Come allo stadio, una curva entusiasta e una meravigliosa, ipnotica, inesauribile ola digitale. Mario Draghi parla e i commentatori ticchettano su smartphone e tablet i loro omaggi in tempo reale. Il draghismo è un sentimento collettivo: è difficile, a memoria, ricordare un leader politico a cui sia stato tributato un apprezzamento tanto unanime. Da giornalisti, politici, associazioni, interpreti a vario titolo dell’opinione pubblica. A ogni parola di Draghi corrisponde un cinguettio amoroso. Questa è una breve cronaca del discorso di Draghi nelle parole degli altri.
Gianni Riotta, La Stampa: “Discorso politico da leader politico, vaccini, Europa, Usa, riforme fisco, amministrazione giustizia, patriottismo. Chi si aspettava la gestione burocratica di un tecnocrate sbagliava. Non giudicate il premier dai suoi nemici e propagandisti, è ben diverso e migliore”.
Maurizio Molinari, direttore di Repubblica: “Una ricetta che somma pensiero e azione. Sommare ambiente e impresa è la parte più innovativa del discorso”.
Massimo Giannini, direttore de La Stampa: “Il governo del Paese. Semplicemente. #Draghi”.
Mario Sechi, direttore dell’Agi: “Uno statista, finalmente #Draghi”.
Claudio Cerasa, direttore del Foglio: “Discorso atlantista, europeista, anti sovranista. Attenzione all’efficienza, ai giovani, al coraggio, ai salari delle donne. Compatibilità tra difesa ambiente e difesa progresso. Obiettivi di lungo periodo, ma piedi piantati per terra. Pochi applausi, buon segno e gran discorso”.
Lorenzo Pregliasco, analista politico: “Un discorso di alto livello, finalmente”.
Stefano Cappellini, Repubblica: “Ambientalismo, keynesismo, laburismo, solidarismo. Draghi punto di riferimento dei progressisti italiani, direi”.
Andrea Salerno, direttore di La7: “Un discorso serio e senza scampo. L’aula ascolta… e probabilmente si chiede di fronte a un programma così serio e impegnativo: ma noi ne saremo capaci? Come una classe il primo giorno di scuola”.
Filippo Sensi, deputato del Pd, ex portavoce di Renzi e Gentiloni: “Il nuovo whatever it takes: ‘L’unità non è un’opzione, è un dovere’ #Draghi”.
Ernesto Carbone, Italia Viva: “Sento il discorso del PdC, penso a quanto fango, a quanta violenza in quei 10 giorni. Ma ne è valsa la pena. Grazie sempre a Matteo Renzi, Teresa Bellanova, Elena Bonetti, Ivan Scalfarotto, senza il loro coraggio tutto questo non sarebbe stato possibile”.
Christian Rocca, Linkiesta: “Che meraviglia sentire uno che parla in buon italiano come una persona normale e non come un pomposo azzeccagarbugli”.
Pietro Raffa, esperto di comunicazione politica: “#Draghi è il primo che parla di come sarà il mondo dopo la pandemia, citando riscaldamento globale e danni ambientali. Visione”.
Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, Pd: “Visione, concretezza, sobrietà. Stamattina abbiamo ascoltato il discorso di un vero leader riformista. #Draghi”.
Carlo Bonomi, presidente di Confindustria: “Ci auguriamo che i partiti condividano e sostengano il forte appello all’unità che ha lanciato Draghi, ribadendo il dovere di cittadinanza”.
Maurizio Landini, segretario della Cgil: “Un discorso programmatico di alto profilo quello del presidente Mario Draghi, con una netta collocazione europea dell’Italia per costruire un’Europa nuova e socialmente sostenibile”.
Massimo Miani, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti: “La parte dell’intervento dedicata alla riforma del fisco è giusta e condivisibile”.
Stefano Bonaccini e Giovanni Toti, governatori: “Pieno sostegno della Conferenza delle Regioni alla reciproca e leale collaborazione. Siamo certi che la competenza e l’autorevolezza del presidente del Consiglio permetteranno di superare la fase difficile dovuta alla pandemia e di cogliere fino in fondo tutte le opportunità collegate al Recovery Fund”.
Unione Buddhista Italiana: “Presidente, conosciamo e apprezziamo le sue capacità e il suo impegno appassionato per il bene del Paese. Ci ritroviamo nella sua analisi e apprezziamo molto la sua visione rispetto alla questione ambientale”.
Accademia della Crusca: “Un discorso da uomo colto, perfetto, che ha dimostrato ancora la sua elevata statura. Inutile andare a caccia di imperfezioni linguistiche, non troveremmo niente di più di un lapsus dettato dall’emozione”.