Liberté, contagé, trapassé: guidati dal Robespierre lombardo Attilio Fontana (“comprendo chi viola divieti incomprensibili e assurdi”), i giacobini del Covid inneggiano alla rivoluzione contro le limitazioni festive del perfido Conte. Sventolano copie di Libero che incitano (istigano?) alla rivolta tuonando: “Importante è disobbedire”. Pendono dall’ugola sdegnata di Mario Giordano (e di Iva Zanicchi). Riscoprono gli affetti più cari, a cominciare dai nonnini di cui ignoravano l’esistenza in vita, e che adesso come non mai bramano di sbaciucchiare cantando Che sarà sarà.
Purtroppo c’è poco da ridere, e speriamo che non ci sia molto da piangere quando il 6 gennaio si faranno i conti con gli intrepidi patrioti del virus natalizio. Con l’augurio che non sia un bilancio salatissimo in termini di vittime, come dopo la scatenata estate del contagiatevi allegramente e così sia. C’è del metodo in questa follia, a cominciare dal presidente della Regione Lombardia, ormai sovrapponibile (col degno sodale Gallera) alla macchietta che ne fa Maurizio Crozza. Travolto dai camici del cognato, dai soldi nei paradisi fiscali, dal flop dei vaccini antinfluenzali, Fontana cerca rifugio presso il ribellismo di più bassa Lega, indegno di chi ricopre una così importante carica istituzionale.
Quanto poi all’odio per il premier, si può comprendere che si usino tutti i mezzi, anche i più biechi per disarcionarlo e mandarlo a casa. Si resta però di sasso quando per fomentare l’implacabile crociata ci si percuote appassionatamente gli zebedei. Perché, cari colleghi di Libero, si ha un bel dire che “basta il buon senso per evitare norme incomprensibili”.
Purtroppo il buon senso è criterio abbastanza opinabile. Così come tutto può essere “incomprensibile” per chi non possiede capacità di giudizio e di comprendonio. Dio non voglia che pur di ottemperare al vostro appello alla disobbedienza, qualcuno un giorno non vi (ci) starnutisca in faccia, sostenendo che la mascherina comprime i diritti costituzionali (sì, abbiamo letto anche questo). Infine, a sostegno del facciamo come ci pare, citate una frase di Indro Montanelli: “Più che comandare io preferisco disobbedire”. Che però risulta abbia anche detto: “Non c’è alleato più prezioso di un nemico cretino”.