Non “odiatori seriali” dediti all’offesa, bensì “utenti che a volte eccedono utilizzando un linguaggio violento, offensivo o inappropriato”. Gli “haters o “leoni da tastiera” in realtà non sarebbero tali, secondo i risultati preliminari di una ricerca condotta su 1,2 milioni di commenti su YouTube, in Italia, in risposta a contenuti riguardanti la pandemia da Covid-19. […]
Una ricerca per capire chi sono davvero gli haters (e da cosa nasce la disinformazione)
Un progetto europeo che vede coinvolti per l’Italia l’Università Ca’ Foscari Venezia e Agcom. “Stiamo lavorando a sistemi di identificazione automatica di linguaggio d’odio sui social media – spiega Fabiana Zollo – tenendo in considerazione diverse tipologie di linguaggio, da quello violento, a quello offensivo o inappropriato”. Nel frattempo la conta degli episodi di intolleranza arriva a quota 24