Il mercato libero del vaccino anti Covid-19 funziona esattamente come tutto il resto. Chi paga di più ha il servizio migliore. L’annuncio a sorpresa del colosso Usa Pfizer di dover ritardare le consegne di quasi un terzo delle dosi pattuite ha colpito praticamente solo l’Europa, con i risultati che si stanno vedendo in questi giorni in Italia, e il motivo sta nei prezzi a cui ogni governo sta pagando i vaccini alle compagnie farmaceutiche che li producono. L’Unione europea ha strappato un contratto molto vantaggioso per comprare il vaccino Pfizer-Biontech: paga circa 5 dollari in meno a dose degli Stati Uniti, quasi 15 in meno di Israele.
Quello che poche settimane fa sembrava un affare, ora si sta però rivelando una fregatura. Consegne in ritardo significa meno persone vaccinate, ma anche vaccini sprecati se non si riescono a fare i richiami come da programma. Per questo molti leader dell’Unione europea si sono infuriati con Pfizer, che ha sviluppato il vaccino insieme alla tedesca Biontech. Il governo italiano ha fatto sapere di voler valutare eventuali azioni legali contro la società. “La nostra campagna rallenta per mancanza della materia prima”, ha detto ieri il commissario straordinario Domenico Arcuri.
Pfizer, che ha promesso di recuperare il ritardo entro metà febbraio, ha motivato l’annuncio a sorpresa con l’enorme richiesta del mercato. L’azienda ha detto di essere stata costretta ad aumentare la produzione di colpo, da 1,3 miliardi a 2 miliardi di dosi. Questo è l’obiettivo per il 2021 e anche la causa del ritardo. Per aumentare la produzione in futuro, Pfizer ha deciso infatti che adesso bisogna fermare lo stabilimento di Puurs, in Belgio, così da ingrandirlo. È quello che produce le dosi di vaccino per tutti i Paesi europei. Ma perché Pfizer ha scelto di ritardare le consegne proprio in Europa e non negli Stati Uniti, dove pure produce il vaccino, oppure in altre nazioni?
Sapere quanto stanno spendendo i governi del mondo per comprare vaccini dalle varie società che si battono sul mercato sarebbe utile per capirlo, ma le cifre sono segrete, nessun governo le ha pubblicate, men che meno per ora le compagnie private. I numeri usciti finora sono frutto di dichiarazioni di politici, annunci di finanziamenti alla ricerca e articoli dei giornali. La società di ricerche londinese Airfinity li ha messi insieme in uno studio appena aggiornato: una mappa dei prezzi applicati ai vari Paesi del mondo per acquistare il vaccino contro il Covid-19, il business del momento (e forse del futuro). Lo studio mostra che i prezzi a cui vengono comprate le dosi sono molto diversi tra loro, e che chi ha speso di più sta avendo il trattamento migliore.
Pfizer-Biontech, i primi a vedersi autorizzare in Europa e Nord America, sono anche i più cari di tutti: 14,50 dollari a dose dall’Unione europea, 19,50 dollari dagli Stati Uniti, 28 dollari da Israele. La compagnia punta a produrre quest’anno 2 miliardi di dosi. A una media di 20 dollari a dose, fanno 40 miliardi di dollari tondi. Una benedizione per gli investitori finanziari che scommettono sul titolo Pfizer a Wall Street.
Ma l’affare del vaccino anti-Covid ha solo iniziato a gonfiarsi, e i giocatori in campo sono tanti. C’è una pattuglia di società che punta a spartirsi il mercato mondiale. In Italia oltre a Pfizer è arrivata Moderna, finanziata quasi interamente dal governo degli Usa. Fornirà 160 milioni di dosi. Il prezzo contrattato con l’Unione europea da Moderna è di 18 dollari a dose, più alto di quello degli Stati Uniti (15 dollari). La Cina ha sviluppato rapidamente il suo vaccino con Sinopharm e lo vende nel mondo, dall’Indonesia al Brasile agli Emirati Arabi Uniti. La Russia è coperta con il vaccino nazionale Sputnik che vende anche all’estero. In teoria i prezzi dovrebbero abbassarsi in futuro, ma molto dipende dal progetto sviluppato da Astrazeneca insieme all’Università di Oxford, il vaccino più finanziato in assoluto. Il prezzo negoziato con l’Ue è di 2,50 dollari a dose, simile per gli altri Paesi del mondo. Ora la società è in attesa del via libera dell’Ema.