’adozione di una specie a rischio, dal gorilla al koala, si aiuterà il Wwf a portare avanti i suoi progetti di conservazione in tutto il mondo. Fermiamo il disastro ambientale con le nostre scelte.