Un uomo sincero
Era il 23 gennaio 2021. Neanche un mese fa. E Salvini si rivelò sincero e coerente come sempre.
Un uomo sbugiardato
Il governo deve ancora partire. E Salvini già parte col fare casino.
Nella top ten di Facebook
“L’uscita da Palazzo Chigi di Giuseppe Conte ha creato un caso ‘social’, con il messaggio di addio dell’ormai ex presidente del Consiglio che ha avuto talmente successo, da diventare – sabato scorso – il primo post al mondo della piattaforma ideata da Mark Zuckerberg. Un boom che ha coinvolto anche Andrea Scanzi, intervenuto con un post sull’argomento, sulla sua pagina Facebook. La pubblicazione del giornalista in merito è risultata invece nella top ten mondiale.
Il post di Scanzi entrato nella top ten di tutto il mondo di Facebook è delle 13,21 del 13 febbraio. C’è una foto di Conte (accanto a Draghi) accompagnata dalla didascalia: ‘Lo rimpiangeremo’. Quel post, ad oggi, è a 455mila reactions, 135mila commenti e oltre 30mila condivisioni”.
Fonte: Arezzo Notizie
Caro SuperMario, ma davvero Brunetta?
Oggi il Corriere della Sera ha rilanciato queste parole di Brunetta. Quasi tutti i giornali le hanno riprese. Ne è nata una polemica furibonda, come ovvio che sia.
Soltanto in tarda serata, peraltro mentre registravamo la puntata di Otto e mezzo (e citavo quelle parole), Il Corriere della Sera ha specificato che il virgolettato era vero, ma era riferito a giugno 2020. Intervista a TgCom24.
Fatta questa doverosa specifica temporale, che ovviamente non potevamo sapere durante la puntata, mi domando: ma davvero Draghi non aveva nessuno di meglio di Brunetta come ministro della Pubblica Amministrazione? Era proprio necessario scegliere lui, tenendo conto che già nel 2008 si scagliò contro i “fannulloni” della pubblica amministrazione?
Mah.
Conte ha una grande opportunità, ma deve far presto
Conte ha un grande serbatoio d’affetto. È evidente. Lo dice anche, tra le altre cose, il successo clamoroso del suo post di saluto sabato scorso, divenuto il post con più interazioni nel mondo (non in Italia: nel mondo).
Ma tutto finisce e la memoria è breve in Italia. Viviamo in una società liquida, come diceva Bauman, anzi liquidissima.
Quindi Conte deve decidere in fretta cosa fare da grande. Ha una chance enorme: scalare il Movimento 5 Stelle, che essendo oggi semibombardato si scala anche in ciabatte, e diventare il leader del campo progressista.
Ma deve fare in fretta, o verrà dimenticato anche lui.
(Ieri a Otto e mezzo)
Funiciello, un fine democratico (e un signore)
Per il cosiddetto “governo dei migliori”, Draghi ha scelto come capo di gabinetto Funiciello.
Chi è? 45 anni, casertano. Da sempre nell’ala di destra del Pd. Vicino a Napolitano, e dunque “migliorista”. Autore di libri su Machiavelli e sul cinismo dei politici. Consulente di Zanda e Morando.
Collaboratore del Foglio, Il Riformista, Europa e Liberal, insomma tutti giornali (morti o agonizzanti) che con la sinistra non c’entrano nulla.
Fin qui i pregi.
Renzianissimo durante il governo Renzi, voleva gestire la comunicazione del Capo che però poi scelse Nicodemo. Poi:
1. Ex braccio destro di Lotti (daje!).
2. Presidente dei raggelanti Comitati BastaUnSì per il terrificante referendum del 4 dicembre 2016. All’epoca fece un esposto all’Agcom per impedire ai giornalisti “del no” di andare in tivù (su La7). Con chi se la prese? Con Travaglio, Padellaro e un certo Scanzi. Un fine democratico. Daje!
3. Durante il ballottaggio Appendino-Fassino a Torino, scrive su Twitter (poi cancellerà di fronte alle polemiche): “Appendino è bocconiana come Sara Tommasi”. Che fine e garbato personaggio!
Mi domando: caro Draghi, davvero non c’era niente di meglio di questo soggetto qua?
In questo video vi racconto tutto. Guardate e condividete a più non posso!
Che barzelletta!
E alè, i post-fascisti ne hanno sparato un’altra. Governo “troppo di sinistra”.
Certo. E Renzi è Gramsci.
Fate ridere.
Le varianti e i matti dello sci
No, dico, ma ci rendiamo conto?
Vi è chiaro quanto siano gravi, scellerate e fuori dal mondo le parole dei Salvini, Toti, Garavaglia e compagnia cantante?
Qui siamo a un passo dalla tragedia. E questi parlano di sci. Roba da matti.
Draghi dovrà gestire la pandemia con gente così al governo: auguri!
L’unica speranza per i 5 Stelle: Conte
I 5 Stelle hanno gestito malissimo la trattativa per la nascita del governo Draghi. In questo governo sono quelli che elettoralmente rischiano di più.
Come possono rilanciarsi? Puntando tutto su Conte.
(Ieri a Cartabianca)
Una firma contro i simboli fascisti
Ve ne ho già parlato e torno qui a farlo, con questo appello condiviso con molti amici “famosi”.
Firma anche tu per la legge contro la propaganda e i simboli fascisti.
La “mia” Arezzo è una delle città dove si sta firmando di più.
Recati personalmente (non si può fare online) nel tuo comune di residenza e firma. È importante!
