C’è Draghi, tutti zitti
Quelli che accusavano Conte di tutto, ora con Draghi stanno zitti. Anche se Draghi fa le stesse cose per cui era criticato a prescindere Conte.
Disonestà intellettuale a pacchi, proprio.
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Lidia, dalla danza alla fabbrica
Siamo un paese straordinario, benché costantemente umiliato da una “classe politica” troppo spesso irricevibile.
Ma le storie belle ci sono ancora. Basta cercarle, come ha fatto stamani Paolo Berizzi su Repubblica.
In una sorta di Flashdance al contrario, Lidia Salvatoni è passata dalla scuola di danza alla vita da operaia in torneria.
Gandino, 5200 abitanti nella comunità montana della Val Seriana bergamasca. Il cuore del Covid durante la prima ondata.
Lidia insegnava nella sua scuola danza, ma la pandemia l’ha costretta ad adattarsi. Con la dignità di chi ha la schiena dritta e non si arrende neanche quando tutto trama per fiaccarti.
In questo incubo planetario ad occhi aperti, l’umanità – nella sua accezione più meravigliosamente nobile – non si arrende e non muore.
Un abbraccio, Lidia. Grazie dell’esempio. E buona vita.
Il “genio” Renzi tra Letta e Conte
Davvero un genio, ‘sto Renzi. Con il suo agire politicamente lecito ma moralmente irricevibile, ha consegnato il Pd a Letta e i 5 Stelle a Conte.
Ovvero i suoi due nemici storici.
Un genio, proprio.
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La versione di Bersani
Monumentale Bersani. Come sempre.
Dategli Palazzo Chigi. Il Quirinale. Il Nobel.
Vola sopra tutti, con distacco siderale.
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Salvini senza pudore
Com’era la storia del “Conte vergogna, riapriamo i bar e i ristoranti?”
Senza pudore, proprio.
Renzi, vittoria, ma solo a parole
Per settimane abbiamo dovuto leggere sui giornaloni, e sentire su certi talk show, che Renzi era stato “un genio” e “un vincente”.
Se lo era detto anche da solo, Renzi, parlando con la stampa straniera.
E in effetti è stata davvero un genio, la Diversamente Lince di Rignano, perché con la sua crisi scellerata ha consegnato i 5 Stelle a Conte e il Pd a Letta. Ovvero le sue due vittime più note, che ora non vedono l’ora di vendicarsi.
Davvero un genio, ‘sto Renzi!
Così il Covid ha portato via un personaggio
Il Covid ha spezzato una persona garbata e preziosa, che ad Arezzo amavano tutti.
Da due giorni provo a scriverne, ma non mi riesce. Gigi Spiganti era un approdo sicuro per tutti quelli che lo cercavano. Farmacista preparato, ristoratore appassionato, sommelier innamorato dei vini naturali. Curioso, divertito, divertente.
Aveva solo 62 anni. La sua perdita è semplicemente devastante. Ha lottato tre settimane in terapia intensiva. Ogni giorno i suoi familiari mi aggiornavano, con garbo raro. Uno stillicidio di attese, peggioramenti e apparenti ripartenze. La sua famiglia è stata, una volta di più, straordinaria.
Ci abbiamo sperato, ma non è bastato. Questa malattia è carogna oltremodo, e miete martiri senza stancarsi mai.
Gigi lo trovavi nel ristorante di sua moglie Donatella, La Pieve. In pieno centro storico. Uno dei miei luoghi del cuore, uno dei pochi posti che unisce una città di “botoli ringhiosi” – lo dico con affetto totale – che suole dividersi su tutto. Ma su Gigi, e sulla Pieve, no. A lui non potevi non voler bene.
Ogni volta che finivamo un incontro al Passioni Festival, andavamo da lui. Quante volte abbiamo fatto le ore piccole! Con Carlo Verdone, Mauro Corona, Massimo Carlotto, Flavio Insinna, Edoardo Leo e tanti altri.
Mi ha visto mille volte e in mille vite, ed ha sempre dimostrato una discrezione rara. Una dote, l’ennesima, che condivideva con i suoi cari. Gigi era Gigi, e con lui non sbagliavi mai. Ti faceva stare bene.
Poco prima che si ammalasse gravemente, ci siamo visti nella sua farmacia. Gentile come sempre. Poi, prima che si tornasse arancioni, la telefonata per andarci domenica a pranzo con Sara: “Andrea, accidenti, siamo pieni… prova domenica prossima, dai, io e Donatella ti aspettiamo”.
È retorico e scontato dirlo, lo so bene, ma sembra davvero impossibile che “il Gigi” non ci sia più. Con la sua curiosità, coi suoi consigli, coi suoi vini.
Era una persona meravigliosa, che tanto mi ha dato e ci ha dato.
Arezzo perde uno dei suoi figli più belli e ispirati.
Come tutte le persone rare, lascia una famiglia splendida. Amici che ora si sentono soli. E una città che ci metterà un bel pezzo per smettere di piangerlo.
Fai buon viaggio, Gigi. E grazie per tutti quei brindisi del cuore.
Che brutti fotomontaggi!
Non è un fotomontaggio pertinente, perché dentro una simile tragedia soltanto le bestie senza cuore potrebbero “godersi” lo spettacolo.
Siamo dentro un disastro immane. E sarà ancora lunga.
Ma è un fotomontaggio che ben fotografa la totale vergogna morale, e intellettuale, che hanno raggiunto certi politici e certi giornalisti.
Prima latravano alla Luna per qualsiasi “reato” immaginario del precedente esecutivo. E adesso, magicamente, non aprono più bocca. Anche se l’attuale esecutivo fa (quando va bene) le stesse cose.
Che vergogna.
Draghi, vietato fare domande
Conte era un dittatore, sia che non accettasse domande sia che le accettasse.
Draghi, invece, non accetta neanche mezzo quesito. Però va bene così.
La disonestà di certi “giornalisti” è semplicemente vomitevole.
Salvini e le accuse a Conte e Speranza per le chiusure
Per mesi, oltre a creare assembramenti estivi e dimenticarsi talvolta della mascherina, Salvini ha accusato Conte e Speranza di chiudere in casa milioni di italiani. Di dimenticarsi i ristori. Di esercitare addirittura una dittatura
Ora che (grazie a Renzi) Salvini è al governo, le chiusure ci sono come prima (perché non si può fare altro). E i ristori non sono arrivati ancora.
Il Gran Genio dovrebbe chiedere scusa, ma non lo farà. E molti che lo seguono con il paraocchi, come nulla fosse, continueranno a credere a ogni sua giravolta.
Viviamo un momento storico tremendo. E il livello quasi sempre caricaturale di certi politici contemporanei non aiuta.
Poveri noi.