PER LE REGIONI IL COVID NON ESISTE. Braccio di ferro nel governo per le riaperture. Oggi le Regioni hanno presentato la loro proposta (delirante), per bocca del governatore leghista Massimiliano Fedriga: spostamenti possibili almeno tra regioni gialle. Ristoranti aperti anche in zona rossa con strategie di “screening/testing” e con divieto di consumazione al bancone dopo le 14. Si prevedono due metri di distanza tra i tavoli al chiuso e almeno un metro all’aperto. Via libera anche al buffet, purché i cibi siano monodose e i clienti abbiano la mascherina, e al gioco delle carte al bar. Pure per le palestre, piscine e cinema l’obiettivo dei governatori è riaprire facendo tamponi (a pagamento, quindi chi ha più soldi potrà fare più cose). Richieste che hanno spaccato il governo: da una parte il ministro della Salute Speranza (“ascoltare i medici”) e quello del Lavoro, Andrea Orlando (“le riaperture vanno preparate, non annunciate”), dall’altra la Lega (e Forza Italia) che con Giorgetti afferma che “già dalla settimana prossima, un programma di aperture prudenziale ma ragionevole debba essere messo in campo”. Ora, come vedremo sul Fatto di domani, sarà la cabina di regia di domattina a stabilire come allentare le restrizioni, probabilmente a partire da maggio. Altro tema che tratteremo è quello dei farmaci monoclonali: vedremo perché quella che promette di essere una buona cura non viene utilizzata. Qui i dati odierni dei contagi.
IL GENERALE TORNA A DARE I NUMERI. “Arriveranno 17 milioni di dosi a maggio, una potenza di fuoco che ci permetterà di superare le 500 mila somministrazioni al giorno”. E ancora: “Dopo i più deboli vaccini per tutti nella fascia 30-59 anni”. Ha ripreso a dare i numeri il generale Figliuolo che si racconta in una lunga intervista alla Stampa. Sul giornale di domani vedremo perché continuiamo a stare sempre sotto le previsioni del militare e troverete un ritratto del Commissario.
SCOSTAMENTO DI BILANCIO. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Documento di Economia e Finanza (Def). Previsto un nuovo scostamento di bilancio da 40 miliardi per consentire i nuovi Sostegni (le risorse destinate alle attività dovrebbero essere più sostanziose). Il Def contiene una stima di crescita del 4,5% per quest’anno e del 4,8 per il 2022. Questo se la vaccinazione “raggiunge l’80% della popolazione”. Ma il Documento di economia e finanza contiene anche uno “scenario avverso di limitata efficacia dei vaccini Covid-19 contro le varianti”: in questo caso la previsione viene tagliata dal 2,7% quest’anno e al 2,8 nel 2022. Il Cdm ha approvato anche l’istituzione di un fondo pluriennale da 30 miliardi complessivi per investimenti aggiuntivi a quelli finanziati con il Recovery fund che, viene spiegato, darà un forte impulso alla discesa del rapporto Deficit-Pil destinato a tornare sotto il 3% nel 2025. Sul giornale di domani vedremo tutti i dettagli del Def.
RECOVERY, DRAGHI E I PARTITI. Oggi iniziano anche le consultazioni del premier Mario Draghi con i partiti sul Recovery Fund. Si inizia da Lega (è andato Giorgetti e non Salvini) e M5S. Vedremo quali sono le richieste e i paletti delle formazioni.
VITALIZI DELLA VERGOGNA. “Abbiamo chiesto alla presidente Casellati di procedere con il ricorso, e con la sospensione della sentenza” della Commissione del Senato su Formigoni, tuonano i 5 Stelle. Ma la decisione che ha riaperto la strada all’ex governatore della Lombardia oggi verrà estesa anche a un altro condannato eccellente, Ottaviano Del Turco. Il Consiglio di presidenza del Senato, dopo quasi due ore di discussione, ha preso atto che la decisione della Contenziosa di ieri è esecutiva erga omnes, quindi il taglio del vitalizio per l’ex leader del Psi per ora non ci sarà. Ci farà da guida nella comprensione di una delle pagine nere della politica italiana il senatore Primo Di Nicola.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE DOMANI
Il futuro italiano di Stellantis. I vertici della ex Fca incontrano i sindacati. Vedremo quali sono i rischi che corrono gli stabilimenti italiani.
Fuga dall’Afghanistan. Dopo l’annuncio di Biden del ritiro delle truppe dall’Afghanistan entro settembre, Gino Strada ci spiegherà cosa succede ora nel Paese e quali sono i rischi.
Secondo tempo. L’intervista ad Achille Lauro e la consueta pagina dei motori.