Draghi in Libia, tra abusi e torture. Voto su Ruby, anniversario della vergogna: i post di Scanzi

9 Aprile 2021

La visita in Libia di Draghi tra abusi e torture

“Le dichiarazioni di Draghi sono scioccanti.
Ringrazia la Libia per i salvataggi in mare e fa capire chiaramente che gli interessi economici valgono di più delle persone.
Caro Draghi, ci sono ragazzi costretti nei campi a lavorare, ragazze costrette a prostituirsi persone ricattate nelle carceri dalle stesse milizie e marinai finanziati.
Abusi sessuali, torture, trattamenti disumani che superano ogni inimmaginabile violazione dei diritti umani.
Se per lei tutto questo è una ‘buona gestione’ significa soltanto che appoggia il processo di disumanizzazione, indifferenza e omertà perpetrato da decenni nei confronti degli oppressi, dei deboli, dei migranti.
Sono uno dei tanti che è dovuto passare dalla Libia, e le assicuro che per crimini che li si subiscono e compiono, oggi con le sue parole, lei, è alla stessa stregua di un complice!”
Soumaila Diawara

#ScanzIntervista 7 aprile con l’ex ministra Azzolina

#ScanzIntervista 7 aprile con Alessandro Zan

La vergogna del voto parlamentare per Ruby nipote di Mubarak

Ve lo ricordate? Come scrive oggi Lorenzo Giarelli sul Fatto, era esattamente dieci anni fa.
Il Parlamento, pur di salvare il Caimano, votò la vergognosa finzione di Ruby nipote di Mubarak.
A votare quell’abominio morale furono ovviamente Forza Italia, Lega e tanti che oggi sono in Fratelli d’Italia (Meloni inclusa).
E a difendere quella vergogna furono ovviamente anche i Sallusti, Feltri e compagnia contante.
In un mondo normale, o anche solo decente, dopo una simile sceneggiata quei protagonisti avrebbero dovuto abbandonare politica e giornalismo. E invece sono ancora lì.
Auguri e buona catastrofe.

Riaperture? L’ipocrisia di Salvini

“Salvini invoca le riaperture? Faccia votare allora i suoi ministri e i suoi parlamentari contro i provvedimenti del governo. Altrimenti taccia, perché è insopportabile. E in una fase drammatica in cui continuano a morire 500 persone al giorno, è ancora più insopportabile avere dei pagliacci che fanno due parti in commedia”.
Esattamente.

#ScanziLive 6 aprile – E’ uscito Demolition Man!

Quando la politica soffia sul fuoco

Scontri in piazza, contestazioni, feriti.
È quello che succede quando certa “politica” soffia colpevolmente sul fuoco.

La cloaca mediatica contro Speranza

Il Ministro Speranza riceve minacce di morte. Quattro persone vengono indagate.
Di lì a pochi giorni, il direttore (si fa per dire) di un quotidiano (si fa per dire) definisce Speranza “allegro becchino”, “carceriere” e “uccellaccio del malaugurio”.
Tutto questo è intollerabile. Osceno. Indegno. Di gravità inaudita.
La cloaca morale che riesce a raggiungere certa destra è davvero fuori scala.

#ScanziLive 5 aprile – Le Regioni pressano per riaprire

Chi vuole smantellare la legislazione antimafia

La Fondazione Caponnetto ha meritoriamente promosso per oggi la giornata in difesa dell’ergastolo ostativo e del 41bis.
Come ha scritto il Presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra: “Non si deve mai essere disumani, ed il carcere, con qualsiasi regime penitenziario, non deve ridurre la pena a semplice punizione senza prospettiva, perché la legge del taglione non ci appartiene. Ed il 41 bis, il carcere “impermeabile”, deve impedire comunicazione e relazioni a chi è stato fulcro di organizzazioni mafiose, e non manifesta crudeltà o disumanità come si crede da parte di alcuni e come alcuni vogliono fare credere.
Se il 41bis esiste, esiste perché si è capito, dopo tanto sangue versato, che c’era necessità del 416bis. Ricordiamocelo”.
Stanno smantellando la legislazione antimafia. Rendendo vano il sacrificio di uomini straordinari come Falcone e Borsellino.
Tutto questo, almeno per me, è intollerabile.

