Il Fatto di Domani. Dal superbonus dei 5S alle riforme sgradite a Bruxelles, il Recovery dei Migliori fa litigare tutti. La stoccata di Conte: “Rousseau trasferisca i dati degli iscritti”

Di Il Fatto Quotidiano
24 Aprile 2021

STRACCI DA RECOVERY. Che l’atmosfera fosse tesa lo si era capito già da ieri, da quando il Consiglio dei Ministri chiamato a valutare il Piano di Ripresa e Resilienza era stato rinviato a questa mattina alle 10. Salvo poi slittare ulteriormente (è atteso in serata). All’interno della maggioranza i partiti non hanno affatto gradito l’esclusione dalla stesura del documento che dovrebbe servire a convincere l’Europa a darci 190 miliardi e che hanno potuto visionare solo all’ultimo. La questione di fondo l’hanno sollevata i 5S, che continuano a chiedere a Draghi che il superbonus venga effettivamente prorogato al 2023 (il testo lo riporta, ma ai ministeri non risulta nulla). Proprio su questo si è consumata una parte della giornata, dopo il primo intervento da capo politico del Movimento (almeno, in pectore) di Giuseppe Conte: “La transizione ecologica è una priorità sia per me che per il Movimento 5 Stelle. È un’occasione imperdibile per il nostro Paese e non può essere rimandata per difetto di lungimiranza o carenza di volontà politica”, ha scritto l’ex premier su Facebook in mattinata. Il ministro Di Maio ha assicurato che “nei prossimi provvedimenti verranno stanziati i fondi per la proroga”. E lo stesso il Pd non si è fatto sfuggire l’occasione per battere sul ferro degli alleati. Sul Fatto di domani vedremo com’è finita la trattativa.

C’È UN TECNICO A BRUXELLES. Come dicevamo, il documento che andrà alle Camere lunedì e martedì prossimi sarà poi inoltrato in Europa. E ormai non è più un segreto che la Commissione abbia mosso più d’una riserva a proposito delle riforme previste dal nostro Recovery, in particolare – sembrerebbe – quella del fisco. È stato anche questo oggi, dopo l’accordo trovato sul superbonus, a frenare l’avvio del Cdm. Sul giornale di domani, allora, oltre a capire cosa non piaceva ai tecnici europei, andremo ad analizzare nel dettaglio quelli che saranno le novità e gli investimenti sulla ricerca (sono già scontenti gli scienziati che a ottobre avevano promosso il piano Amaldi), la legge sulla concorrenza (che punta soprattutto sull’apertura ai privati di servizi pubblici locali), le contraddittorie innovazioni ambientali.

LA STRADA DI CONTE. La giornata era cominciata, lo abbiamo detto, con l’uscita sul Recovery. Nel pomeriggio, però, l’ex premier si è ripreso la scena politica con un lungo post su Facebook: “Conto di poter presentare all’Assemblea degli iscritti il nuovo Statuto e la Carta dei principi e dei valori all’inizio di maggio nel corso di un grande evento on-line, aperto e partecipato, e di procedere subito dopo alle votazioni dei nuovi documenti fondativi e dei nuovi organi, così da poter concentrare il nostro lavoro, con forza, sui problemi del Paese. Il Paese sta attraversando momenti di grande, grandissima difficoltà. Ci aspetta un intenso impegno. Lo faremo con l’entusiasmo di chi vuole servire il proprio Paese con ‘disciplina e onore’. Non vedo l’ora di partire!”. Poi una stoccata a Casaleggio: “Manca però un passaggio fondamentale: il trasferimento dei dati degli iscritti da Rousseau al M5S, che è l’unico ed esclusivo titolare del trattamento di questi dati. Ovviamente il Movimento, da parte sua, si farà carico di eventuali debiti contratti da Rousseau per conto del Movimento”.

A PASSO DI MARCIA. Intanto, da lunedì la maggior parte dell’Italia ritorna in giallo. Una sorta di “liberi tutti” che da qualcuno è stato addirittura anticipato (oggi a Roma è stata chiusa Via del Corso a causa dell’eccesso di folla). Sul fronte vaccini, il generale Figliuolo ribadisce che arriveremo alle 500 mila somministrazioni al giorno entro la fine di aprile (cioè tra pochi giorni): proveremo allora a fare un punto, regione per regione, per capire come procede la campagna e se l’obiettivo è diventato davvero raggiungibile. Qui i numeri odierni del contagio.

LA NOTTE DI GRAMSCI. In occasione del 25 Aprile, ricostruiremo la verità sull’arresto del leader comunista: quando il 9 novembre 1926 fu approvato dalla Camera l’ordine del giorno di Augusto Turati, che decretava la decadenza dei deputati aventinisti e comunisti, l’onorevole Antonio Gramsci già languiva da ventiquattr’ore nel carcere di Regina Coeli a Roma. In queste pagine anche la storia di Lea Schiavi, la reporter antifascista che visse due volte.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE DOMANI

Il partito degli avvocati in Parlamento. Non solo Giulia Bongiorno: sul giornale di domani la lunga lista dei legali che, a differenza di quanto accade in altri Paesi, continua a indossare la toga pur sedendo tra i banchi delle Camere.

L’agonia di Mumbai. Un reportage dalla città diventata simbolo di un intero Paese che soccombe al Covid: contagi senza controllo e ospedali che non riescono più a far fronte alla pandemia.

Agnelli e il privé dei cafoni. Pino Corrias firma un ritratto dell’unico erede maschio del “casato” che deve riprendersi dalla figuraccia mondiale della SuperLega.

Addio, Milva. Nelle pagine del Secondo Tempo, oltre alla tradizionale intervista della domenica (è il turno di Flavio Insinna), il ricordo della Pantera rossa, scomparsa oggi a 81 anni.


Scopri le nostre newsletter. Clicca qui

Scrivici a: newsletter@ilfattoquotidiano.it

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.