Per un attimo, quando ci venne sottratta anche l’ultima fonte di buonumore, cioè Gallera, tememmo il peggio. Uno così non lo troviamo più, pensavamo. Non avevamo previsto il Governo dei Migliori, che ci ha regalato il generale Figliuolo, prova vivente che i generali vengono scelti tra i colonnelli: infatti pare la reincarnazione del colonnello Buttiglione poi promosso a generale Damigiani (Mario Marenco in Alto Gradimento). E avevamo sottovalutato la Lombardia, nota fucina di comici naturali. Ieri, per esempio, Mestizia Moratti ha scritto al Corriere che c’è “una svolta in Lombardia”. Quale? La “vaccinazione reattiva”. Non inerte, passiva, mogia come nelle Regioni che riescono persino a farla: reattiva. Purtroppo non se ne accorge nessuno. E neppure della “riduzione di 30 volte del tasso di incidenza dei casi a Viggiù”, per la gioia dei pompieri, nonché “a Mede, Castrezzato, Bollate” ecc. Insomma “ci stiamo adoperando”. E non è una promessa: è una minaccia.
Due mesi fa il suo problema era avere più vaccini, “in base al Pil” . Ora non si riesce proprio a prenotarli, grazie all’agenzia regionale Aria, orgoglio e vanto della Lega, figlia di tre società che sembrano la matrigna e le sorellastre di Biancaneve (Arca, Lispa e Ilspa). Dunque invisa a Disguido Bertolaso, altro fuoriclasse dell’avanspettacolo, che si sfoga col Corriere: “Sono esausto per questo sforzo”. Sì, ma quale sforzo? L’intervistatore lo sorprende “circondato da mappe: ogni centimetro di territorio lombardo colorato a seconda dell’incidenza del contagio”. Praticamente gioca a Risiko, anche perché “qui non sono nessuno, senza poteri, non posso firmare un pezzo di carta né stanziare un euro”. Però “il piede è sull’acceleratore” e l’occhio è vigile: il supercoordinatore della campagna vaccinale, s’era subito “accorto che qualcosa non funzionava quando abbandonarono 300 anziani convocati per errore. Ma le pare possibile che qualcuno non venga chiamato e altri mandati a vaccinarsi a 60 km da casa?”. E lo domanda lui a noi. Via, “siamo atterrati su Marte, non possiamo non gestire delle prenotazioni via sms”, dice sempre lui a noi, che lo vorremmo tanto su Marte ma si teme che non ci arrivi, malgrado il piede sull’acceleratore. Insidiato nel suo ruolo di capocomico, Artiglio Fontana va di repertorio: “Le criticità di queste ore offrono un’immagine distorta dei nostri risultati”. E tutti lì ad attendere l’immagine raddrizzata. Incluso Gallera, che si prende la sua bella rivincita: “Il tempo è galantuomo e mi ha restituito un po’ di giustizia. Aria si è rivelata inefficiente” e lui, da ex assessore alla Sanità, se ne vanta. Appena riaprono i cabaret, se qualcuno sopravvive al Covid, sarà sold out assicurato.