Il discorso di giovedì di Giuseppe Conte voleva preparare il M5S alla rifondazione. Ma per il ministro all’Agricoltura Stefano Patuanelli, 5Stelle vicino all’ex premier, la novità c’è già: “Conte ha spiegato che nel nuovo Statuto ci sarà un riferimento chiaro al perimetro politico del M5S, la sua collocazione nel campo del centrosinistra, e per i 5Stelle rappresenta una grande innovazione”.
Partiamo dai temi di governo. Magistrati e forze dell’ordine ricordano che le mafie sono pronte a dare l’assalto ai fondi del Pnrr.
È un rischio evidente, ed è per questo che bisogna prevenire con meccanismi di controllo. Parlando dell’ambito del mio ministero, mi auguro che il Parlamento approvi in fretta la legge Caselli contro le agromafie. Lavoriamo anche a un’autorità di regolazione dell’agricoltura, necessaria per regolare un settore che a causa delle variazioni di prezzi obbliga spesso i produttori a lavorare sottocosto e provoca situazioni difficili per i braccianti agricoli.
Come vi trovate nel governo Draghi? State stretti, con tutti questi partiti?
Siamo ancora nella fase in cui si cercano gli equilibri, sia con le altre forze politiche che con i ministri tecnici. Anche col premier stiamo imparando a conoscerci. Per questo il dl sostegni ha ripreso la struttura del decreto rilancio fatto dal governo precedente. Ora bisognerebbe pensare a un decreto liquidità bis. L’interesse generale per il bene del Paese prevale sempre, al di là di qualche incursione che arriva dall’esterno.
Allude a Salvini? Invocava le aperture, ma lei e altri ministri avete fatto muro.
Direi che il problema sulle aperture non è con la Lega, ma dentro la Lega. I nostri colleghi di governo hanno sempre mostrato di comprendere la situazione. Quanto a me, mi baso semplicemente sui dati. Abbiamo le terapie intensive piene al 41 per cento e tanti morti, ogni giorno. Non era possibile un meccanismo automatico per riaprire. Le frasi di ieri di Salvini sul sequestro di persona sono inaccettabili. In modo irresponsabile sta dicendo ai cittadini di non rispettare le norme.
A suo dire, il discorso di Conte rappresenta un’innovazione.
Certamente. I precedenti statuti facevano riferimento alla gestione, invece il testo di cui ha parlato Conte collocherà il M5S in un preciso ambito, e quindi rappresenterà anche un vincolo alla nostra azione politica. Non a caso ha messo le persone e i loro diritti e bisogni come prima stella del Movimento.
L’ex premier ha parlato di una struttura ramificata sui territori. Ma una struttura complessa richiede soldi, no?
Bisognerà capire nel dettaglio come verrà costruita. Averla comporterà dei costi e il trovare una sede. Ma il fatto di aver già aperto un conto corrente a nome del M5S mi sembra fondamentale.
Dagli Stati generali era emersa l’indicazione di riflettere sull’utilizzo del finanziamento pubblico, almeno del 2 per mille. È il caso di parlarne tra voi?
Non sono sicuro di avere una risposta. Il confine tra ciò che funziona in teoria e quanto dimostrato dalla pratica è sempre labile. Sulle donazioni non vedo una grande risposta da parte dei cittadini. Come M5S abbiamo dimostrato di poter fare politica e di avere grande consenso anche con un utilizzo molto limitato di fondi. Ma non saprei dire quale sia il modello migliore.
Conte è stato duro verso correnti e associazioni.
La penso come lui. Sono certo che c’era una volontà positiva nel costruirle, ma le stesse iniziative si possono portare avanti con il simbolo del M5S.
Le correnti sono la via per liste con cui superare il vincolo dei due mandati, no?
Gli interessati hanno smentito.
Il diktat di Grillo (“i due mandati sono un pilastro”) ha fatto infuriare molti.
Tutti noi eletti siamo in potenziale conflitto d’interessi su questo. Per il Movimento ha già parlato Beppe, spiegando però anche che l’esperienza di chi ha maturato due mandati non può essere perduta. E in questo senso sarà importante la nuova struttura.
Con Rousseau finirete davvero in tribunale?
Se c’è la volontà, si può trovare una soluzione a questo surreale confronto tra il M5S e Rousseau. Ma serve buonsenso.