Verso la catastrofe, ma con il sorriso
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La nascita dell’intergruppo al Senato, con dentro M5S, Pd e Leu, è una buona notizia (anche se mezzo Pd è già in rivolta). Una delle poche, nelle ultime settimane, per la vecchia maggioranza giallorosa.
Beppe Grillo ha avuto intuizioni rare negli ultimi decenni, ma è quasi commovente la sua capacità nell’avere sbagliato tutto durante la trattativa (si fa per dire) con Draghi.
Era ed è lecito dire “sì” a Draghi. Ma i 5 Stelle, che avevano il coltello dalla parte del manico, si sono incredibilmente accontentati delle briciole. Facendo poi pure finta di esultare per i grandi risultati ottenuti nella trattativa.
Riassumendo in 11 punti (e qualche bis qua e là).
1. Subito dopo che Crimi aveva sentenziato “Mai con Draghi”, Grillo si lascia folgorare al telefono dallo stesso Draghi per poi incontrare a Roma l’ex presidente della BCE, gestendo in prima persona la trattativa in tandem con Franklin Delano Crimi Roosevelt. Wow.
2. Grillo farfuglia, in un video francamente imbarazzante, che Draghi è grillino e che bisogna appoggiarlo per forza.
3. Grillo ritarda la votazione sulla piattaforma Rousseau, lasciando intendere che si dovrà votare sì solo se Draghi darà al M5S il super ministero supercazzola con tapioca a destra della transizione ecologica. Però come fosse Antani.
3 bis. La formulazione del quesito su Rousseau si rivela imbarazzante. Una sorta di: “Vuoi votare sì o preferisci essere un reietto?”
4. Nasce il governo dei migliori (?) e i 5 Stelle non solo hanno la miseria di un ministro in più di Forza Italia e vedono retrocesso Patuanelli, ma non hanno neppure il super ministero. Che peraltro neanche esiste, perché Draghi lo ha spacchettato tra vecchio ministro dell’Ambiente, Colao al digitale e il leghista Giorgetti al Mise. Un successone!
5. Di fronte alle critiche (tante) della base e (molte meno) dei parlamentari, che tengono famiglia e quindi al voto non vogliono andare, l’intoccabile Grillo reagisce con post onirici pieni di foto in bianco e nero, citazioni in inglese di Draghi e spruzzate a caso di Andy Warhol.
6. Nel frattempo il ministero (per niente super) non solo non è andato ai 5 Stelle, ma a un renziano. Ovvero Cingolani, noto (?) frequentatore della Leopolda.
7. Ciò nonostante, i profili ufficiali del M5S inseriscono Cingolani nella squadra grillina del governo Draghi accanto a Di Maio, Patuanelli, D’Incà e Dadone. Come se Cingolani fosse un attivista dai tempi dei Meet Up. Una prece.
7 bis. Con vivo sprezzo del pericolo, Crimi va dieci giorni fa da Floris. Ne riceve una macellazione a cielo aperto, sangue ovunque e viscere sul selciato. De Gregorio, Sallusti e quell’altra ancora ridono.
8. Pare peraltro che sia stato proprio Grillo a fare a Draghi i nomi (qualificati, ma certo non grillini) di Colao e Cingolani. Se così fosse, saremmo oltre ogni leggenda politica masochistica.
8 bis. Ah: Cingolani, da grande grillino (inconsapevole) qual è, ha scelto come capo di gabinetto Roberto Cerreto, già capo gabinetto della Boschi. Daje Beppe!
9. Martedì Il Fatto (noto giornale vicino a Renzi) ha scritto che Cingolani sembrerebbe coinvolto in un conflitto di interessi in merito a un finanziamento del 2006 di 3,5 milioni di euro elargito dall’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), all’epoca diretto dallo stesso Cingolani, al laboratorio di nanotecnologie di Lecce diretto dalla sua ex-moglie. Sono passati tanti anni, ma chiarire sarebbe bello (e Cingolani lo farà senz’altro). L’Elevato Grillo ha qualcosa da dire in merito?
10. Di Maio e la maggioranza dei parlamentari, tipo i carneadi Crippa e Licheri (io conoscevo solo Santi Licheri), continuano però a ripetere che Grillo ha sempre ragione. Anche quando ha torto. Un ragionamento davvero granitico.
10 bis. Ieri 15 senatori M5S hanno votato no e 8 si sono astenuti (solo due erano “giustificati”). Tra loro anche alcuni big come Morra e Lezzi. Crimi, dall’alto della sua evanescenza politica, ha appena fatto sapere che verranno espulsi. Ne resterà solo uno: lui.
11. Dopo sedicimila anni di attesa, la piattaforma Rousseau (con affluenza risibile) vota ieri il passaggio dal “leader unico” al “comitato direttivo” composto da 5 elementi. Che bella idea! Una segreteria collegiale e niente “capi”, proprio quando l’unica salvezza per i 5 Stelle sarebbe quella di affidarsi mani e piedi a Giuseppe Conte. L’unico in grado di farli uscire dal sarcofago in cui si sono chiusi da soli. Siete dei geni, boys and girls!
11 bis. L’Elevato Grillo ha poi deciso che, in attesa della nascita del comitato direttivo, Crimi resterà reggente. Ormai Crimi è una sorta di Reggente Perpetuo (cit Lezzi). E in effetti era giusto premiarlo, dopo tutti questi capolavori.
Disastro su tutta la linea. E intanto il Sistema, nel vederli così agonizzanti, se la gode.
Per parafrasare proprio Grillo: “Avanti così. Verso la catastrofe, però con ottimismo”