Valentino Rossi e lo scorrere del tempo

La forza di “Speravo de morì prima”, serie televisiva davvero riuscita, è quella di raccontare perfettamente la paura di smettere che travolge e inchioda tutti. Campioni e schiappe, persone famose e sconosciuti. Francesco Totti non voleva smettere perché temeva che, cessando di fare ciò per cui valeva la pena vivere, avrebbe smesso egli stesso di vivere.
La storia dello sport, e non solo dello sport, è piena di queste parabole. Da fuori ti veniva da dire: “Smetti, dai, non è più il tempo”. Ma da fuori è facile. Muhammad Ali doveva smettere subito dopo la mattanza di Manila con Frazier, nel 1976, ma è andato troppo avanti. E l’ha pagata cara, anche fisicamente. Solo che non gli riusciva di smettere.
Totti doveva smettere prima, ma non c’è riuscito. Federer gioca ancora a 40 anni, e con ogni probabilità non sarà mai più numero 1 al mondo, ma non riesce a smettere. E – scusate se antepongo l’emotività alla razionalità – va bene così. Perché anche i Campioni sono umani. E dunque sbagliano.
Sta accadendo lo stesso con Valentino Rossi. Il suo inizio di stagione è oggettivamente deludente. Lucchinelli, e non solo lui, gli ha detto di smettere e lasciare spazio ai giovani. Razionalmente ha ragione. E anche Vale lo sa. Ma la razionalità non conta nulla, quando sei devastato dalla paura e dall’horror vacui.
Valentino probabilmente dovrebbe smettere, ma non ce la fa. Non gli riesce. E va bene così, perché solo lui è il proprietario della sua vita: non i tifosi, non la critica, non gli sponsor.
Valentino è un uomo intelligente e ambizioso, fragile e al contempo fortissimo. Dieci anni fa avrebbe sverniciato con agio gli Zarco e i Quartararo. Ma il tempo passa per tutti. Anche per i campionissimi.
Soltanto nel mondo ideale accade che il Divo smetta all’apice. Nella realtà non c’è invece cosa più difficile di imboccare con stile, e coraggio, il viale del tramonto.
Se c’è una fine per tutto, lasciate che sia Valentino a scriverla. Libero anche di sbagliare: non sarà qualche dodicesimo posto a togliere leggenda alla Leggenda.
(Questa foto la adoro: papà Graziano in sella e, di lato, un piccolissimo Valentino. Lo sguardo, se ci fate caso, è ancora lo stesso. Ed è quello sguardo che impone a Vale di andare avanti)

La vera notizia non è la sconfitta, che ci sta eccome visto che Hurcacz è un signor giocatore, ma la scoperta che anche Sinner è umano.
Avanti 6-5 e servizio nel primo set, Jannik si è di colpo spento. Ha perso a zero il servizio, giocando il peggior game del suo torneo, e poi non si è più ripreso. Ha subito un parziale di 6 game a 0, e quando è tornato in scia era troppo tardi.
Chi lo segue da sempre è così abituato alla sua inaudita solidità mentale da non avere probabilmente neanche ipotizzato che una cosa simile potesse capitare.
E invece anche Sinner è umano. Ha avuto paura di vincere, ha avvertito tensione, si è ricordato di non avere neanche vent’anni.
Per certi versi, una partita simile rende Sinner ancora più affascinante come tennista. E sono sicuro che uno come lui, che neanche concepisce la sconfitta, reagirà a questo inciampo con ancora più voglia di primeggiare e tiranneggiare.
Onore a Hurcacz.
Quanto a Jannik, questa sconfitta nulla toglie alla sua straordinaria futuribilità. Domani sarà 23 al mondo e nella Race addirittura 7.
Avrà tutta la vita per rifarsi. E potrà vincere così tanto da rischiare quasi di perdere il conto.
Avanti così, Jannik. Sei umano anche tu.

#ScanziLive 4 aprile – Buona Pasqua!

#ScanziLive 3 aprile – Letta, Raggi e altre storie

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