App come Tinder, Facebbok Dating, Meetic, OkCupid, e chi più ne ha più ne metta sono un’esperienza ai confini con la realtà.
Come si fa a conoscere qualcuno attraverso uno schermo? Come fa a piacerti qualcuno che non hai mai visto? Magari è antipatico, puzza, ha un tono della voce orrendo. Potrebbe avere quattordici figli sparsi per il mondo, o peggio, potrebbe essere un serial killer.
Inizialmente ho creduto fosse una perplessità tutta mia… in fondo sono nata negli anni 80, abituata alle cabine e alle schede telefoniche; il mio primo cellulare l’ho avuto a vent’anni: un Nokia di quelli che non li distruggi manco se ci salti addosso con gli anfibi, pensando al tuo peggior nemico.
E così mi sono detta che forse il mio approccio era troppo old school, che avrei dovuto avere uno sguardo meno severo verso le nuove tecnologie e soprattutto… considerando che al momento c’è “soltanto” una pandemia mondiale in corso, le possibilità di rimorchio sono quasi inesistenti.
Ma possibile che il futuro dell’eros sia Glovo?
Un minuto di silenzio per tutti i single del mondo.
Cosa fare?
Improvvisare guasti alla linea Wi-Fi nel tentativo che arrivi un tecnico a salvarti, simpatico e pure bono? Che poi finisce sempre che arriva qualcuno che assomiglia più a The Elephant Man o al tuo prozio di ottantacinque anni.
Oppure… piazzarsi alla finestra e attivare il mood Penelope: aspettare un tempo indefinito che passi quello giusto, il quale riuscirà a comunicarti tutte le sue infinite qualità con un unico e semplice sguardo, stile super eroe. Infine, dovrebbe anche alzare la testa al cielo per notarti, una perfetta congiunzione astrale che neanche in Sliding Doors.
Ci sono: potrei appiccare un incendio e gridare Aiutoooooooooo! Così qualcuno verrebbe certamente in mio soccorso.
Altrimenti, resta sempre il rimorchio al supermercato: un must di questi tempi.
Un vero e proprio salto nel buio: tutti bardati con mascherina, occhiali, sciarpa, cappello… e qualcuno non bene identificato ti si avvicina e tenta un approccio del tipo “Sei davvero molto bella” che rimanda tanto a un istinto omicida. Mi piacerebbe chiedergli esattamente COSA lo ha colpito visto che non si vede nulla? Forse la mia simpatia, che ha potuto appurare nelle conversazioni che NON ci siamo scambiati.
Ed è così che, piombata nella disperazione più totale, ho deciso di scaricare Tinder, fiduciosa e piena di buone speranze. Alla fine è diventata un’esperienza mistica, alla stregua del cammino di Santiago.
Iniziamo col dire che più che un App d’incontri sembra un’agenzia di viaggi. Possibile che gli utenti di Tinder siano tutti amanti dei viaggi e abbiano girato il mondo? Naturalmente tra un allenamento e l’altro, perché, quasi dimenticavo… sono TUTTI amanti del benessere e dello sport: una quantità di muscoli in esposizione mai vista, manco quella mezza volta che sono andata in palestra: così gonfi che hai paura a toccarli perché sembrano poter scoppiare da un momento all’altro, come un palloncino.
Food lover… mai nessuno che scriva semplicemente: “Mi piace la pasta al forno” o “Amante della porchetta”.
Ossessionati dall’altezza, o meglio, dalla bassezza (intellettuale), tutti lì a precisare quanti cm sono alti. Sopracciglia con ali di gabbiano annesse, e ho detto tutto.
Maniaci con foto profilo di James Dean, gente che si chiama Mmmmmmmmm, Cuore d’acciaio, Salsiccione, Romantic boy, Stallone, Passion lover… solo per citarne alcuni.
Biografie ultra bondage con foto di candidi paesaggi, personaggi che azzardano un “Non sono per tutte”, con la convinzione di avere il fascino del Dott. Shepherd in Grey’s Anatomy. Esaltati con il servizio a pagamento che ti contattano senza che tu abbia espresso alcun feedback: come ad esempio Rocco ti tocco (ci vuole coraggio) che scrive a soli 9.715 km di distanza, elemosinando un po’ di sexting.
Una fauna incredibile e fantasiosa, degna di un attento studio antropologico.
Ma i migliori sono i fidanzati, gli uomini sposati, quelli IMPEGNATI. Creature viscide dall’identità segreta (secondo loro): foto profilo il mare o un luogo meraviglioso e lontanissimo nel mondo: un classico! Più il luogo sarà lontano, meno vicina sarà la moglie.
MAI una loro foto, in modo che la compagna non possa scoprirli (sempre secondo loro).
Ma ci sono anche quelli che ci mettono la faccia, che quando dopo estenuanti chat chiedi loro il profilo Facebook o Intagram, per saperne di più, ti rispondono con un: “Ti dispiace se vedi che ho una fidanzata?” No dico… Ti dispiace?
Beh se è per questo una volta uno, nella realtà, dopo avermi fatto una corte incredibile e dopo aver ottenuto il suo scopo, dal nulla farfugliò qualcosa che avrebbe potuto dirmi le tante volte che c’eravamo visti. Emise un suono incomprensibile e poi senza neanche articolare una frase precisa… mormorò FIDNZT. Eh? Così piano che ho dovuto fargli fare lo spelling! F di Firenze I di Imola, D di Demente… FIDANZATA!
Un vero gentiluomo: un modo elegante per comunicare a una donna di essere impegnato. Ma tornando su Tinder e restando sui fidanzati… tutti usano Telegram, dove non resta traccia delle conversazioni, si credono degli affascinanti James Bond! Di una banalità e tristezza infinita. E poi ci sono quelli che dichiarano il loro “impegno”, con teorie poligame tra le più fantasiose, fino a rifilarti la storia di Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre.
Fanno finta di stare dalla parte delle donne, servendosi di citazioni colte e poesie.
Potrei continuare all’infinito con i peggiori esempi di maschi in circolazione su Tinder e non. Ma per oggi vi lascio con una selezione dei profili migliori.
E, seriamente provata e destabilizzata dal rimorchio tecnologico, con una profonda riflessione: evviva gli squilli anni 90!