L’INCUBO ASTRAZENECA. Mentre in Italia si continuano a disdire gli appuntamenti per la vaccinazione (il 20-30% delle persone chiamate per la somministrazione del vaccino non si sta presentando all’hub della Fiera di Cagliari) oggi è previsto l’incontro tra l’Agenzia Italiana del farmaco e il ministero della Salute. Appuntamento non risolutivo, visto che si attende la decisione dell’europea Ema per domani. Ma già il sottosegretario Sileri ha fornito una prima indicazione: “Non è necessario uno stop generale della popolazione visto l’esiguo numero di complicanze di questo tipo”. Per poi precisare: “È possibile, per maggiore precauzione, che l’Agenzia europea dei medicinali indichi che per una determinata categoria è meglio non utilizzare il vaccino di AstraZeneca”. E questo mentre Londra pensa di limitare l’utilizzo del farmaco per i più giovani. Sul Fatto di domani vi daremo conto dell’orientamento italiano e della tormentata storia del vaccino AstraZeneca.
I VACCINI DEI MIGLIORI. Il report del Cnr la dice lunga: la campagna di vaccinazione anti Covid in Italia non mostra attualmente di poter raggiungere l’obiettivo di 500 mila dosi al giorno per la fine di aprile, ma al ritmo attuale per quella data è realistico arrivare a 350 mila. E salvo ulteriori imprevisti, come quello comunicato oggi dalla struttura commissariale: il 14 aprile Astrazeneca consegnerà in Italia 175mila dosi di vaccino e non le 340mila previste. Sono inoltre in aumento le somministrazioni a soggetti relativi alla non definita categoria “altro”, passate nell’arco di una settimana dal 13% al 17% del totale delle dosi fatte. Vedremo anche com’è cambiata l’età dei soggetti contagiati e di quelli che sono deceduti. Altra questione è la scuola: tornano in classe 5 milioni di studenti, senza che sia cambiato granché. Qui i numeri di oggi.
LA PANDEMIA DEL LAVORO. I dati Istat sono impietosi: quasi un milione di posti di lavoro persi, nonostante il blocco dei licenziamenti. Mentre per il Fondo Monetario Internazionale la disoccupazione nel nostro Paese arriverà oltre l’11%. Sul giornale di domani vedremo gli effetti della crisi su un mercato del lavoro sempre più in ginocchio, specialmente per i lavoratori della cultura e dello spettacolo a cui non è arrivato nessun aiuto. Specchio della situazione sempre più complicata sono anche gli scontri che ci sono stati fuori Montecitorio tra ristoratori e polizia (parleremo anche di altre proteste nel napoletano). Altra questione è quella dei Comuni che iniziano a incassare sempre meno, vedremo perché.
L’INCONTRO LETTA-RENZI. Dallo “stai sereno” del fu rottamatore di tempo ne è passato, ma le vecchie ferite sono dure a rimarginarsi. Oggi i due si sono incontrati: Matteo Renzi parla di incontro “franco e molto cordiale” per poi affermare che “al posto di Enrico non farei accordi con i 5 Stelle”, i due si sono scontrati sul ruolo di Giuseppe Conte e la coalizione giallorosa. Tanto che dal Pd fanno sapere anche che tra i due ci sono stati “elementi di accordo e altri di disaccordo”. Vedremo come stanno le cose.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE DOMANI
La carica degli impuniti. Oggi, in commissione, si vota sul decreto Bonafede. E c’è chi vuole prendere la palla al balzo per limitare l’uso delle intercettazioni, specie tramite i trojan. Indovinate di quali partiti parliamo?
Draghi in Libia. Il premier ha incontrato il primo ministro Abdulhamid Dabaiba in Libia: “È stato un incontro straordinariamente soddisfacente. Abbiamo parlato della cooperazione in campo infrastrutturale, energetico, sanitario e culturale”, ha detto Draghi. Incontro su cui ha fatto sentire la sua voce anche Conte. Sul giornale di domani una chiave di lettura dell’evento.
La nipote di Mubarak. Dieci anni fa scoppiava il caso Ruby-Berlusconi, con il voto in Parlamento: una vicenda che si trascina ancora per i processi in corso.
Le elezioni palestinesi. Le manovre in vista delle elezioni di maggio in Palestina e il ruolo di Barghouti.
Secondo tempo. “I vasi osceni” ritrovati in Spagna di epoca romana, l’analisi del nostro Filippomaria Pontani.