CONTINUITÀ E DISCONTINUITÀ. A venti giorni dalla scadenza per la consegna, oggi il premier ha illustrato ai governatori le linee del (semi)nuovo Recovery Plan. Ci saranno “tre direzioni trasversali – giovani, donne e Sud – e sei missioni tematiche, tra cui la transizione digitale e quella ecologica” ha detto Draghi, il quale poi ha spiegato che si tratta di un Piano “in continuità con la versione precedente in alcune aree e in forte discontinuità in altre”. E ancora: ci sarà “una struttura di coordinamento centrale che supervisiona l’attuazione del piano. Le amministrazioni sono invece responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme”. Sul Fatto di domani proveremo a capire nel dettaglio cosa tutto ciò significhi, visto che finora di concreto non è emerso quasi nulla, e quali sono le richieste avanzate dalle Regioni.
APRO, FORSE, MA ANCHE NO. Sono molti, soprattutto quelli di centrodestra, i governatori che premono per le riaperture, nonostante i numeri della pandemia e le difficoltà a gestire in autonomia il vaccino Astrazeneca, dopo che una nuova circolare del ministero della Salute ne raccomanda la somministrazione agli over 60. Sul giornale vi racconteremo qual è la posizione del governo, che il primo ministro sta illustrando in questi minuti ai giornalisti: “Raggiungeremo gli obiettivi, non ho dubbi. La disponibilità dei vaccini c’è, ora si tratta di fare delle scelte di direzione. Bisogna vaccinare prioritariamente gli anziani, gli over 75enni, gli over 80. È il momento di dire: ‘smettetela di vaccinare i giovani’”. E vi spiegheremo perché da un punto di vista legislativo non è così facile dare contentini alla Lega. A proposito, la solita nota di colore: dopo Matteo Salvini (che oggi ha incontrato Draghi, uscendone su posizioni da lotta e da governo: “Riaprire dalla seconda metà di aprile per me non è un diritto ma un dovere. Devono però essere i dati e la scienza a dettare cosa fare”), adesso anche Matteo Renzi – preoccupato, forse, di non contare più nulla se non nel mondo arabo – ha chiesto oggi di riaprire tutto e di eliminare il coprifuoco serale. Qui i numeri di giornata.
A PASSO DI LUMACA. Ha quasi dell’incredibile: mentre la campagna vaccinale procede a rilento, complici le tante disdette rispetto ad Astrazeneca che in tanti non vogliono più fare (qui la mappa delle defezioni), il commissario generale Figliuolo oggi ha ribadito che “il target non cambia: 500mila dosi entro la fine di aprile”. Un “miraggio” secondo la Fondazione Gimbe. Numerosi sono, infatti, i punti di domanda rispetto al siero anglo-svedese: cosa accadrà ai 34 milioni di under 30 italiani cui sarebbe spettato? E cosa succede a chi ha già ricevuto la prima dose? E ancora, come si comporteranno i farmacisti? Sul giornale proveremo a rispondere a questi quesiti, raccontandovi poi che in alcune regioni la commissione Antimafia vuole vederci chiaro rispetto alle liste di vaccinati (oggi è finito ai domiciliari il sindaco di Opera, che secondo l’accusa ha dirottato a parenti e amici le mascherine destinate alle Rsa).
ROUSSEAU, ABBIAMO UNA DATA. “Oggi siamo costretti, a causa dell’enorme ammontare di debiti, a definire una data ultima: il 22 aprile 2021. Qualora i rapporti pendenti non verranno definiti entro questa data, saremo costretti a immaginare per Rousseau un percorso diverso, lontano da chi non rispetta gli accordi e vicino, invece, a chi vuole creare un impatto positivo sul mondo”. Con questo comunicato, apparso sul Blog delle Stelle, l’Associazione Rousseau ha dunque definito la scadenza dell’ultimatum o meglio, il giorno in cui le strade con il Movimento si divideranno definitivamente. Sul giornale di domani leggerete cosa potrebbe accadere di qui al 22 e dal 23 in poi.
MINIMUN CORPORTATE TAX. La crisi innescata dalla pandemia ha provocato un cambiamento che parte dagli Usa: la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, ha lanciato il suo appello ai partner internazionali per l’imposizione di una tassa minima globale sulle imprese. L’obiettivo è di convincere gli altri Paesi ad adottare una tassa minima globale che riduca la possibilità per le aziende statunitensi di delocalizzarsi. Fatto questo che avrà ripercussioni anche in Europa e si intreccia con la Web tax. Sul giornale di domani vedremo di che si tratta e cosa comporterà per il Vecchio Continente.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE DOMANI
Petrolmafie, in carcere anche Anna Bettz. Quattro Procure unite in un’operazione che ha portato a 70 arresti (accuse di riciclaggio, frode fiscale di prodotti petroliferi e associazione per delinquere). A capo dell’organizzazione ci sarebbe Anna Bettozzi, in arte Ana Bettz, cantante e vedova del petroliere Sergio Di Cesare, accusata di aver evaso Iva, accise e Ires per oltre 185 milioni di euro.
Copasir, la spaccatura nel centrodestra. La Lega insiste nel non voler lasciare la presidenza del Comitato agli (ex?) alleati di Fratelli d’Italia (il senatore Urso oggi non si è presentato).
Francia, lo scandalo dei jet all’India inguaia Hollande e Macron. Siglato nel 2016, è stato uno dei più grandi contratti di armi mai conclusi dai francesi: 36 caccia Rafale per 7,8 miliardi di euro. Peccato che l’Anticorruzione abbia scoperto una mazzetta milionaria a un intermediario.
Cinema, vent’anni e non è cambiato nulla. I “soliti” italiani a Cannes e a Venezia.
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