IL DERBY DEL COPRIFUOCO. La spaccatura all’interno del centrodestra si consuma tutta dietro l’orario del “tutti a casa”. Matteo Salvini deve parare i colpi da destra (Fratelli d’Italia ha presentato un ordine del giorno contro il coprifuoco) e continua a comportarsi come se non fosse nella maggioranza: “C’è qualcuno nel governo che vuole tenere tutto chiuso: a metà maggio si può fare un tagliando? – ha detto stamattina – Noi chiediamo che a metà maggio si riapra e si elimini il coprifuoco. Siamo orgogliosamente al governo, qualcuno ci vorrebbe fuori, sono il partito delle tasse”. E ovviamente viene subito accontentato: con la riformulazione di un ordine del giorno sulle aperture, la maggioranza “impegna il governo a valutare nel mese di maggio, sulla base dell’andamento del quadro epidemiologico oltre che dell’avanzamento della campagna vaccinale, l’aggiornamento delle decisioni prese” con l’ultimo decreto legge Covid, “anche rivedendo i limiti temporali di lavoro e spostamento”. E se il Pd, per bocca di Zingaretti, bolla la raccolta di firme del leader leghista “un danno agli italiani”, gli fanno eco, invece, i governatori e pure Matteo Renzi: “Io la penso come Stefano Bonaccini: è ovvio che vada rivisto il coprifuoco delle 22. Lo sanno tutti e privatamente lo dicono tutti: così non ha senso”. Sul Fatto di domani vedremo come andrà a finire questa battaglia all’ultimo minuto.
LA MISSIONE È FINITA, VADO A ROMA. Lo aveva annunciato ieri sera: “La macchina è organizzata, gli hub massivi funzionano. A un certo punto credo che Bertolaso non serva più”. E così il “superconsulente” lascia fisicamente la campagna vaccinale della Lombardia continuando a occuparsene “da lontano”. “Credo che di Bertolaso avremo ancora bisogno – ha spiegato il governatore Fontana –, quindi sono assolutamente convinto che continueremo a lavorare perché c’è un progetto che è quello della vaccinazione importante e rilevante, quindi continuerà a lavorare per la Regione Lombardia e lo ringrazio per quello che ha fatto fino ad oggi”. Sul giornale di domani faremo allora il punto su quanto (poco) ha realizzato e capiremo cosa andrà a fare nella Capitale, dove potrebbero aprirsi per lui le strade per una candidatura a sindaco nelle liste del centrodestra. Qui i numeri odierni del contagio da Covid.
FRETTA DA RECOVERY. Oggi secondo giorno di discussione in aula del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Questa mattina, prima del voto favorevole della Camera, la replica di Draghi: “Tempi stretti per arrivare prima ai fondi. Il governo ha un profondo rispetto per il Parlamento”. Nel pomeriggio il premier ha parlato in Senato. Nelle pagine economiche, domani continueremo a valutare il Recovery dei Migliori, partendo dagli investimenti sulla scuola (dove, per esempio, verranno dimezzati i fondi destinati alle borse di studio) per proseguire con quelli sulla cultura, che di culturale hanno poco. Non solo: andremo ad analizzare le bozze di un decreto – in arrivo a maggio – che farà parecchio discutere (anche all’interno dello stesso esecutivo): quello sulla transizione ecologica.
LA FRATTURA IN CASA 5 STELLE. Dopo lo strappo con Casaleggio jr e a poche ore dall’incontro tra il nuovo leader, Giuseppe Conte, con Enrico Letta e Goffredo Bettini, c’è ancora maretta nel partito di Grillo. Nei gruppi di Camera e Senato si discute molto di secondo mandato e soldi da restituire a Rousseau e qualcuno starebbe addirittura pensando di lasciare il Movimento. Per evitare ulteriori diaspore, si sta spendendo in prima persona il ministro Di Maio.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE DOMANI
Palestina al voto (forse). Accerchiato da Hamas e dagli avversari interni, il presidente Abu Mazen si sta appigliando a qualche pretesto pur di rinviare le urne previste per il 22 maggio.
Focus. Una nuova ESCLUSIVA del Fatto Quotidiano.
Brodo di tartaruga, gaffe e 745 posate. Un divertentissimo racconto di Maurisa Laurito di un pranzo a casa Agnelli con Renzo Arbore e Luciano De Crescenzo.
Il J’accuse di Walter Siti. Lo scrittore esce con un nuovo libro e punta il dito contro i colleghi “impegnati”, da Murgia a Saviano.
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