È Antonio, ultrasessantenne dell’Avana la vittima numero 200 cubana del Covid-19. Da quasi due settimane la Capitale, come tutta Cuba, assiste allarmata all’aggressività che mostra la seconda ondata del coronavirus nell’isola. I contagi quotidiani ormai superano quota 600, i casi gravi aumentano e con essi le morti.
L’Avana da ieri è soggetta a nuove misure restrittive come la proibizione per i minori di circolare in spazi pubblici. Le scuole sono chiuse da due settimane. Sono ripresi i controlli a tappeto in ogni quartiere specialmente sulla salute dei soggetti a rischio – anziani e persone con patologie – nel quale sono impiegati anche gli studenti di Medicina. Vietate le riunioni e feste familiari specie con i parenti cubano-americani giunti in visita nell’isola, considerate uno dei fattori principali del rebrote, scoppio di nuovi focolai. Nelle famiglie e nelle interminabili code di fronte a negozi di alimentari non si parla d’altro. Con ansia e preoccupazione, dato che la pandemia si aggiunge agli effetti di una profonda e necessaria riforma cambiaria e monetaria che ha prodotto una forte inflazione.
In questo quadro, Vincente Vérez, direttore dell’istituto Finlay, ha annunciato che la fase 2a e 2b ( quest’ultima in corso) di sperimentazione del Soberana 02 mostrano “una grande sicurezza e una potente e prolungata risposta immunitaria”. Così a marzo inizierà la fase 3 con la somministrazione di 150 mila vaccini su volontari cubani e, in contemporanea, su 50 mila volontari in Iran, dopo un accordo con l’Istituto Pasteur di Teheran. L’Iran infatti progetta di iniziare nelle prossime settimane la produzione di Soberana 02 anche in vista di una distribuzione in Paesi dell’area mediorientale. Venezuela, Vietnam e Pakistan sono interessati all’acquisto dell’antidoto e vi è un accordo con l’India per sperimentazione e ricerca.
Vérez spiega che la “scommessa” di Cuba di puntare su un proprio vaccino aveva solide basi: “Produrremo 100 milioni di unità entro l’anno e saremo l’unico Paese al mondo ad avere sieri gratuiti per tutti i cittadini, interamente prodotti con tecnologia cubana e finanziati dallo Stato cubano”. “Otto dei 13 vaccini che impieghiamo nel programma di immunizzazione nazionale sono di produzione cubana. E alcune basi di tali vaccini sono impiegate negli attuali candidati cubani al siero contro Covid-19”.
Assieme a Soberana 02, infatti, l’istituto Finlay ha sviluppato e produce anche Soberana 01 in fase 2 di sperimentazione e indirizzata soprattutto ai pazienti guariti dal virus, ma che hanno sviluppato pochi anticorpi o continuano a essere positivi. Le prime vaccinazioni di emergenza – medici soprattutto – sono previste ad aprile.
Entrambi i sieri “sono composti da sub-unità”, spiega l’immunologo italiano Frabrizio Chiodo (professore di Chimica all’Università dell’Avana) che ha partecipato al “disegno” di Soberana 01 e 02 . “Della proteina S – componente del virus SarsCov2 – i sieri cubani utilizzano la parte che è involucrata nel contatto con il ricettore della cellula infettata, il Rbd (receptor-binding domain o regione di unione col ricettore, l’estremo delle “spine” che possiede il virus, ndr) che è anche il punto dove il sistema immunitario umano sviluppa la sua risposta”. Nel caso di Soberana 02, scrive Chiodo “si unisce il Rbd con il toxoide tetanico, base del vaccino del tetano usata anche in altri vaccini cubani, come quello QuimiHiB (il primo vaccino sintetico, secondo una pubblicazione della rivista Science del 2004)”. Si tratta, afferma l’immunologo italiano “di piattaforme valide, utilizzate già per vaccini per bambini, stabili a temperatura ambiente e che si possono conservare in un comune frigo”, con maggiore flessibilità e minore costo.
Di costo del vaccino più avanzato e promettente, Soberana 02, Vérez non ha parlato. Ma ha messo in chiaro che “non siamo una multinazionale che mira al profitto, terremo conto di una combinazione tra umanità e impatto nella salute mondiale, come della necessità di finanziare la produzione di medicinali cubani”. Inoltre, ha aggiunto che non vi è una patente e che tutti i dati sono resi pubblici in Internet.
Assieme a Soberana 01 e 02, si stanno sviluppando nell’isola altri due vaccini, Abadala e Mambisa, prodotti nel Centro di ingegneria genetica e biotecnologica (BioCubaFarma). Anche questi finanziati dal Fondo cubano per la scienza e innovazione e dal ministero della Scienza. Abdala è passata ieri alla fase 2, Mambisa, ancora nella fase 1 della sperimentazione, ha particolarità che si amministra per via intranasale e non con un’iniezione intramuscolare.