Emma Dante sfata le fate. Forse era l’ultima frontiera finora rimasta intonsa allo sguardo che tutto rimescola della drammaturga e regista siciliana. Ma non poteva tardare ad arrivare il nuovo mondo delle fiabe di Emma in cui i Cappuccetto rosso sono due – una grassa e l’altra magra – la loro mamma “in forma” si palesa in tutto il suo peso, ubriaca, barcollante e con tanta voglia di evadere… ma cosa c’entrano Hansel e Gretel? E le molliche lasciate sulla sentiero per ritrovare il cammino non erano un’idea di Pollicino? E la mela non era di Biancaneve?
Le “nuove fiabe” si mescolano e riescono a testa in giù nel libro E tutte vissero felici e contente (La nave di Teseo, pp. 240, 22 euro), dove, come in un bussolotto che tutti gli stereotipi fa girare e riappiana, scuotendo l’inconscio, Freud, le paure e le viltà, i personaggi una volta eroi sono svelati in tutta la loro umanità. Senza anticipare oltre, ché lo stupore di queste favole contemporanee sta nello straniamento dato dal miscuglio di attori, generi, comprimari, spettatori e incursioni varie, citiamo alcuni degli elementi che le rendono una nuova tradizione: il siciliano della regina madre di Rosaspina addormentata, la sovrana ghiotta di frittata di cipolle, la figlia che al risveglio ignora la “Prima e seconda guerra mondiale, gli anni Settanta, i Beatles, la televisione, i matrimoni gay, facebook…”, le fate arancina, pistacchina e bordona. Il principe col casco e il volto coperto, principe poi, chissà, se alla fine “vissero felici e contente”. Di Biancaneve e i nani diciamo solo che le illustrazioni di Maria Cristina Costa resteranno impresse nella memoria di grandi e bambini. Ahi, i nani! Viene da dire “è proprio così che li ho sempre immaginati”. E non si tratta di svecchiare, di fare solo un gioco di incroci di storie, di fantasia fine a se stessa: Emma Dante fa perdere e ritrovare la strada ai lettori degli anni Duemila, ancora e sempre appassionati di fate e fiabe, lungi però dal saper riconoscere nel calore del racconto un castello, una balia, un duello, una pozione miracolosa o un nanetto. Ma poi il cammino si ritrova, un cammino nuovo, in cui Cenerentola viene usurpata anche del titolo e lo svolgimento si riassume ne “il principe cerca moglie”. Ah, siete avvisati, l’happy end non è per tutt@.