L'analisi

Meno lavoro e consumi, ma anche meno viaggi: i nuovi parametri per misurare la crisi

Il Financial Times ha selezionato alcuni indici economici non convenzionali per descrivere le evoluzioni dell’economia mondiale in modo più rapido e adeguato rispetto agli indicatori standard. I dati mostrano una ripresa molto lenta, con una seconda ondata che di certo non aiuta

Di Financial Times*
21 Dicembre 2020

Dopo il temporaneo rilassamento estivo, il mondo si trova in piena seconda ondata di Covid-19, in un contesto economico di recessione che non ha eguali dagli anni ’30 a questa parte. Nei paesi che hanno allentato le misure restrittive durante l’estate le attività economiche avevano iniziato a recuperare, ma ora la ripresa si scontra con un nuovo giro di vite, conseguente alla risalita dell’indice di contagio.

I dati economici ufficiali fotografano un arco temporale che precede di diverse settimane, se non di mesi, la data della loro pubblicazione e risultano quindi già superati dai fatti, soprattutto in contesti come quello attuale. Per questo motivo, per fornire una descrizione più adeguata delle rapide evoluzioni che stanno interessando l’economia globale, il Financial Times ha individuato una serie di indici alternativi, che sono sintetizzati nei grafici qui di seguito. Le tabelle vengono aggiornate con regolarità, e nuovi indicatori si aggiungono mano a mano che diventano disponibili. L’ultimo in ordine di tempo riguarda i dati del traffico aereo raccolti dal sito Flightradar24.

Tasso di occupazione


Al livello internazionale, le statistiche ufficiali sulla disoccupazione scontano il fatto di essere difficilmente raffrontabili, a causa dell’alta variabilità dei utilizzati da un paese all’atro. Esistono però una serie di dati alternativi che possono aiutare a far luce sull’impatto che la crisi pandemica sta avendo sul mercato del lavoro. Una crisi che per milioni di persone si è già tradotta nella perdita del posto di lavoro o nell’obbligo di affidarsi agli ammortizzatori sociali.

Uno di questi indicatori economici alternativi sono gli annunci pubblicati sul sito Indeed.com. I dati della piattaforma mostrano che in termini di ricerca e offerta di lavoro la ripresa è molto timida. Oltre a questo, si può vedere che nei paesi (come gli Stati Uniti), dove non sono state varate misure di estensione degli ammortizzatori sociali o di blocco dei licenziamenti, si è verificato un aumento sia del tasso di disoccupazione che del numero di annunci di lavoro pubblicati.

Spesa al consumo


In moltissimi paesi la spesa delle famiglie rappresenta una fetta molto consistente dell’economia. Per questo si può affermare che la ripresa economica dipenda in larga misura dalla riconquista della fiducia da parte dei consumatori, ovvero dal fatto che tornino a spendere come facevano prima.

Per monitorare quasi in tempo reale la spesa al consumo si possono utilizzare i dati di Google Mobility, in particolare quelli relativi al traffico pedonale nelle zone ad alta densità di commercio al dettaglio e nei luoghi di intrattenimento. Questi dati mostrano che dopo un’iniziale ripresa della mobilità, con l’attuale risalita dei contagi sempre meno persone tendono a frequentare i luoghi affollati per fare acquisti. Lo stesso vale per i cinema. Dopo una fase di graduale ritorno in sala, l’affluenza oggi è di nuovo crollata in tutti i paesi, parallelamente alla crescita dei casi di Covid-19.

Viaggi e turismo

Il turismo è senza dubbio uno dei settori più colpiti dalle misure di lockdown e dai divieti di spostamento introdotti tra marzo e aprile del 2020. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, a livello globale i viaggi nel 2020 registreranno un crollo compreso tra il -58% e il -78%. La stessa agenzia Onu stima inoltre che siano tra 100 e 120 milioni i posti di lavoro a rischio nel settore.

Con l’allentamento dei lockdown e la riapertura delle frontiere in Asia e in Europa, i numeri delle prenotazioni di voli e alberghi erano ripartiti al rialzo, segnando una ripresa, seppur lenta, della mobilità internazionale. Ora invece, come mostrano chiaramente i dati del sito seetransparent.com, la seconda ondata pandemica ha prodotto un altro crollo: chiunque programmi un viaggio, oggi, lo fa con estrema cautela.

A gennaio del 2020, prima dello scoppio della crisi, i dati di Flightradar24 mostravano un volume del traffico aereo commerciale in crescita rispetto all’anno precedente. Ma tra fine marzo e inizio aprile i numeri sono caduti in picchiata, scendendo a un terzo dei livelli registrati nel 2019. I grafici descrivono una ripresa tuttora molto lenta, chiaramente appesantita dal calo del turismo e dei viaggi d’affari.

*Analisi dei dati e grafici di Steven Bernard, John Burn-Murdoch, Caroline Nevitt, Alan Smith, Cale Tilford, Keith Fray e Aleksandra Wisniewska. Editing a cura di Adrienne Klasa.

Traduzione di Riccardo Antoniucci

Fonte: FT

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