“La libertà di stampa in Italia soccombe alle mire pubblicistiche e di greenwashing di @eni. Solidarietà a @ilfattoquotidiano contro il quale ha indetto una maxi-causa! #eniricattoquotidiano #ciavvelEni”. È solo il primo dei vari tweet con cui ieri Fridays for Future, il movimento contro il riscaldamento del pianeta, ha attaccato la compagnia energetica protestando per la causa monstre intentata al Fatto esprimendoci piena solidarietà”.
La richiesta di risarcimento che ci è pervenuta non è avvenuta per un singolo articolo ritenuto diffamatorio, ma per tutti i vari articoli, inchieste, cronache e commenti pubblicati negli ultimi anni. Citati per avere scritto, quindi, articoli sgraditi a Eni. Come si vede, e come abbiamo già rilevato con l’articolo di Gianni Barbacetto, è un attacco mai visto prima e che proviene da una società a controllo pubblico. Anzi, da una società la cui presidente, Lucia Calvosa, è stata indicata da quel nugolo di giornali e giornalisti a guardia dei poteri forti come, addirittura, espressione del Fatto a causa della sua precedente presenza nel Cda di Seif, il nostro editore.
Più che manovrieri occulti delle nomine nelle compagnie di Stato, la campagna dei giovani ambientalisti dimostra invece che siamo in sintonia con il movimento giovanile che ha a cuore l’ambiente.
Nonostante la giovane età, non sfuggono loro alcuni fondamentali dei rapporti tra i poteri e il ruolo dell’informazione. Per il Fatto ancora una prova della sua collocazione in questa battaglia.