Appelli e denunce
Trivelle, è ora di dire basta
“La cancellazione dal Dl Milleproroghe della norma che avrebbe stabilito lo stop alla ricerca e alla coltivazione di idrocarburi su tutto il territorio nazionale è una cattiva notizia per il nostro paese. La mancanza di provvedimenti che proseguano l’opera già avviata con la moratoria sancita nel febbraio 2019, in scadenza tra meno di due mesi, potrebbe infatti portare in Italia a nuove ricerche di gas e petrolio in terra e mare”. È la denuncia dell’associazione Greenpeace. “Siamo in emergenza climatica ed è bene che tutte le fonti fossili restino dove sono: sottoterra. Quello di cui abbiamo invece bisogno è una rapida e giusta transizione energetica basata sulle rinnovabili, che porterebbe benefici al clima, all’ambiente e all’economia, con la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro. Il governo sia coerente e rispetti gli impegni – presi sia con l’Ue che con le italiane e gli italiani – per una transizione energetica che contrasti la crisi climatica in corso e dia impulso alle fonti pulite e all’efficienza energetica. Inoltre, insieme ad altre associazioni chiediamo inoltre al ministero dello Sviluppo economico di implementare il piano di smantellamento delle vecchie piattaforme improduttive che stanno letteralmente marcendo in mezzo al mare”.
Allarme dell’Onu: “Quotare in Borsa l’acqua è minaccia ai diritti umani”
A dicembre scorso, il Gruppo Cme, Chicago Mercantile Exchange & Chicago Board of Trade, azienda operante nel mercato finanziario statunitense, ha lanciato il primo contratto futures sull’acqua al mondo. Consente ad acquirenti e venditori di barattare un prezzo fisso per la consegna di una quantità fissa di acqua in una data futura. Ma Pedro Arrojo-Agudo, professore di Economia ed esperto delle Nazioni Unite sull’acqua e sui diritti umani, ha espresso preoccupazione per la creazione del primo mercato mondiale dell’acqua, che potrebbe invitare la speculazione dei finanzieri che lo scambierebbero come altre materie prime come l’oro e il petrolio. “Non si può dare un valore all’acqua come si fa con altre materie prime scambiate”, ha detto Pedro Arrojo-Agudo. “L’acqua appartiene a tutti ed è un bene pubblico. È strettamente legata a tutte le nostre vite e mezzi di sussistenza ed è una componente essenziale per la salute pubblica”. Oltre agli agricoltori, alle fabbriche e alle società di servizi pubblici che cercano di bloccare i prezzi, un simile mercato dei futures potrebbe anche attirare speculatori come gli hedge fund e le banche a scommettere sui prezzi, ripetendo la bolla speculativa del mercato alimentare nel 2008.
Fonte: The Office of the High Commissioner for Human Rights (Onu)
Studi e rapporti
La ripresa verde dalla pandemia è essenziale per colmare il divario di azione sul clima
Una ripresa verde dalla pandemia potrebbe ridurre fino al 25% le emissioni di gas serra previste per il 2030 e avvicinare il mondo al raggiungimento dell’obiettivo dei 2°C dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Lo sostiene un nuovo rapporto dell’Unep (United Nations Environment Program). L’Emission Gap Report 2020 rileva che, nonostante un calo delle emissioni di anidride carbonica del 2020 causato dalla pandemia COVID-19, il mondo si sta ancora dirigendo verso un aumento della temperatura superiore ai 3°C in questo secolo. Tuttavia, se i governi investissero nell’azione per il clima come parte della ripresa dalla pandemia e consolidassero gli impegni emergenti di riduzione delle emissioni con impegni rafforzati al prossimo incontro sul clima – che si terrà a Glasgow nel novembre 2021 – potrebbero portare le emissioni a livelli sostanzialmente coerenti con i 2°C di obiettivo. Le misure per dare la priorità alla ripresa fiscale verde includono il sostegno diretto per le tecnologie e le infrastrutture a emissioni zero, la riduzione dei sussidi ai combustibili fossili, l’assenza di nuove centrali a carbone e la promozione di soluzioni basate sulla natura, tra cui il ripristino e il rimboschimento del paesaggio su larga scala.
