Brusco risveglio giovedì mattina quando il Governo ha reso noto del lancio, avvenuto poco dopo l’alba da parte della Corea del Nord, di due missili balistici verso il Paese che hanno compiuto un volo di 420 km. per cadere fuori dalle acque della zona esclusiva economica del Giappone. Immediata la reazione del primo ministro Suga secondo cui:” Il lancio missilistico da parte nord coreana rappresenta una minaccia per la pace e la sicurezza del Giappone, così come per l’intera Regione. Il Giappone protesta fortemente l’azione, che viola le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.
Si tratta del primo lancio di prova da parte della Corea del Nord da quasi un anno e il primo sotto la presidenza negli Stati Uniti di Joe Biden, un messaggio preoccupante a monte della ripresa dei colloqui diplomatici tesi alla denuclearizzazione, diritti umani e sanzioni, ovvero punti centrali della politica di Biden nei confronti di Pyongyang. Il lancio ha inoltre turbato la festa per l’inizio del viaggio della torcia olimpica che proprio giovedì ha cominciato il count-down che separa dall’inizio dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020.
La corsa della Torcia olimpica
Pubblico rigorosamente con mascherina e cerimonia visibile in diretta online, così si è finalmente dato il via al lungo viaggio della torcia olimpica dei primi Giochi anti -Covid della Storia, avventura che nonostante tutto promette di rivelarsi più emozionante che mai, protocolli di sicurezza compresi.
Partita dal Centro di Allenamento Calcio J-Village di Fukushima, dopo i discorsi di apertura da parte della presidentessa del Comitato Organizzatore Hashimoto Seiko e del Governatore della Prefettura, la torcia è passata fra le mani di diverse tedofore atlete della nazionale di calcio femminile Nadeshiko Japan. Viaggerà per 121 giorni toccando tutte le 47 Prefetture del Giappone, con circa 10.000 atleti coinvolti che l’avranno in consegna sciando, cavalcando e perfino nuotando per superare fiumi e mare. Ma come è possibile tenere la torcia e nuotare allo stesso tempo? Ebbene esiste uno stile di nuoto tipico e unico del Giappone chiamato “Niho eihō” che non punta alla velocità ma è piuttosto una sorta di arte marziale che scende a patti con l’acqua.
Altre particolarità della torcia nipponica e di chi l’avrà in consegna saranno ad esempio rimanere in equilibrio su una slitta di ferro trainata da un cavallo nell’Hokkaido, su un battello da pesca tradizionale di legno, ma anche toccare siti UNESCO come la montagna simbolo del Giappone, Fuji-san, e passando per il santuario Itsukushima sull’isola di Miyajima.
Al momento la torcia sta viaggiando verso sud, e stando al programma raggiungerà Okinawa all’inizio di maggio per dirigersi poi verso nord, arrivare nell’Hokkaido e da lì puntare verso Tokyo.
Dopo il verdetto della Corte di Sapporo della scorsa settimana, secondo cui è incostituzionale per il Governo non riconoscere la validità dei matrimoni fra persone dello stesso genere, il dibattitto sulle unioni e i diritti LGBTQ aumenta e si arricchisce di novità promettenti. Il Governo non dovrà pagare i danni alle tre coppie che non hanno di fatto potuto sposarsi, ma si tratta comunque di una vittoria simbolica che sta già dando frutti. L’Assemblea di Mie (prima fra le prefetture giapponesi) ha infatti approvato un’ordinanza che vieta di rivelare l’orientamento sessuale o l’identità di genere di un individuo senza il suo consenso o una buona ragione. Inoltre chiede con urgenza di non trattare in maniera discriminatoria qualsiasi libera scelta di diversità sessuale. A tale proposito ha deciso di introdurre già da settembre una certificazione di partnership specifica – per coppie LGBTQ e appartenenti a minoranze sessuali- che riconoscerà loro diritti equivalenti alle coppie sposate, fra cui potere accedere a case popolari, consentire trattamenti medici del partner e altro.
Anche la Corte Suprema di Tokyo si è espressa sull’argomento, sostenendo che le coppie composte da partner dello stesso sesso, che vivono insieme in matrimoni di fatto devono avere diritto alla stessa protezione legale delle persone eterosessuali conviventi.
Nucleare, il no alla Tokyo Electric Company
L’Organismo regolatore per il Nucleare ha vietato alla Tokyo Electric Company TEPCO (già responsabile dello stabilimento di Fukushima) di riaccendere l’impianto nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, nella Prefettura di Niigata sulla costa del Mar del Giappone. Nonostante si tratti di un impianto dotato di un reattore di terza generazione, l’Autorità Regolatrice ha deciso di impedire il trasporto nel sito di combustibile nucleare così come vieta di immetterlo nei reattori. Questo perchè già un anno fa l’impianto aveva subito un avviso di restrizione per 15 delle sue postazioni in quanto il sistema di localizzazione e quello d’emergenza avevano dato segni di malfunzionamento. Nulla è stato ancora fatto per sistemare le criticità, quindi è scattata la misura punitiva che sarà effettiva fino a quando “ TEPCO non risponderà adeguatamente, migliorando la situazione “.
L’incubo pandemia
Nonostante la fine dello stato di emergenza, a Tokyo i cittadini continuano ad essere cauti sperando che non si verifichino nuovi contagi. Il primo ministro Suga Yoshihide invece preferisce rischiare un aumento delle infezioni da coronavirus, piuttosto che rimandare gli stimoli all’economia, anche in vista del nuovo anno fiscale e accademico che inizierà il primo di Aprile. Quindi ha prolungato di un’ora l’orario di chiusura di bar e ristoranti della capitale e delle tre prefetture confinanti, portandolo alle 9 di sera, ma urge spingere i residenti a non radunarsi sotto gli alberi di ciliegio, al momento in piena fioritura. Tuttavia pochi vogliono rinunciare alle passeggiate lungo i canali costeggiati dai ciliegi e chiedono con insistenza al Governo di migliorare le contromisure nei confronti del virus, senza limitarsi a dichiarare o sospendere ripetutamente le emergenze.