Caro Presidente Draghi, stanotte l’ho sognata. La accompagnavo, come un novello Virgilio, nei centri di salute mentale per mostrarle il ruolo degli psicologi nel sistema sanitario. Forse lei è rimasto al lettino e all’interpretazione dei sogni, ma non ho bisogno di interpretare il mio. Io l’ho sognata perché sono rimasta allibita dalle sue parole: portare come esempio di mancanza di coscienza quello dei giovani psicologi che si vaccinano. Ho avuto la conferma da lei di ciò che molte volte ho vissuto sulla mia pelle: le istituzioni non considerano la salute mentale alla base della sanità della persona. Nel definire gli psicologi personale sanitario di secondo livello c’è una cultura retrograda e non attenta alla complessità della persona, che considera occuparsi della sofferenza psicologica qualcosa di rimandabile. Mi dispiace signor Presidente, non è così che vanno le cose. Quest’anno durissimo ha già portato un +30% della richiesta di assistenza nei servizi per la salute mentale. Nel servizio pubblico per cui lavoro abbiamo il doppio delle richieste rispetto a un anno fa, ma ahimè non il doppio del personale.
Non so se è a conoscenza del fatto che dopo gli incidenti stradali, i suicidi sono la seconda causa di morte tra i giovani e i disturbi alimentari la terza. E che entrambe sono in aumento proprio a causa della pandemia.
È con questa coscienza che i miei colleghi psicologi, gli psichiatri, tutti gli operatori coinvolti nella cura della malattia mentale ed io, ci vacciniamo, perché incontriamo quotidianamente decine di persone. Spesso si tratta di persone fragili, come ragazzine che soffrono di anoressia o di obesità o malati oncologici, solo per citare i casi più frequenti. Ci vacciniamo sapendo che assentandoci dal lavoro, lasceremmo decine di persone a lungo periodo senza assistenza.
Non le chiedo di fare ammenda, siamo abituati a non essere considerati essenziali. Le chiedo però di riflettere, perché possa seriamente investire in futuro sulla salute psicologica dei cittadini italiani perché, ne sono sicura, salverebbe delle vite.
Maria, psicologa