Fonte: United Nations Environment Program
Tutti i danni sulla salute del cambiamento climatico secondo il Report 2020 del gruppo The Lancet Countdown
Per il rapporto Lancet Countdown on health and climate change 2020, sul legame tra salute e cambiamento climatico redatto dal gruppo di esperti The Lancet Countdown, sono stati sviluppati nuovi indicatori per esplorare la mortalità correlata al calore, la migrazione e lo sfollamento delle popolazioni, la possibilità di accedere a spazi verdi urbani, i benefici per la salute delle diete a basse emissioni di gas serra, i costi economici del calore estremo e della perdita di capacità lavorativa. Secondo il rapporto, il cambiamento climatico interagisce con le disuguaglianze sociali ed economiche esistenti ed esacerba le tendenze all’interno e tra i paesi. Molte pratiche e politiche carbon-intensive che causano scarsa qualità dell’aria, del cibo e delle abitazioni, danneggiano in modo sproporzionato la salute delle popolazioni svantaggiate rispetto a quelle economicamente più avvantaggiate. In pratica le temperature estreme colpiscono maggiormente le popolazioni vulnerabili. È aumentata in tutto il mondo l’idoneità climatica per la trasmissione di una serie di malattie infettive – febbre dengue, malaria e quelle causate da batteri Vibrio. Allo stesso tempo, il potenziale di resa delle colture è diminuito per ciascuna delle principali colture monitorate, con conseguenze disastrose previste per le popolazioni che già soffrono di insicurezza alimentare. La sicurezza alimentare globale è minacciata dall’aumento delle temperature e dall’aumento della frequenza di eventi estremi. Negli ultimi 20 anni si è registrato un aumento del 53,7% della mortalità correlata al calore nelle persone di età superiore ai 65 anni, che, come si è detto ha portato a un totale di 296.000 decessi nel 2018.
Fonte: Associazione Italiana Medici per l’Ambiente
Clima, il bilancio degli impatti in Italia nel 2020
Il 2020 è un anno complesso e difficile segnato non solo dalla pandemia, ma anche da un clima sempre più “impazzito” con temperature in aumento e fenomeni meteorologici intensi ed estremi dovuti alla crisi climatica. Preoccupa la situazione dell’Italia con un 2020 segnato da un aumento della temperatura media e un’estate nel complesso più calda e con precipitazioni sopra la media. L’anomalia termica complessiva è stata di +1.5°C, la sesta più elevata degli ultimi 60 anni. In crescita anche gli eventi estremi e in particolare il fenomeno delle trombe d’aria: nel 2020 nella Penisola, segnata anche quest’anno da nubifragi, siccità, trombe d’arie, alluvioni, ondate di calore sempre più forti e prolungate, sono stati registrati 239 fenomeni meteorologici intensi – dato in crescita rispetto ai 186 eventi del 2019 – e 20 vittime. 101 sono stati i casi di allagamenti da piogge intense; 80 casi, invece, di danni da trombe d’aria – in forte aumento rispetto alle 48 del 2018 ed alle 69 del 2019, 19 esondazioni fluviali, 16 danni alle infrastrutture, 12 casi di danni da siccità prolungata, 10 di frane causate da piogge intense. In aumento anche gli eventi che riguardano due o più categorie, ad esempio casi in cui esondazioni fluviali o allagamenti da piogge intense provocano danni alle infrastrutture. È questa la fotografia scattata dall’Osservatorio CittàClima di Legambiente che traccia un bilancio complessivo sugli eventi estremi che hanno colpito l’Italia nel 2020.
Come la pandemia ha oscurato l’ambiente sui mezzi di comunicazione
Il 2020 si prospettava l’anno della svolta green per arrestare la crisi climatica, invece è diventato l’anno del virus. La pandemia, travolgendo il Pianeta, ha concentrato su di sé l’attenzione di tutti i media riscrivendo le priorità dell’agenda globale e rallentando la promozione dello sviluppo sostenibile.
A questo proposito, l’Osservatorio Sostenibilità e Ambiente ha presentato il 17 dicembre il Rapporto Eco-Media intitolato “L’informazione ambientale in Italia”. In un arco di quattro mesi, l’indagine ha selezionato dieci parole chiave (o keyword) e ne ha analizzato la ricorrenza all’interno di telegiornali, testate web e social network. Dall’analisi si evince che la pandemia ha influenzato tutti i servizi: dalla politica alla cultura, dall’economia allo sport.
