Uno dei quattro ragazzi si sfila dall’accusa di stupro di gruppo: “Ho avuto un rapporto consenziente con S.J., eravamo solo io e lei, poi mi sono addormentato. Di ciò che è successo dopo io non so niente”. È quanto ha raccontato ai magistrati Francesco Corsiglia, indagato per la presunta violenta sessuale di gruppo insieme agli amici Ciro Grillo, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta, avvenuta secondo la vittima nell’appartamento di famiglia del figlio del fondatore del M5s a Porto Cervo. La sua è una testimonianza è particolarmente importante, perché, se fosse dimostrata, potrebbe cambiare parecchio la ricostruzione della vicenda fatta fino a oggi dalla Procura di Tempio Pausania. Corsiglia, dopo essersi iscritto all’università, è attualmente in Spagna con il programma Erasmus. Come gli altri ragazzi, rigetta completamente la contestazione di aver abusato della studentessa di Milano, conosciuta quella notte alla discoteca Billionaire insieme all’amica R.M..
La parte forse più rilevante di questo resoconto – confermato l’ultima volta due settimane fa davanti ai pm – è però un’altra: il dettaglio sull’ora in cui avrebbe preso sonno collocherebbe Corsiglia fuori dal rapporto sessuale di gruppo, circostanza da cui il giovane prende completamente le distanze. Non solo. Tra il primo rapporto, quello che lui ammette di aver avuto, e gli altri, c’è un altro nodo fondamentale di questa storia: l’episodio in cui gli altri tre amici avrebbero forzato S.J. a bere una bottiglia di vodka “tenendola per i capelli”. Una versione, anche questa contestata dai ragazzi. Uno di loro, intervistato a Non è l’arena, chiarisce il punto di vista degli indagati: “Non l’abbiamo forzata a bere, è lei ad aver preso l’iniziativa di bere, come sfida, perché noi non riuscivamo a finire la bottiglia. Ce ne sarà stata un quarto”. In quella stessa intervista il giovane stigmatizza il video diffuso da Beppe Grillo in difesa del figlio: “Era meglio non farlo”. Le dichiarazioni di Corsiglia, al vaglio degli inquirenti, sembrano corroborate da un elemento importante: il giovane non comparirebbe nelle foto e nei video di gruppo. Compreso quello che ha portato a un secondo capo d’imputazione di violenza sessuale, nei confronti di R.M.: mentre la seconda ragazza era addormentata sul divano, ubriaca, altri due ragazzi si fanno fotografare mentre le avvicinano i genitali. Una seconda accusa che, sebbene sia distinta dalla prima, potrebbe in qualche modo trascinare con sé anche la prima: la foto c’è, ragiona una fonte inquirente, mentre il resto è tutto da dimostrare. Come noto, i ragazzi si sono filmati, ma di quel video accusa, parti civili e difesa, danno interpretazioni diametralmente opposte.
La versione fornita da Corsiglia, come forse anche le frasi trasmesse in tv, segnano forse uno spartiacque di questa vicenda: sembra che da ora in poi ognuno perseguirà la propria linea difensiva. Mentre all’orizzonte si profila un processo reso ancora più delicato dalla pressione mediatica e politica.