Non c’è notiziario televisivo in cui non siano menzionate le parole ‘covid-19/coronavirus’: tra i sei telegiornali osservati, questa keyword predomina sulle altre nove. Tuttavia, dall’analisi emerge una sensibilità differente sul tema green. Per il Tg1 l’attenzione alle questioni sostenibili è molto forte così come nel Tg di Tele 2000, l’unico telegiornale locale tra quelli monitorati. I sette quotidiani web selezionati sono stati scelti con l’obiettivo di ricostruire un quadro il più possibile completo dell’informazione digitale. Dopo ‘covid-19/coronavirus’, le keyword più menzionate da Repubblica sono ‘ambiente’ e ‘clima’, mentre nel Corriere della Sera, il 29% degli articoli analizzati tratta argomenti green contro il 16% del The Post Internazionale. Nel Sole24ore.com, l’ambiente non è al centro dell’informazione offerta; tuttavia occorre segnalare che – come ne Ilfattoquotidiano.it – ci sono diversi articoli che legano i termini ‘covid-19/coronavirus’ alle keyword ambientali. Ciò che emerge dal Rapporto Eco-Media 2020 è una riduzione dello spazio dedicato alle tematiche tradizionali, tra cui quelle ambientali. Nonostante vari studi scientifici abbiano messo in relazione pandemia e tematiche sostenibili, i media non hanno colto l’occasione per approfondire questa correlazione.
Fonte Alleanza Italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis)
Acquisti on line: crescono i rifiuti
Secondo i dati del Department of Commerce, nel secondo quadrimestre del 2020 i consumatori americani hanno speso 211 miliardi di dollari online, il 16 per cento del totale degli acquisti, segnando un aumento del 44,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Nonostante una lieve flessione nel terzo quadrimestre dovuta alla riapertura dei negozi, l’e-commerce sembra il grande vincitore dell’anno che sta per finire. A conferma, basta citare un dato: nel secondo quadrimestre dell’anno, Amazon ha registrato un aumento del 40 per cento delle vendite per una cifra record pari a 88.9 miliardi di dollari.
Tutti questi acquisti arrivano nelle case dei consumatori imballati in confezioni spesso sovradimensionate. Secondo il rapporto mensile sui contenitori in cartone pubblicato lo scorso luglio dall’American Forest & Paper Association, nel primo semestre del 2020, la produzione di questi contenitori negli Usa è stata del 5 per cento maggiore rispetto allo stesso periodo del 2019. E non c’è solo cartone nei pacchi consegnati nelle nostre case: spesso le confezioni contengono plastica e polistirolo per proteggere i prodotti in esse contenuti. Secondo il rapporto E-Commerce Plastic Packaging – Global Market Outlook, il mercato globale degli imballaggi in plastica per l’e-commerce raggiungerà i 28,60 miliardi di dollari nel 2027, quando nel 2019 ammontava a 9,62 miliardi. Il rapporto cita la crescente penetrazione di Internet e degli acquisti online tra i fattori principali di questa crescita.
Buone notizie e buone pratiche
Arriva la nuova Direttiva UE sull’acqua potabile
Il Parlamento europeo ha approvato l’accordo con i Paesi Ue sulla nuova Direttiva sull’acqua potabile. Il testo legislativo è stato adottato in seconda lettura, senza emendamenti. La Direttiva Ue sull’acqua potabile approvata in via definitiva dal Parlamento europeo darà un migliore accesso all’acqua di rubinetto di alta qualità, specie per i gruppi vulnerabili a cui sarà garantita così l’erogazione. A questo fine saranno aumentate le soglie di sicurezza degli agenti contaminanti, imponendo limiti più severi per alcuni inquinanti, tra cui il piombo, e verranno incrementati i monitoraggi. Entro l’inizio del 2022, la Commissione redigerà e monitorerà un elenco di sostanze o composti. Tra queste vi saranno i prodotti farmaceutici, i composti che alterano il sistema endocrino e le microplastiche. La Commissione stilerà, inoltre, un elenco Ue dove saranno indicate le sostanze autorizzate a venire a contatto con l’acqua potabile. Altro punto importante: la fornitura gratuita di acqua negli edifici pubblici dovrebbe incoraggiare ristoranti, mense e servizi di catering a offrire ai clienti l’acqua gratuitamente o a basso costo, e i Paesi Ue dovranno, inoltre, adottare delle misure per migliorare l’accesso all’acqua dei gruppi vulnerabili, come i rifugiati, le comunità nomadi, i senzatetto e le culture minoritarie come Rom e Sinti. Le nuove norme, che mirano a offrire acqua di rubinetto di alta qualità in tutta l’Ue, sono la risposta alle richieste di oltre 1,8 milioni di Europei che hanno firmato la prima Iniziativa europea dei cittadini di successo, “Right2Water”, a sostegno del miglioramento dell’accesso all’acqua potabile sicura. Questo farà in modo che le persone possano rinunciare più facilmente all’acqua in bottiglia.
Fonte: Water Grabbing Observatory
Acciaieria a idrogeno: in Austria nasce l’impianto più grande al mondo
Sorgerà in Austria la più grande acciaieria a idrogeno al mondo, quindi a emissioni zero, che usa l’H2 al posto del carbone. Il progetto è di Mitsubishi Heavy e l’impianto, una volta ultimato, sarà operato dall’azienda siderurgica austriaca Voestalpine. Grazie all’utilizzo del vettore energetico pulito, lo stabilimento segnerà un record e contribuirà a decarbonizzare un settore, quello dell’industria siderurgica, che a livello globale ha prodotto più di 2 miliardi di tonnellate di anidride carbonica nel 2018, vale a dire un raddoppiamento in meno di 20 anni. L’impianto localizzato in Austria avrà una capacità produttiva di 250mila tonnellate di prodotti in acciaio all’anno. L’idrogeno verrà impiegato per alimentare il processo di riduzione dei minerali ad alto contenuto di ferro (che si trovano in genere in natura sotto forma di ossidi), ovvero la fase durante la quale viene normalmente prodotto il volume maggiore di emissioni. Circa il 7% delle emissioni globali di CO2 sono legate all’industria dell’acciaio, principalmente a causa del carbonio necessario per estrarre l’ossigeno dall’ossido di ferro.
Parco Regionale Sirente Velino, storica vittoria contro il cemento
Dopo anni di lotta per impedire un piano di lottizzazione per edifici residenziali irregolare nell’Altopiano delle Rocche, arriva la vittoria con sentenza definitiva del Consiglio di Stato, dopo il ricorso principale e due ricorsi successivi. Anni di lotte delle associazioni Lipu, Italia Nostra e Mountain Wilderness – partite dal 2011 quando il Comune di Rocca di Mezzo adottava il piano di lottizzazione per edifici residenziali nell’Altopiano delle Rocche e nel 2016 ne sosteneva la definitiva approvazione – hanno portato alla vittoria definitiva, grazie a una chiara sentenza del Consiglio di Stato, dopo il ricorso principale al Tar e due ricorsi successivi. Oltre alla soddisfazione per la vittoria a tutela dei beni comuni, nella sentenza alle tre associazioni viene riconosciuta una compensazione complessiva di 20.000 euro.
Nuove piante per mitigare il cambiamento climatico
Se in passato si è puntato esclusivamente a migliorare le caratteristiche produttive e tecnologiche delle piante, oggi è urgente selezionare e creare nuove piante che possano contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico cercando di aumentare allo stesso tempo le potenzialità produttive delle varietà attualmente coltivate. È quello che sostengono i ricercatori Lorenzo Genesio, Franco Miglietta (Istituto per la bioeconomia del Centro Nazionale delle Ricerche) e Roberto Bassi (Università di Verona) nell’Opinion paper appena pubblicato sulla rivista Global Change Biology in cui spiegano come l’avvento di una nuova generazione di piante a basso contenuto di clorofilla potrebbe essere un’arma in più nella lotta al cambiamento climatico.
Fonte: Consiglio Nazionale delle Ricerche
Boom della bicicletta, gli effetti del covid sulla mobilità
Gli effetti del lockdown e della pandemia sulla mobilità urbana, sono l’oggetto del nuovo dossier dal titolo Covid Lanes di Legambiente. Nel 2020 abbiamo scoperto che è possibile realizzare, anche in pochi giorni, corsie riservate alle bici con costi contenuti e interventi leggeri, lungo gli assi prioritari e le tratte più frequentate. Interventi minimi che possono essere sviluppati successivamente con l’aggiunta di protezioni e la definizione di passaggi esclusivi mirando a trasformarli, nei mesi successivi, in vere ciclabili. Sono le cosiddette ciclabili pop-up, realizzate dopo il lockdown in ogni parte del mondo, quando sono stati annunciati, stando alle stime della European Cyclists Federation (ECF), oltre 2.300 km di nuovi tratti, e realizzati più di 1.000 km con oltre un 1 miliardo di euro di investimenti in tutta Europa. Il dossier di Legambiente, che prende in esame le città italiane, rileva complessivamente oltre 193 chilometri di ciclabili pop-up: Milano è la città italiana con più chilometri realizzati, ben 35, seguita da Genova con 30.
Il sostanzioso aumento dell’utilizzo della bicicletta è descritto anche nei monitoraggi della popolare applicazione Google Maps, che ha registrato il numero di richieste di indicazioni stradali in bicicletta in tutto il mondo, tra febbraio e giugno, rilevando un aumento globale delle richieste pari al 69%. L’Italia non fa certo eccezione: basta infatti considerare il notevole incremento di vendite di biciclette che nel mese di maggio 2020 è stato del 60% in più rispetto al venduto nello stesso periodo dell’anno precedente, certamente anche grazie allo stanziamento degli incentivi governativi.